Pubblicato su Politica Domani Num 47 - Maggio 2005

Calcio e potere
Roman Abramovich
Il padrone del Chelsea Football Club ha 39 anni. Self-made man, ha costruito il suo impero finanziario dal nulla, tra gangsters e finanzieri russi del dopo-Perestojka

di Yannik Felici

Come trasformare una squadra di calcio mediocre, con grandi carenze finanziarie, in un team di successo che vince e fa divertire il pubblico?
Molti tifosi si saranno posti questa domanda nei momenti difficili di un club. La risposta è semplice: bisogna trovare un compratore molto ricco. Ovviamente non è successo a tutte le squadre in difficoltà, ma è successo ad un famoso club d'oltremanica: il Chelsea F.C.
Il compratore in questione è Roman Abramovich, un uomo che fino ad allora non era molto noto fuori dal suo paese, la Russia. Il suo nome è oggi sulla bocca di tutti gli appassionati di calcio, che quasi sperano che sia proprio lui ad acquistare la loro squadra del cuore.
Ma chi è Roman Abramovich e perché è definito "il miliardario della tundra"?
Abramovich è un self-made man, un uomo che ha costruito il suo impero finanziario dal nulla, tra gangsters e finanzieri russi del dopo-Perestojka. Oggi ha 39 anni ed è il secondo "oligarca" in ordine di patrimonio dopo Mikhail Khodorkovsky, il padrone del colosso petrolifero Yukos, incarcerato dal 2003. Il suo patrimonio personale è stimato a 10,6 miliardi di dollari nel 2004. Nativo di Saratov, nella Russia centrale, Abramovich rimane orfano di padre e madre all'età di quattro anni. Lascia poi l'università per diventare imprenditore nel campo petrolifero e nel 1992 è indagato per aver fatto sparire 55 cisterne di petrolio. Nella seconda metà degli anni novanta diventa amico dell'ex re degli "oligarchi", Boris Berezovsky, che lo aiuta ad ingrandire il suo patrimonio. Nel 2000 viene eletto governatore della Chukotka, una regione siberiana ricca di minerali ma povera e arretrata. Lì Abramovich è molto amato dalle persone, poiché ha portato un po' di benessere alla popolazione stremata dalla sconsiderata gestione dei governatori sovietici e post-sovietici, fondando ad esempio la "Pole of Hope" con un contributo di 30 milioni di dollari. Abramovich è inoltre a capo della seconda compagnia di petrolio russa, della seconda compagnia mondiale per la produzione di alluminio e di qualche canale televisivo russo.
Quest'uomo cresciuto tra i gangsters appare oggi come un rispettabile uomo d'affari e come un filantropo. Nel 2003 acquista il Chelsea Football Club, pagando 400 milioni di dollari. La squadra Londinese non godeva di un'ottima salute finanziaria e non vinceva competizioni importanti da molto tempo. Nella campagna acquisti successiva tutti si accorsero subito che si era aperta una nuova parentesi nel calcio inglese e mondiale. Il Chelsea (soprannominato Chelski) comincia a comprare campioni da tutti i campionati formando una squadra di livello internazionale.
Abramovich fa poi esonerare l'allenatore italiano Claudio Ranieri, reo di essere un disfattista, rimpiazzandolo con l'energico Jose Mourinho. Quest'ultimo non eccelle però in sportività visto che si è reso protagonista di episodi razzisti come gli insulti a giocatori di colore. La UEFA (federazione calcistica europea) ha recentemente deferito Mourinho per dichiarazioni riguardanti l'imparzialità dell'arbitro Frisk durante la partita Chelsea-Barcellona. Il Chelsea F.C. è oggi uno dei club più competitivi d'Europa, è il favorito per vincere il campionato Inglese 2004-2005 ed è in corsa per vincere la Champions League. Lo Stamford Bridge di Londra è stracolmo di tifosi entusiasti ad ogni partita e la squadra ha ritrovato il vigore perso da molto tempo.
La storia del Chelsea sebbene abbia un lieto fine ci mostra però, un aspetto negativo del mondo sportivo, soprattutto calcistico, di oggi. Un club per vincere, ha bisogno di un'immensità di soldi, che ormai contano più di tutti i valori che lo sport dovrebbe insegnare.

 

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Num 47 Maggio 2005 | politicadomani.it