Pubblicato su Politica Domani Num 46 - Aprile 2005

Gerusalemme
La spianata delle Moschee
Nel cuore della città, è il centro della storia di musulmani ed ebrei. La fortissima connotazione ideologica, culturale e religiosa lo rendono per gli uni e per gli altri un luogo egualmente irrinunciabile

di M.M.

C'è un posto in Gerusalemme sul quale la giurisdizione civile e amministrativa si sviluppa in verticale, dal sottosuolo verso l'alto, piuttosto che in orizzontale come avviene normalmente nelle zone di confine. Si tratta del cuore della città vecchia, detto anche "spianata delle Moschee", che si estende a forma di trapezio per 491 metri a ovest, 462 a est, 312 a nord e 281 a sud. Sul luogo era stato eretto il Tempio di Gerusalemme, costruito da Salomone, figlio di Davide (1.000 a.C.). Il Tempio custodiva l'Arca dell'Alleanza con le Tavole della Legge, date da Dio a Mosè sul monte Sinai. Monte Moriah è il nome del luogo sacro alla tradizione perché su di esso Abramo fu chiamato ad immolare il proprio figlio1.
Il Tempio fu distrutto da Nabucodonosor nel 587 a.C. e l'Arca dell'Alleanza andò dispersa nel saccheggio. Gli ebrei furono deportati a Babilonia (nell'attuale Iraq), ma dopo 50 anni tornarono in patria dove cominciarono la ricostruzione di un secondo Tempio, più piccolo, nello stesso luogo. Un lavoro lunghissimo che dopo 500 anni durava ancora (Erode 19 a.C.). Nel 70 d.C. anche il secondo Tempio venne distrutto da Tito, per piegare la rivolta degli ebrei contro Roma. Una rivolta iniziata subito dopo la conquista della regione da parte di Pompeo (63 a.C.). Più tardi fu l'intera città di Gerusalemme ad essere demolita per ordine dell'imperatore Adriano, che intese domare così l'ennesima rivolta degli ebrei contro l'impero romano (132-135 d.C.). Pena la morte, fu allora fatto divieto agli ebrei di ritornare a Gerusalemme. Vi tornarono solo nel 638, quando gli Arabi, conquistata la città, cancellarono il divieto.
Sulla spianata dove era sorto il Tempio di Gerusalemme furono costruite due moschee, la Cupola della Roccia (detta anche moschea di Omar) e la moschea di al Aqsa. Il sogno degli ebrei di erigere di nuovo sul luogo il loro Tempio era tramontato definitivamente. Oggi, di quel sogno rimane solo un tratto delle mura di sostegno della spianata: il lato ovest del muro coincide infatti con uno dei muri del secondo tempio ebraico, quello costruito al tempo di Erode e salvatosi dalla distruzione del 70 d.C. È questo il Muro del pianto. Posto nel quartiere arabo, per accedere al Muro, gli ebrei devono percorrere un lungo corridoio aperto appositamente per loro.
Dopo Mecca e Medina, Gerusalemme è la terza città sacra per tutti i musulmani. È infatti dal monte Moriah che, nella tradizione islamica, è iniziato il viaggio di Maometto verso il cielo. Lì, al cospetto di Allah, Maometto avrebbe ricevuto i precetti del Corano e avrebbe goduto della vista di Dio. Quando gli arabi conquistarono Gerusalemme dichiararono la città sacra all'Islam e sul monte Moriah, nel 691, costruirono le due moschee e le protessero con un recinto (muro) tutt'intorno. Da allora la spianata è per gli arabi il luogo più sacro della città.
Il Muro del pianto, dunque, ultima testimonianza della grandezza del popolo ebraico rappresentata dal suo Tempio, è anche il muro portante dell'al-haram ash-Sharif ("nobile recinto sacro"), sacro ai musulmani. Irrinunciabile, quindi, per ambedue i popoli.
Nel 1099 i crociati conquistarono Gerusalemme e trasformarono le moschee della spianata in santuario cristiano (Templum Domini) la Cupola della Roccia, e in casa reale la moschea di al Aqsa. Per poco meno di un secolo, però, perché nel 1187 Saladino riconquistò la città all'Islam e restituì al culto islamico le due moschee.
Tremila anni di storia sono racchiusi in un recinto di poche centinaia di metri quadrati, per un'altezza di poche decine di metri. La storia e la forte caratterizzazione ideologica e religiosa che avvolgono il monte Moriah, ne fanno uno dei luoghi, anzi il luogo sacro per eccellenza, quello su cui più aspro si fa il contrasto fra israeliani e palestinesi.
È un luogo che va trattato, quindi, con estremo rispetto da ambedue le parti, su cui nessuno può rivendicare per sé la sovranità esclusiva. Molto di più di un luogo, è un simbolo perché tocca nel profondo la cultura e rappresenta la memoria storica di due popoli duramente provati.
Ecco perché la "passeggiata" di Sharon il 28 settembre 2000, con i suoi soldati e uomini della guardia del corpo, che ha dato origine alla seconda sanguinosa intifada è stata interpretata (e lo era) come un'insopportabile provocazione. Con quella malaugurata passeggiata, che è costata oltre 4.600 morti fra palestinesi e israeliani, Sharon ha dato uno strappo violento ad uno dei principi cardine che governano lo "status quo" della città di Gerusalemme: la spianata delle Moschee del monte Moriah, che è interamente sotto il controllo delle autorità religiose musulmane, in nessun caso può essere usato dagli ebrei per i loro riti o le loro preghiere. Così come il Muro del pianto è il luogo riservato agli ebrei.

1) Isacco, figlio della moglie Sara, secondo la tradizione ebraica; Ismaele, figlio della schiava Agor, secondo la tradizione islamica.

 

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