Pubblicato su Politica Domani Num 48/49 - Giu/Lug 2005

Accordi economici trilaterali
Le nuove vie del petrolio
Cina, India, Iran. Nella nuova geografia dei flussi di petrolio c'è un grande escluso, gli Stati Uniti

di Mauro Lodadio

Checchè ne dica Calderoli, ministro delle riforme di uno sgangherato Governo Berlusconi, gli Stati Uniti d'America non sono esportatori di democrazia. "Non andiamo in Iraq per il petrolio", avrebbe affermato il ministro in una puntata di "Porta a Porta". Sarebbe bastata una guerra lampo per restituire pace e serenità ad un popolo travagliato dalla dittatura. Poi sarebbe stato il turno dell'Iran. Non vorremmo sconfessare il leghista Calderoli, ma la verità è tutt'altra. La guerra alla dittatura di Saddam fu solo una copertura per impossessarsi dei vasti giacimenti petroliferi che possiede l'Iraq. La politica di Bush, Blair e, indirettamente, di Berlusconi, fa acqua da tutte le parti. E ce lo conferma lo stesso Iran, accusato più volte di difendere e proteggere Bin Laden e Saddam Hussein.
Gli esponenti religiosi che sono al governo di Teheran stanno infatti scegliendo con grande scrupolo a chi vendere i prodotti energetici, definendo partnership con paesi influenti. Indovinate quali sono i nuovi amici iraniani nel mondo? La Cina e l'India, i maggiori rivali economici americani. Il prezzo del petrolio in forte crescita, la corsa all'espansione economica e l'accesso alle forniture di petrolio, concorrono ad avvantaggiare Teheran. Cadono in un sol colpo le tentazioni americane di isolare l'Iran. Una sorta di ripicca internazionale.
"Teheran - scrive il New York Times -, ha preso contatti con Cina e India, due dei mercati più grandi e dinamici del mondo, e ha promesso forniture a lungo termine di gas, nonché concessioni per le esplorazioni petrolifere. Inoltre l'anno scorso l'Iran ha accordato al Giappone (il suo più importante cliente in Asia), una maggiore fornitura di petrolio."
"Chi la fa, l'aspetti" dice un noto proverbio. In realtà sembra quasi che gli americani si trovino in un vicolo cieco. Vediamo altri esempi. Nonostante i suoi problemi e la crisi del greggio, l'Iran a gennaio ha annunciato che rifornirà di gas naturale l'India per 25 anni, un accordo commerciale che si stima valga intorno ai 32 miliardi di euro. La Cina, invece, sarà rifornita per 30 anni di gas naturale e ha ottenuto la concessione di una quota del 50% nelle estrazioni di Yadavaran (nel Kuzestan), che si calcola contenga l'equivalente di circa tre miliardi di greggio.
Non è finita qui. Nel quotidiano americano si legge che "l'Iran sta cercando di persuadere gli storici nemici India e Pakistan ad acconsentire alla costruzione di un oleodotto da 3,2 miliardi di euro che potrebbe portare il gas iraniano direttamente in India, passando per il Pakistan."

 

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