Pubblicato su Politica Domani Num 47 - Maggio 2005

Per una rinascita dal basso
Mezzogiorno: Cosa farà l'Unione?
I patti territoriali hanno portato qualche vantaggio, ma nuove sfide incombono

di Fabio Antonilli

In molti oggi sostengono che dopo la fine dell'intervento straordinario nel Mezzogiorno debba seguire un'altra stagione di "presidi" statali. Nel 1992 la legge n. 488 pose fine ad oltre un quarantennio di misure per lo sviluppo e per l'emersione del sud d'Italia dallo stato di arretratezza in cui versava. I conti pubblici in rosso, i parametri europei da rispettare e una riforma della pubblica amministrazione attesa da decenni, hanno portato ad una politica di valorizzazione del territorio e responsabilizzazione delle autonomie locali.
E così grazie ad una legislazione ad hoc, negli anni '90, nel sud sono nati e si sono sviluppati numerosi distretti industriali: il calzaturiero-tessile di Barletta, le ceramiche di Caltagirone, il tessile di Isernia, l'agro-alimentare di Nocera e Gragnano, quelli agricoli della Sicilia e della Lucania. Tutti avviati dalla stagione degli accordi sociali con i Patti territoriali. Questi patti partono da una logica di "sviluppo dal basso" per giungere quindi ad accordi tra soggetti economici, istituzionali, sindacali e sociali che agiscono sul territorio e che sono coinvolti direttamente nelle scelte economiche e produttive che riguardano il territorio stesso. Dunque prende forma la cultura del fare, della responsabilità e della condivisione delle scelte, tutto a svantaggio del malcostume (di cui la società meridionale è pervasa) fondato sull'assistenzialismo e sui "favori", e quindi sulla esasperata dipendenza economico-sociale di un uomo da un altro.
Queste politiche hanno portato a dei discreti risultati ma in questi anni sono subentrate nuove sfide - la globalizzazione, il riemergere della criminalità organizzata, la precarizzazione del lavoro, la forte esigenza di un reddito minimo di cittadinanza, la perdita del potere d'acquisto dei redditi fissi - che necessitano di soluzioni immediate e che vanno a scontrarsi con il lassismo a cui la classe politica italiana è abituata.
Ora, il momento è cruciale: dopo quattro anni di inerzia dell'attuale Governo, il centro-sinistra sarà davvero in grado di fare qualcosa? In questi giorni a Napoli nasce un coordinamento delle Regioni meridionali, governate dal centro-sinistra, per definire e mettere in pratica con maggiore efficacia le strategie di rilancio del Mezzogiorno d'Italia. Riusciranno a dare risposte e a far seguire, a queste, fatti concreti al di là dei soli interessi partitici ed elettorali? Staremo a vedere.

 

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Num 47 Maggio 2005 | politicadomani.it