Pubblicato su Politica Domani Num 50/51 - Set/Ott 2005

Politica italiana
Primarie al via: pronti a cambiare
Coinvolgimento e passione politica. Le primarie del centro-sinistra viste da un entusiasta

di Mauro Lodadio

"Se parteciperanno alle primarie dell'Unione alcune centinaia di migliaia di persone sarà un grandissimo successo". Romano Prodi annuncia così il via della campagna elettorale come leader dell'Unione per le consultazioni primarie. Si svolgerà su un lungo tir giallo che, da nord a sud, percorrerà, in 12 tappe, l'intera penisola. "Seicentomila voti e governerò." Risponde Bertinotti. Palazzo Chigi, comunque per me non è il traguardo massimo. Come Nenni, penso che al più possiamo condizionare il potere degli altri." È la campagna del post-it, i bigliettini con su scritto "Voglio": sotto ciascuno deve scrivere cosa.
Si sono preparati così i due protagonisti delle primarie del centro-sinistra. Si danno battaglia. Entrambi per diventare il leader indiscusso. Entrambi per arricchire il processo di costruzione del programma da portare alle prossime politiche nazionali. Due campagne in grande stile, firmate da creativi della comunicazione. Tir e post-it a confronto. Forse già si sa chi vincerà. Ma nessuno vuole dirlo. La speranza è l'ultima a morire.
La politica italiana è pronta a cambiare. In modo positivo. Coinvolgere i cittadini e farli appassionare. Farli votare. Milioni di schede elettorali da stampare, migliaia di seggi da allestire nelle piazze o nelle sezioni, vigilanza "armata" e un sano amore per il proprio candidato leader. Ci sarà un ufficio di presidenza, un collegio dei garanti e un comitato tecnico amministrativo.
La data della scadenza per le candidature è passata. Entro il 15 settembre chi voleva presentarsi alle primarie doveva consegnare almeno 10 mila firme raccolte in dieci regioni diverse. Prodi, Bertinotti, Pecoraro Scanio, Mastella, Di Pietro e Scalfarotto, i pretendenti. Non si sono potuti presentare quelli che nel corso dell'attuale legislatura hanno svolto attività politica per il centro-destra. Ed ora vediamo chi può votare. Tutti coloro che hanno diritto di votare alle politiche. Basta presentarsi con uno, due euro (una sorta di sottoscrizione), sottoscrivere la Carta dei Principi dell'Unione (una dichiarazione di appartenenza ai valori dell'Unione), una carta d'identità e il certificato elettorale. Potrà anche votare chi compirà 18 anni entro il 13 maggio 2006: per loro ci saranno seggi speciali. I fuori sede entro il 12 ottobre, se avessero deciso di non votare nel comune di residenza, dovranno contattare l'Ufficio Tecnico Amministrativo della Provincia in questione e chiedere di essere ammessi nelle liste speciali.
Sembrerà di rivivere una semplice e passata tornata elettorale. Un presidente di seggio, scrutatori e rappresentanti di lista. Ci sarà un registro per annotare chi avrà votato, un blocchetto di ricevute per le offerte, un verbale, manifesti esplicativi e la segretezza del voto. Lo scrutinio comincerà alle 22 del 16 ottobre, subito dopo la chiusura dei seggi. E non sono mancati propaganda e manifesti. Il tir di Prodi ha funzionato da palco mobile attrezzato, dal quale il Professore ha illustrato i punti del suo programma per le primarie. Dodici piazze italiane nelle quali l'autotreno ha potuto parcheggiare, aprire uno dei suoi lati lunghi e trasformarsi in un vero e proprio palco. Gli incontri del tir sono stati strutturati in due parti: una prima, più generale, che ha consentito a Prodi di spiegare il programma, il significato delle primarie, il perchè le ha volute e la loro importanza. Una seconda parte, con l'aiuto di due esperti, ha avuto un taglio più settoriale e legato, di volta in volta, al territorio che ha ospitato l'incontro. I post-it di Bertinotti, invece, hanno funzionato da sondaggio. Adesso passeggiando per strada, incontriamo quattro giganteschi "Voglio": "uscire dal mercato sorridendo"; "combattere le guerre di Bush"; "un progetto di vita non una vita a progetto"; "più tempo per me". E gli infiltrati? Semplice. Potrà votare anche un cittadino di centro-destra. Basta aver firmato la Carta dei Principi. Ci sarà anche qualcuno che ha aperto gli occhi.

 

Detto da Raniero la Valle
(da un articolo su Megachip)

Se questa norma fosse stata in vigore nei decenni della cosiddetta Prima Repubblica, la Democrazia Cristiana avrebbe avuto sempre 340 deputati e 170 senatori... non ci sarebbero stati né il centrismo, né il centro-sinistra, né la solidarietà nazionale, non ci sarebbe mai stato un governo Craxi e non ci sarebbe stato bisogno di sequestrare ed uccidere Moro; semmai si sarebbe dovuto uccidere Berlinguer se per caso il partito comunista avesse fatto il sorpasso e preso anche un pugno di voti in più della DC. In nessuna democrazia del mondo, per quanto maggioritaria, c'è una simile norma.

 

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