Pubblicato su Politica Domani Num 48/49 - Giu/Lug 2005

Notizie

 

Poco da ridere
C'era poco da ridere a Baghdad sotto il regime di Saddam Hussein, ma adesso si ride ancora meno. Lo dicono i comici iracheni Jassim Sharaf e Amer al Oumari. Prima dell'invasione gli spettacoli dei due comici erano affolati, e molti spettatori erano membri della polizia segreta che si divertivano moltissimo alle battute dei due. Accanto al teatro Ishtar di Baghdad si trova infatti la sede dei mukharabat, la ex polizia segreta di Saddam. Allora non si potevano fare battute su Allah, Saddam, la polizia segreta e qualunque soggetto religioso. Oggi, con gli americani e il nuovo governo non si può scherzare più su nessuno. "Non si scherza su Jalal Talabani, il nuovo presidente curdo, non si scherza sugli americani, non si scherza sulla guerriglia. E soprattutto - aggiunge Sharaf - c'è una gran confusione perché non si sa più chi sono i nemici e ogni battuta è un rischio."

L’Airbus prende il volo
Mercoledì 27 aprile l'Airbus A-380 ha spiccato il volo. Giornalisti e fotografi ansiosi di riprendere l'esordio, un bagno di folla tra vip e curiosi esultanti in attesa della partenza, tecnici e meccanici entusiasti per l'opera completata. E così sotto il cielo sgombro da ogni linea, l'aereo più grande del mondo finora mai realizzato, si è innalzato sopra un pubblico stordito per l'esaltazione, in un sorprendente silenzio. Da Tolosa, un viaggio di quattro ore sino a Blagnac. Un evento singolare a cui il nostro paese non ha partecipato. Esclusi anche da questo progetto, ma la cosa non ci stupisce. La nostra competitività è in declino. Anche in Europa siamo gli ultimi. L'Eurostat rileva dati preoccupanti, sia in materia di inflazione che in materia di occupazione, retribuzione e conti pubblici. Persino il governo comincia a non credere più alla favola del "tutto va bene; la crisi è una maldicenza messa in giro dalle sinistre; è l'opposizione che porta sfiga". Negli ultimi quattro anni, la produzione industriale è scesa di ben 7,9 punti. E questo non è un dato virtuale.

Pornografia
Il 19 maggio 2005 l'Eurispes ha pubblicato il 4° Rapporto sulla pornografia. Lo studio ha avuto però poco risalto sui media.
L'industria della pornografia produce film, video, programmi televisivi, sexy-shop on line e pornografia stampata e telefonica, con un bilancio annuale di 993 milioni di euro. In 20 anni il mercato della pornografia è passato da confini ben definiti (riviste, sexy shop, cinema a luci rosse, filmini super 8) ad un mercato globale (televisioni, internet). La domanda, che è cresciuta costantemente, è stata subdolamente indotta con investimenti sempre più cospicui e con precise strategie di banalizzazione e di normalizzazione. Responsabili sono il diffondersi della tecnologia delle comunicazioni e le profonde modificazioni culturali degli anni '80 e '90 del secolo scorso.
Secondo alcuni, il declino progressivo dei valori, la crisi delle tradizionali agenzie di orientamento (scuole, parrocchie, partiti), l'affermarsi del relativismo etico e di una nuova concezione della morale, sono alla base della crescita del mercato. Per altri, invece, questa crescita rappresenterebbe il superamento dei tradizionali tabù, l'evoluzione e la liberalizzazione dei costumi, l'affermazione di nuove e maggiori libertà, insomma, una conquista della post modernità.

Italia-Africa-Scozia
"Dal futuro dell'Africa dipende il destino di tutti noi". Walter Veltroni, sindaco di Roma è sostenitore convinto della iniziativa "Italia-Africa", un gemellaggio ideale fra la città eterna e il grande continente. Dieci giorni di incontri, manifestazioni, spettacoli e convegni sull'Africa che si sono svolti dal 20 al 31 maggio nei luoghi più rappresentativi della città.
"Vogliamo contribuire a sensibilizzare e mobilitare l'opinione pubblica nazionale e internazionale affinché il continente africano possa essere sostenuto sulla via dello sviluppo, rafforzando l'impegno per la pace."
Il 6 giugno in Scozia si riunirà il G8 proprio per affrontare i problemi dell'Africa. I delegati africani saranno presenti, però, solo come ospiti e non come membri effettivi. Questo nonostante l'Africa abbia dimostrato in molti modi di saper prendere in mano il proprio destino.

Millennium goals
Si tratta di "obiettivi" e non di "sogni", quelli che si sono dati nel 2000 i 189 Paesi membri dell'ONU. Sono otto, sono alla portata dei governi e vanno monitorati ogni cinque anni. Eccoli.
1. Dimezzare tra il 1990 e il 2015 la percentuale di persone che vivono con meno di un dollaro Usa al giorno.
2. Assicurare che, entro il 2015, in ogni luogo i bambini, i ragazzi e le ragazze siano in grado di completare un ciclo completo di istruzione primaria.
3. Eliminare le disuguaglianze di genere nell'istruzione primaria e secondaria preferibilmente entro il 2005 e a tutti i livelli entro il 2015, e potenziare il ruolo delle donne.
4. Ridurre di due terzi, tra il 1990 e il 2015, il tasso di mortalità infantile al di sotto dei cinque anni d'età.
5. Ridurre di tre quarti, tra il 1990 e il 2015 il tasso di mortalità materna.
6. Arrestare, entro il 2015, e invertire la tendenza alla diffusione dell'Hiv/Aids.
7. Integrare i principi di sviluppo sostenibile nelle politiche dei Paesi e nei programmi e arrestare la distruzione delle risorse ambientali.
8. Sviluppare una partnership globale per lo sviluppo. Entro il 2015, gli Stati si sono impegnati in una serie di interventi di sviluppo, principalmente in quattro aree: cooperazione allo sviluppo, debito estero, commercio internazionale, trasferimento delle tecnologie.

Mortalità infantile
La condizione dei bambini nel mondo resta preoccupante. Lo denuncia l'Unicef, cifre alla mano, nel suo rapporto su "La condizione dell'infanzia nel mondo 2005". Undici milioni di bambini muoiono nel mondo ad un'età inferiore ai cinque anni. In alcuni paesi si è persino verificato un peggioramento della situazione. Oltre alle malattie, la malnutrizione, le pessime condizioni igieniche,Anche la diffusione dei conflitti armati ha contribuito a far accrescere la mortalità infantile: dal 1990 al 2002, paesi quali l'Iraq e la Costa D'Avorio hanno segnalato un consistente incremento della mortalità infantile sotto i 5 anni. L'Iraq, per esempio, è l'unico paese tra il Medio Oriente e il Nord Africa in cui, dal 1990 al 2002, il tasso di mortalità infantile è cresciuto: in Iraq, un bambino su 10 non raggiunge i 5 anni di età.
(fonte: Unicef)

 

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