Pubblicato su Politica Domani Num 48/49 - Giu/Lug 2005

Libri Consigliati

 

- Anna Politkovskaia, "CECENIA - Il disonore russo"
Edizioni LEG (Libreria Editrice Goriziana) - pgg. 192 - 15,00 euro

Dall'agosto del 1999 Anna Politkovskaia, reporter di "Novaia Gazetta", è stata più di quaranta volte in Cecenia per seguire la guerra. Secondo la giornalista sono in gioco l'avvenire stesso della Russia e le sue chances di arrivare a una vera democrazia. Descrivendo la tragedia della popolazione cecena, Politkovskaia dimostra che il persistere del conflitto lo rende sempre più incontrollabile. Per Anna Politkovskaia questa spirale infernale ha la sua origine nella tradizione di un potere che ha bisogno di un nemico, di un capro espiatorio cui far portare il peso dei problemi reali dei russi nel difficile periodo del postcomunismo.

Anna Politkovskaia è oggi una dei pochissimi giornalisti russi a raccontare in maniera indipendente quel che succede in Cecenia. A questo titolo è stata molte volte premiata in Russia e, nel 2002, dal Pen Club International. Nel febbraio 2003 ha ricevuto in Danimarca il Premio per il Giornalismo e la Democrazia assegnato dall'OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa). Nell'ottobre del 2002, a rischio della propria vita, ha accettato il ruolo di negoziatrice in occasione del sequestro di ostaggi avvenuto in un teatro di Mosca e terminato in maniera drammatica.

 

- Åsne Seierstad, "Il libraio di Kabul"
Edizioni Sonzogno, 2003 - pgg. 223 - 17,00 euro

"Quando il regime talebano cadde, mi diressi a Kabul con l'Alleanza del Nord. In una libreria mi imbattei in un elegante signore brizzolato. Dopo settimane in mezzo a polvere da sparo e macerie, settimane di conversazioni su tattiche di guerra e avanzate militari, fu per me un grande sollievo poter sfogliare un libro e parlare di letteratura e di storia. Gli scaffali di Sultan Khan erano stracolmi di volumi in diverse lingue, raccolte di poesie, leggende afgane, opere di storia, romanzi. Era un abile venditore: la prima volta me ne andai dalla sua bottega con sette volumi sotto il braccio. Quando avevo un po' di tempo libero, facevo volentieri un salto lì, per guardarmi intorno e intrattenermi ancora con quell'interessante libraio, un patriota afgano che così tante volte era rimasto deluso per la sua terra.
"Prima i comunisti hanno bruciato i miei libri, poi i mujahidin ne hanno fatto razzia, poi i talebani me li hanno bruciati un'altra volta", raccontò.
Un giorno mi invitò a cena a casa sua.
... Sultan raccontava aneddoti, i figli ridevano e scherzavano. ... Non ci misi molto, però, ad accorgermi che le donne parlavano poco. ... Quando me ne andai dissi a me stessa: questo è l'Afghanistan. Sarebbe interessante poter scrivere un libro su questa famiglia."
[Dalla Prefazione del libro]

 

- Paolo Tarchi (ed.), "Etica del profitto e responsabilità sociale dell'impresa"
Città Nuova Editrice, 2005 - pgg. 208, 14,00 eu

Sono stati raccolti in un volume i lavori dell'omonimo convegno tenutosi a Genova il 26 e 27 marzo del 2004.
"I contenuti qui espressi sono il punto di arrivo di un cammino iniziato da alcuni anni e che ha visto mettere a tema in ambito ecclesiale il complesso mondo dell'imprenditorialità, con i suoi valori, le sue fatiche. Se per un lungo periodo si è guardato all'impresa con un certo sospetto, a causa spesso delle conseguenze derivanti da una ricerca spregiudicata del profitto, oggi, in un tempo di grandi trasformazioni conseguenti alla globalizzazione, assistiamo al nascere di un contesto culturale per molti aspetti nuovo e che fa ben sperare.
La Dottrina sociale della Chiesa ha offerto un importante contributo per chiarire il ruolo dell'impresa e del rapporto impresa-profitto. ... Non meno importanti in questi anni sono state le iniziative a livello europeo e mondiale.
... Attorno al problema dell'etica del profitto e della responsabilità sociale dell'impresa, sono chiamate in causa le scienze economiche, le scienze sociali, la politica e la morale, ma anche gli imprenditori e le imprese.
... [Scopo dei lavori è stato] offrire una visione di insieme in grado di consentire scelte e sollecitazioni positive a un dibattito e a un vissuto che è ancora in gran parte da costruire."
[dall'Introduzione a cura di Paolo Tarchi]

 

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