Pubblicato su Politica Domani Num 5 - Maggio 2001

INCONTRO CON BEPPE DEL COLLE

 

La bellissima chiesa di san Lorenzo e la luce intensa del pomeriggio hanno fatto da inusuale cornice all'ultimo incontro, giovedì 26 aprile, con Beppe del Colle. La variazione di luogo e di orario non hanno favorito la partecipazione solita, nonostante il tema "LINGUAGGIO E STRUMENTI DELLA COMUNICAZIONE POLITICA". Ciò nonostante era presente un bel gruppo di oltre 60 giovani (e meno). Informazione politica in TV e sulla carta stampata, il ruolo del pubblico e dei conduttori, la satira, la stampa e l'elettorato cattolico, gli strumenti di interpretazione della bontà e onestà del messaggio politico, i criteri di comportamento del giornalista, la libertà dell'informazione, sono stati i temi trattati. La relazione completa è sul nostro sito alla voce "Le Conferenze" nella colonna della pagina principale.

In questa sede sintetizziamo solo quanto detto sull'informazione politica fatta in TV. Agli esordi della TV le notizie politiche date dai mezzibusti erano semplici resoconti di eventi parlamentar, senza commento ed accuratamente ovattati per coprire ciò che non andava bene e di cui comunque si parlava e ci si lamentava: corruzioni, tangenti, raccomandazioni. Dopo il 1993, l'era di tangentopoli e dei grandi processi, si è passati alle trasmissioni TV con presenza di pubblico in sala con diritto di parola (Samarcanda, Rosso e nero, Milano-Italia) attraverso le quali si è veramente capito che cosa, ad esempio, fosse la mafia. L'informazione, per quanto vivace e immediata non era però esente dall'essere di parte e inadeguata. Il problema è tuttora irrisolto ma l'informazione politica via tubo catodico è persino peggiorata: le TV commerciali sono entrate nel "giro" grazie a una norma della legge Mammì che imponeva loro di fare TG ed informazione politica. Si sono poste così le premesse di scalate da parte di personaggi del mondo degli affari ricchi e potenti. La RAI si è adeguata, e da quel momento in poi è stato molto difficile distinguere fra informazione e propaganda politica. È nato il problema della "par condicio" ed è emerso in tutta la sua gravità il problema della incompatibilità fra il potere economico e il potere mediatico con il potere politico. Oggi nella TV di informazione politica il pubblico sta zitto o applaude; a mediare fra chi parla e gli spettatori è una selva di microfoni; il messaggio deve essere breve e intenso nei casi migliori (vedi l'intervista di Biagi), più spesso è solo declamatorio; i protagonisti della politica o si specchiano nell'occhio della videocamera senza mettersi in gioco e senza confronto, oppure si comportano, più o meno letteralmente, come sul quadrato di un ring, magari scambiato per aula di tribunale, e mentre il pubblico presente in studio fa da tappezzeria, quello a casa è chiamato solo a far parte di un sedicente quanto inconcludente sondaggio [n.d.e.].

 

Homepage

 

   
Num 5 Maggio 2001 | politicadomani.it