Pubblicato su Politica Domani Num 48/49 - Giu/Lug 2005

Autodeterminazione e libertà
Fine del colonialismo
In sessanta anni di lotta per l'indipendenza, con l'aiuto delle Nazioni Unite, la colonizzazione è quasi scomparsa

di Daniele Proietto

Nel 1945, quando furono fondate le Nazioni Unite, 750 milioni di persone, circa un terzo della popolazione mondiale, vivevano in paesi sottomessi alle potenze coloniali. Oggi coloro che ancora vivono in territori non indipendenti sono oltre due milioni.
Sessanta anni fa, tuttavia, il colonialismo era ancora considerato un male da sanare. Uno dei primi obiettivi delle Nazioni Unite fu di attuare un piano di decolonizzazione i cui principi guida erano fissati negli articoli 73 e 74 dello statuto. Nel capitolo 12 in particolare (articoli dal 75 all'85) viene istituito un Sistema Internazionale di Amministrazione che ha come ragione unica della propria esistenza il riconoscimento dei diritti dei territori dipendenti all'autodeterminazione e all'indipendenza. Nello statuto si afferma l'impegno delle Nazioni Unite a proteggere i "trust territories" - così da allora furono definiti i territori bisognosi di aiuto per la loro indipendenza -, e ad intraprendere insieme azioni atte a promuovere la pace e la sicurezza internazionale.
L'impegno riguardava, inoltre, il tentativo di favorire con ogni mezzo il miglioramento delle condizioni politiche, economiche e sociali degli abitanti dei territori delle colonie, incoraggiando il rispetto per i diritti umani e per le libertà fondamentali di ogni individuo senza distinzioni di sesso, lingua e religione (articolo 76).
Oltre al Sistema Internazionale di Amministrazione, lo statuto istituiva anche un Consiglio d'amministrazione (disciplinato dagli articoli 86-91), composto dagli amministratori dei “Trust territories" e da altri membri eletti dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Il meccanismo di elezione prevedeva, allora come oggi, che il Consiglio fosse composto per metà da membri governanti i Territori e per metà da membri dei Territori che però non avevano compiti di governo.
L'articolo 87 precisa i compiti del Consiglio, che consistono nell'esaminare i rapporti delle autorità amministrative dei territori, accettare e visionare eventuali petizioni, effettuare visite di ispezione dei "Trust Territories", in accordo con gli amministratori, e intraprendere qualsiasi azione a favore dei Territori.
Il 14 Dicembre del 1960, nel tentativo di velocizzare le operazioni e di dare una nuova spinta all'opera di decolonizzazione, l'Assemblea Generale adottò la "Declaration on the Granting of Indipendence to Colonial Countries and Peoples", più semplicemente conosciuta come "Dichiarazione di decolonizzazione", che riconosceva il diritto di autodecisione, bandiva qualsiasi forma di azione armata e qualsiasi tentativo di violazione totale o parziale dell'unità nazionale e dell'integrità del territorio, e ribadiva con fermezza la necessità di porre rapidamente fine al colonialismo.
Il passo successivo e complementare a quello del '60, fu quello del 1962, quando l'Assemblea istituì la "Commissione speciale per la decolonizzazione", con il compito di monitorare l'implementazione delle tappe verso l'autonomia dei territori dipendenti indicate nella Dichiarazione di decolonizzazione. L'Assemblea inoltre fissò al decennio tra il 1990 e il 2000 la scadenza per la totale estirpazione del colonialismo.
L'ultimo atto delle Nazioni Unite fu quello del 2001, quando a completamento dell'iniziativa del 1990, fu proclamato il "Second International Decade for the Eradication of Colonialism".
Dalla nascita delle Nazioni Unite e, più precisamente, dalle prime applicazioni delle direttive fissate nel suo statuto fino ad oggi, 80 colonie hanno raggiunto l'indipendenza. Attualmente rimangono solo 16 Territori per i quali non si è ancora realizzata la promessa dell'ONU.

 

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