Pubblicato su Politica Domani Num 46 - Aprile 2005

Comunicazione drogata
Pastone, bidone, panino
Trucchi e trucchetti per confezionare tg per tutte le stagioni

di M.L.

Troppe volte il Cavalier B. ha espresso il suo parere riguardo il complicato mondo mass mediatico. Una sola affermazione: "I giornalisti sono tutti comunisti." Del resto lui interpreta i pensieri degli italiani. Non è vero che le televisioni sono tutte al suo cospetto. Non è vero che gli uomini che adesso affollano i palinsesti televisivi censurano quotidianamente i "ribelli". Vi siete mai chiesti come si costruisce un telegiornale o un servizio politico televisivo, evidenziando una dichiarazione? Favorendola, cioè, agli occhi degli spettatori a scapito di un'altra in completo contrasto.
La comunicazione e la televisione in particolare, è fatta di trucchi e stratagemmi. Aveva ragione Lippman quando diceva che "è impossibile per un giornalista essere imparziale." Mimun, direttore del Tg1, ci dà il modo di scoprire ogni giorno un giornalismo fazioso e di parte. Attualmente il Tg5 di Rossella (che ha preso il posto di Mentana poco tempo fa) appare più libero del telegiornale ammiraglia della Rai.
Dal secondo governo Berlusconi, in ogni servizio politico televisivo, è stato introdotto un nuovo metodo di influenza sugli spettatori. Il cosiddetto servizio "a panino". Fateci caso. In ogni telegiornale, escluso Rai3, le dichiarazioni politiche sono confezionate così: parola ad un esponente primario della Casa della Libertà; breve risposta di uomini minori della coalizione di centro-sinistra o della sinistra radicale; infine contro-replica del Governo. È in questo modo che l'attenzione da parte del fruitore si focalizza in un sola direzione. In quella più ascoltata, più argomentata, più "temporalmente" presente.
In passato non funzionava così. La soluzione del servizio "a panino" nasce su Rai2, dopo aver contrastato a dovere il servizio "pastone" e il servizio "bidone". Descriviamo questi ultimi brevemente. Il primo, ora in disuso, ha origine con la carta stampata e raccoglieva al suo interno la cronaca della giornata, mescolando un gran numero di dichiarazioni degli uomini politici più "in voga". Il servizio bidone, invece, risponde tutt'oggi alla logica più semplice di influenza mass mediologia. Posizionare alla fine la dichiarazione che si vuole far risaltare. Generalmente si partiva dalla dichiarazione della minoranza e si concludeva con la replica della maggioranza.
I maggiori osservatori della comunicazione televisiva si sono chiesti come questa sorta di regime informativo possa sfociare in futuro. La campagna elettorale delle Regionali ci dà l'ennesima conferma di timori giustificati. Circa due mesi fa "Repubblica" ha evidenziato l'ennesima nascita di servizi politici televisivi. Su Rai1 è nato il servizio "big mac". Il "re" dei Mac Donald's americani è giunto sul piccolo schermo. Un'originalissima trovata del direttore Mimun. Alla dichiarazione filmata di un'esponente della maggioranza, si ritorna in studio dove si legge la replica di Prodi o Fassino. Sembra finita qui. Ma ecco che parte un altro servizio filmato dove avviene la contro-replica degli uomini del Governo.
Quali soluzioni a questa "par condicio" al contrario? Appare attualmente impossibile l'apertura di una televisione privata di centro-sinistra. Tuttavia interessante l'unico tentativo. Quello avvenuto durante il Congresso Ds, dove i non addetti ai lavori hanno potuto seguire i lavori congressuali sul canale satellitare "Iride Tv".
Con la "Fabbrica del Programma", Romano Prodi cerca di spostarsi su internet, l'ultima frontiera della comunicazione, attuando un programma condiviso da tutti, in continua elaborazione. Nelle ultime amministrative sembra sia stato fondamentale per Cofferati l'aiuto di un blog via etere. Un semplice diario quotidianamente aggiornato, confezionato in una grafica avvolgente e con un linguaggio semplice, alla portata di tutti.
Infine un unico auspicio. Basta con la lottizzazione in Rai. Prendiamo spunto dal leader della Spagna, Zapatero. Questo ultimo ha donato la Tv pubblica ad un gruppo di professori ed esperti del settore, indipendenti dalla logica dei partiti. Conclusione? L'unico a non essere stato d'accordo è stato il direttore di TeleCinco. Amico di Berlusconi
I conti tornano.

 

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