Pubblicato su Politica Domani Num 46 - Aprile 2005

Accordi sindacali
Piattaforma unitaria

a cura di Fabio Antonilli

Lo scorso 11 gennaio i segretari generali di Fim-Cisl, Giorgio Caprioli, Fiom-Cgil, Gianni Rinaldini, e Uilm-Uil, Antonino Regazzi, hanno annunciato di aver trovato un'intesa su una piattaforma contrattuale unitaria per il rinnovo del secondo biennio salariale di categoria (2005-2006). È un accordo, definito da più parti, "storico" per le relazioni industriali degli ultimi anni che hanno visto spesso i tre sindacati confederali dividersi su grossi temi, come ad esempio quello dell'art. 18, ma anche a livello di categoria. Due anni fa, infatti, i tre sindacati si erano divisi sulla piattaforma da presentare a Federmeccanica (l'associazione che riunisce gli imprenditori metalmeccanici): la Fim e la Uilm finirono, poi, col firmare il contratto, la Fiom si oppose.
L'accordo dell'11 gennaio presenta interessanti novità. Innanzitutto la richiesta di un adeguamento di 105 euro per tutti i lavoratori del quinto livello, a tutela del potere d'acquisto dei salari, e di 25 euro per coloro che non hanno mai fatto la contrattazione di secondo livello, cioè aziendale.
Per quanto riguarda le regole democratiche l'accordo prevede due consultazioni tra i metalmeccanici: un referendum "in entrata" (svoltosi il 15, 16 e 17 febbraio scorso) necessario per consentire ai lavoratori di esprimersi sulle condizioni della piattaforma unitaria e uno (eventuale) "in uscita", che si terrà nella fase finale della vertenza, volto a convalidare o meno l'accordo raggiunto con Federmeccanica. Queste nuove regole vincolano "tutte le organizzazioni di categoria" spiega Gianni Rinaldini, segretario generale della Fiom "perché queste sono e saranno obbligate al rispetto di quanto i lavoratori da esse rappresentati hanno volontariamente sottoscritto", dunque una logica costruttiva che ha lo scopo dichiarato di tenere unite le organizzazioni per evitare accordi separati.
Inoltre la piattaforma prevede un'azione comune sul tema della crisi industriale che interessa non solo tutti gli stabilimenti Fiat dislocati sul territorio nazionale, ma anche le acciaierie di Terni, senza dimenticare le numerose aziende più piccole il cui fallimento darebbe origine ad una falcidia di posti di lavoro. Tema condiviso da Fiom-Fim-Uilm è la riforma del sistema di inquadramento professionale, cioè rivedere quei criteri secondo cui ad un lavoratore che svolge una determinata mansione spetta quel riconoscimento salariale. Secondo Giorgio Caprioli, segretario Fim, "l'attuale sistema è vecchio di 30 anni e non tiene conto dei cambiamenti tecnologici e organizzativi che si sono avuti nei luoghi di lavoro". Altro tema è quello della precarietà del lavoro "che la recente normativa - si legge sul documento unitario - ha fortemente aumentato". Lo stesso Caprioli dice "ci troviamo davanti ad una legge che può essere direttamente applicata nei luoghi di lavoro, svilendo così la contrattazione collettiva; con Federmeccani-ca volgiamo un accordo che limiti l'uso dei contratti atipici e che renda tutti i rapporti di lavoro più stabili".

 

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