Pubblicato su Politica Domani Num 47 - Maggio 2005

Ritmi d'Africa
La musica parla…
A differenza dell'occidente, dove è il canto che si modula sullo strumento, in Africa sono gli strumenti ad imitare il canto

di Chiara Quaglia

"I neri d'Africa continueranno a vivere grazie alla musica, al ritmo e alla danza", dice F.Bebey, cantautore del Camerun. L'Africa non è una zona omogenea dal punto di vista musicale. Occorre dividere il Continente in tre ampie zone: l'Africa settentrionale, con i paesi del Maghreb, la Libia, l'Egitto e le coste fino al golfo di Guinea, aree che hanno subito l'influenza islamica; l'Africa meridionale su cui pesano i condizionamenti dell'Occidente a causa della presenza di Chiese Cristiane di origine Europea; l'Africa centrale che è l'area in cui si trovano le radici della tradizione musicale che prenderemo in considerazione. In questa zona ci sono varie forme di espressività musicale che hanno però alla base degli elementi comuni. Le diversità derivano dal fatto che ritmo e musica cambiano a seconda delle condizioni ambientali e sociali dei numerosi popoli che abitano questa parte del Continente. La musica si fa espressione del vivere quotidiano che scandisce gli eventi della vita pubblica e privata. A differenza della musica occidentale in cui prevale la melodia, nei canti Africani essenziale è il ritmo. Si sovrappongono ritmi diversi sul marcatempo, la strutture portante, e si varia la metrica durante l'esecuzione. In questo modo il tempo, durante tutto il brano, è in continua trasformazione. Impossibile creare un effetto di armonia nel brano perché le lingue monosillabiche parlate da molti popoli Africani non permettono un canto "legato". La spezzettatura delle parole contribuisce al ritmo. Il canto è antifonale, cioè si alterna il tema del solista con la risposta di un coro che spesso è composto dall'intera comunità. Ogni membro del gruppo presente alle rappresentazioni non è solo spettatore, è anche protagonista. Il tamburo solista non è più importante di chi batte semplicemente le mani. Il canto è spesso improvvisato e perché ci sia improvvisazione è necessaria la ripetizione delle stesse battute, un punto di riferimento sul quale l'artista può "inventare". Tutto ciò non significa avere massima libertà di esecuzione. Non si tratta di un'esibizione di bravura. Chi suona non deve sorprendere, deve celebrare, "vivere e far vivere i suoni". Suoni naturali che si immergono nella natura proprio perché i materiali usati per costruire gli strumenti sono fatti di elementi naturali. Si narra che attraverso il legno con incisi dei codici si potesse comunicare tra villaggi. Con l' apparizione delle frontiere, poi, ogni tribù avrebbe dovuto farsi identificare attraverso un ritmo. Nascono da qui le percussioni, fatte su tronchi di legno coperti da pelli di animale in tensione. A dare la base ritmica sono i membranofoni, tra i quali i tamburi bassi (doundounba, sangban, kenkeni), suonati con una bacchetta di legno che fa vibrare la pelle e una di metallo che percuote una campana accanto al tamburo. Tra la categoria degli idrofoni c'è la marimba, una tavoletta di legno sotto la quale sono poste delle zucche vuote. Il suono è dato dal percuotere le tavolette con bacchette di legno rivestite di caucciù. Tra gli aerofoni il corno (in avorio o in legno) e i flauti costruiti con materiali diversi. Molto importanti sono gli strumenti a corda come la kora e lo n'goni che vengono accordati a seconda del gruppo di appartenenza così da emettere suonando e pizzicando le corde, suoni simili a quelli del proprio dialetto. Nell'occidente è il canto che tenta di avvicinarsi allo strumento; in Africa sono gli strumenti che cercano di imitare il canto. Con il tempo anche la musica africana ha modificato i propri strumenti tradizionali per renderli più efficaci, arrivando ad usare anche strumenti elettrici. Anche i contenuti sono cambiati e non si parla di riti e di miti. In Europa questa musica ha trovato ampio spazio nell' attuale mondo discografico. Spazio reso possibile da artisti del rock come Paul Simon, attratti dai suoni di quel Continente. In discoteca si balla con i brani di Miriam Makeba. Popolo primitivo è stato chiamato quello dell'Africa, un Continente con una tradizione musicale che si sta imponendo a livello mondiale.

 

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