Pubblicato su Politica Domani Num 50/51 - Set/Ott 2005

Distorsioni e bugie italiane
Che fine fa l'8 per mille degli italiani?
Una storia che rivela come la buona fede di contribuenti italiani sia clamorosamente raggirata

di M.M.

Chiariamo subito. Non parliamo dell'8 per mille della Chiesa Cattolica né di quello delle altre confessioni religiose, ma di quello assegnato allo Stato.
Tutto nasce con la legge 222 del 1985, in seguito al nuovo concordato fra lo Stato italiano e la Santa Sede. L'8 per mille che i contribuenti danno allo stato dovrebbe andare a finanziare progetti con finalità sociali e umanitarie: "interventi straordinari per la fame nel mondo, calamità naturali, assistenza ai rifugiati, conservazione di beni culturali" recita la legge. E già questa è una forzatura perché, per queste finalità, dovrebbero essere stanziati finanziamenti precisi e non la "carità" che il cittadino fa allo Stato con la sua scelta.
Nulla di più lontano dal vero. Quel denaro, infatti, se ne è andato in vettovaglie per sfamare i nostri militari all'estero e in benzina per dissetare i nostri carri armati. Chi, quindi, ha scelto lo Stato nella dichiarazione dei redditi è andato a finanziare il Ministero della Difesa e a sostenere le nostre "missioni di pace". Chi, poi, non ha scelto nessuno, in realtà ha scelto tutti perché tutto lo 0,8% dell'Irpef viene diviso proporzionalmente. E non si tratta di piccole cifre. Pensate a quanti pensionati e dipendenti sono esonerati dalla presentazione della dichiarazione dei redditi.
Per il 2005 sono stati destinati allo Stato 91 milioni e 800 mila euro e alla Chiesa cattolica 854 milioni e 214 mila euro.
Nella finanziaria del 2004 però è stato introdotto in sordina un codicillo: il comma 69 dell'articolo 2 che disponeva quanto segue: dall'8 per mille destinato allo Stato e desinato alle finalità descritte nella legge 222/85, negli anni 2004, 2005 e 2006 sarebbero stati sottratti ogni anno 80 milioni di euro per "motivi legati alla sicurezza", si disse allora. Per finanziare le nostre missioni militari di "pace" all'estero, si scopre oggi.
Così l'anno scorso dei 100 milioni di euro assegnati allo Stato solo 20 milioni sono andati per le finalità della legge 222. di questi solo 911mila euro sono stati destinati alla fame nel mondo, il 4,5%, pari allo 0,9% dell'intero ammontare.
Siamo seri, meno che briciole. Siamo onesti, è accaduto anche con i governi di centro-sinistra. Basta vedere la tabella in questa pagina (i dati sono della Presidenza del Consiglio) per capire quello che accade con i soldi che, ingenuamente, crediamo vadano per la fame del mondo.
Negli ultimi 10 anni i contribuenti italiani hanno destinato allo Stato 953 milioni e 825 mila euro. Di questi, 320 milioni e 281 mila euro (il 33,5%) è stato usato per finanziare le missioni militari e 8 milioni e 241 mila euro (lo 0,88%) hanno finanziato progetti contro la fame nel mondo.
A partire dal 2006, poi, oltre che le missioni militari, saranno prelevati dal fondo dell'8 per mille altri 10 milioni di euro per finanziare "l'incremento dei livelli occupazionali nei comuni del Sud con più di 300mila abitanti".
Non resta che piangere.

La ripartizione dell'8 per mille allo Stato

anno

Totale
8 x mille statale

Fondi
Missioni militari

Fondi
Fame nel mondo

Fondi
Assistenza rifugiati

1997

94.821.487

33.569.698

35,4%

0

 

0

 

1998

90.483.249

0

 

2.124.187

2,34%

335.697

0,37%

1999

103.944.353

72.303.966

69,5%

79.534

0,07%

428.143

0,41%

2000

99.545.001

56.810.259

57,06%

0

 

10.329.138*

10,37%

2001

111.812.920

77.597.650

69,4%

154.940

0,14%

3.099

0,002%

2002

99.229.249

0

 

2.595.537

2,6%

8.640.807

8,7%

2003

101.458.442

0

 

2.555.993

2,5%

8.750.000

8,6%

2004

100.517.592

80.000.000

79,6%

910.942

0,9%

648.000

0,6%

* l'intera cifra è stata assegnata al Ministero dell'Interno per un progetto pilota
Fonte: elaborazione dati (arrotondati in euro forniti dalla Presidenza del Consiglio

 

Homepage

 

   
Num 50/51 Sett/Ott 2005 | politicadomani.it