Pubblicato su Politica Domani Num 5 - Maggio 2001

L'INTERVISTA

di Simona Ottaviani

Risponde il candidato veliterno al Senato della Repubblica - Avv. Salvatore Carteny

 

1. Che cosa l' ha spinta a questa candidatura?
Ho 63 anni: esattamente da 40 anni faccio l'avvocato, la famiglia è tranquilla i ragazzi ormai sono grandi, sistemati, ognuno ha il suo lavoro, la professione mia ha dato tantissime soddisfazioni e continua a darmene tuttora. Ho pensato quindi di potermi dedicare a qualcosa di diverso che possa essere utile anche alla collettività.

2. Secondo lei di che cosa ha bisogno la nostra città?
La nostra città deve essere valorizzata perché ha delle capacità, delle potenzialità inespresse, è come se la politica l'avesse tarpata e quindi si sente l'esigenza di imporsi per valorizzare la città stessa. È una città ricca di arte, di tradizioni e che io amo perché è dai tempi del liceo che io sono qui. Io sono nato a Lecce, una città d'arte, che qui ho trovato un riscontro ancora più ma noto che c'è qualcuno che tende un po' a denigrarla e questo mi fa male. Io mi sento non solo di adozione ma "velletrano" vero e proprio anche perché mia moglie è di Velletri, i ragazzi sono nati e cresciuti qui.


3. Quali sono secondo lei le potenzialità nascoste o non-sfruttate di Velletri in relazione al contesto territoriale in cui è inserita?
Le potenzialità sono date essenzialmente dallo sfruttamento delle capacità e allora dobbiamo settoriale un pochino le cose. Velletri grazie a Dio non è una città industriale (grazie a Dio perché ciò evita la rovina dell'ambiente e favorisce l'aggregazione e lo sviluppo delle attività culturali). Sotto l'aspetto culturale vedrei molto bene Velletri come sede di dipartimenti universitari, migliorando ovviamente la recettività, e come città di cultura, che non sia solo di studi ma integrata con lo sfruttamento di tutte le opere d'arte che abbiamo, potenziando i musei. Inoltre completamento ed integrazione delle scuole che ci sono per realizzare questa caratteristica di città degli studi che alleggerirebbe il carico di Roma dando prestigio alla città. Sotto il profilo economico c'è la caratteristica agricola prima di tutto, Velletri è la città del vino quindi si dovrebbe potenziare e specializzare la produzione del vino, realizzare un cosiddetto "percorso dei vini" - il turismo enogastronomico è veramente un settore che può essere sviluppato perché può essere collegato ad iniziative di altre regioni. Anche per questo logicamente c'è bisogno di capacità recettiva. E poi il commercio e l'artigianato che vanno favoriti con incentivi in modo tale che sia l'artigianato locale sia il commercio cittadino ed extra-cittadino possano integrare la vocazione essenzialmente residenziale-turistica di Velletri durante tutto l'arco dell'anno. Penso che esaurite le cose in queste direzioni l'economia di Velletri, particolarmente in relazione ai giovani, possa aprire loro nuove interessantissime prospettive di lavoro.


4. Qualcuno ha di nuovo tirato in ballo la questione "Velletri provincia": cosa ne pensa? Ma soprattutto sarebbe conveniente per Velletri uscire dalla provincia di Roma?
Io vedo Velletri come una città di completamento della Roma capitale, ministeriale e turistica. Velletri può ottenere una sua autonomia anche indipendentemente dall'istituzione della provincia. La provincia nel tempo è andata un po' a diminuire nei suoi poteri in quanto questi sono stati attribuiti alla regione: quindi se si potesse istituire la provincia di Velletri con la sua totale autonomia sarebbe un fatto rilevante per tutta la cittadinanza anche perché si aprirebbero nuovi uffici, diverrebbe il centro di aggregazione di funzionalità amministrative di tutta un'ampia zona. Ritengo però che ci siano delle fortissime resistenze alla creazione di nuove province da parte dello Stato, bisogna allora migliorare Velletri potenziandola sotto altri aspetti: sappiamo che è stata istituita la sezione della Camera di Commercio ed è gia un fatto interessante; il tribunale di Velletri ha acquisito nuovi territori diventando il secondo tribunale del Lazio dopo quello di Roma ed è una città nella quale sotto l'aspetto giudiziario gravita un territorio amplissimo che comprende i castelli, il litorale, per arrivare fino a Segni, Carpineto Romano, Montelanico. Come ampiezza e come utenza è maggio re dei tribunali di Latina e di Frosinone. Se si riuscisse ad ottenere anche l''istituzione della sezione distaccata della Commissione Tributaria, e noi ci stiamo battendo per questo. Io credo che Velletri pur non essendo qualificata quale provincia abbia però delle grosse funzionalità decentrate da Roma e che quindi possono incrementare lo sviluppo della città.


5. Ultimamente Velletri è vittima di una sorta di "forza centrifuga" (persone che vanno fuori per lavoro, per fare una passeggiata, uffici trasferiti in città limitrofi, …): come è possibile arginare questo?
Questo è un fatto da attribuire un po' ad elementi di natura tecnica quali l'informatizzazione e la telematica che portano alla concentrazione di certi tipi di uffici con zone di operatività molto ampie. L'amministrazione locale dovrebbe essere molto più attenta a questo fenomeno e pronta a recepire i segnali di distacco o di concentrazione di certi servizi, mettendo a disposizione spazi locali, e comunque dovrebbe svolgere un'attività politica tendente a conservare ed eventualmente ad acquisire uffici che possano esser funzionali per i servizi pubblici. Tecnicamente questo è un processo necessitato ma sotto il profilo pratico potrebbe essere affrontato e risolto continuando a conservare ma ancora di più ad acquisire con prontezza e intuito anche da parte degli amministratori.


6. Come si aspetta la vita parlamentare (nel caso venga eletto)?
Certamente molto intensa perché al Senato si lavora con frequenza costante ma gli spazi liberi devono essere dedicati al collegi altrimenti sarebbe sterile per la cittadinanza e per l'elettorato darmi la fiducia del voto e non vedere appunto un riscontro di prontezza, di attenzione. Ecco perché è mia ferma intenzione, anche perché io abito qui, stabilire nel collegio dei giorni fissi nei quali farei un programma di incontri periodici con gli elettori e con le amministrazioni locali ed eventualmente intervenire per contribuire in pratica a risolvere problemi e portare avanti discorsi di sviluppo.


7. Qual è la cosa che aspetta con più trepidazione e nelle responsabilità di Senatore che cosa la preoccupa di più?

Nel lavoro la trepidazione non deve avere spazio, il lavoro deve essere fatto seriamente e laddove ci sia necessità deve essere preceduto da quella preparazione necessaria, nella nostra vita dobbiamo sempre studiare, non si finisce mai, con la consapevolezza che comportandosi correttamente e al tempo stesso con serietà si possono affrontare le cose senza trepidazione ma con raziocinio e senso di responsabilità. Sono abituato ad assumermi responsabilità, l'ho fatto per tutta la mia vita fino ad ora e quindi non ho timore di continuare a farlo.


8. Qual è il suo rapporto con i giovani e che tipo di relazione intende instaurare da Senatore con i giovani di Velletri?
Il mio rapporto è sempre stato ottimale perché li ho sempre rispettati in quanto sono il nostro futuro: il loro futuro è anche il nostro futuro. Io ho anche insegnato diritto ed economia, sono stato assistente universitario, volontario alla facoltà di antropologia criminale, ho partecipato a corsi di formazione di giovani praticanti avvocati, sono stato presidente di commissione agli esami di abilitazione alla professione alla corte d'appello di Roma, quindi con i giovani ho sempre avuto un rapporto ottimale. Dovete avere subito un apporto, un sostegno da noi adulti altrimenti contravverremmo al nostro dovere, i giovani sono tutti figli e così come con i figli c'è una confidenza da un'autorità affettuosa data soltanto dalla figura del padre e non l'autorità comportamentale che non è necessaria, basta che ci sia il rispetto reciproco. Con i giovani si può fare questo confronto che è dato dall'esperienza e serve per migliorare loro ma anche per migliorare me perché soltanto in questo modo posso stare vicino a loro.


9. E' fiero di essere un cittadino veliterno?

Io sì, senza per questo ripudiare le mie origini. Io a Velletri ho sempre voluto bene e ho dato tanto entusiasmo, passione, sono stato presidente dei donatori di sangue e ho collaborato in comitati presso le parrocchie anche per la raccolta dei fondi necessari appunto ai restauri nelle parrocchie, se non fossi stato innamorato di Velletri non l'avrei fatto.

 

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