Pubblicato su Politica Domani Num 45 - Marzo 2005

Superare le barriere tra carcere e società
L'augurio del Cardinale Carlo Maria Martini per la nascita di VOLARE

 

Sono in partenza per Gerusalemme, ma non vorrei lasciare il nostro Paese senza rivolgere un cordiale augurio e un vivo incoraggiamento alla recente iniziativa di VOLARE, l'Associazione dei volontari presso la casa circondariale di Velletri, dove sono stato in visita e di cui conservo un toccante ricordo.
Mentre esprimo il mio saluto più affettuoso a tutti gli amici reclusi e agli operatori del carcere come pure ai volontari, auguro che "Volare" aiuti anzitutto a diminuire la distanza fra carcere e società civile, ricordando a tutti che esistono anche questi uomini e donne nostri fratelli che spesso sfuggono alla nostra attenzione e affetto.
Ma vorrei pure che "Volare" aiuti a ripensare anche l'insieme del sistema penale e soprattutto il fatto del carcere, così come ho cercato di fare molte volte in miei interventi pubblici orali e scritti negli anni trascorsi, trovandomi in sintonia con uomini di legge e personalità del mondo giudiziario. Si tratta di convincersi che si rende un miglior servizio alla società se a una concezione meramente punitiva e vendicativa della pena si sostituisce un concetto di riabilitazione e recupero della persona che porti anche chi ha sbagliato a riconoscere la sua responsabilità e a desiderare di riparare il male fatto.
Una comunità civile aperta alla comprensione, al rispetto di ogni persona e capace di perdonare e di educare a un cammino serio di recupero, gioverà molto di più alla prevenzione del reato e alla sicurezza dei cittadini che un irrigidimento del sistema di pene e di restrizioni della persona. Bisogna creare le condizioni per dare fiducia, suscitare fiducia, promuovere la responsabilità.
In particolare è necessario superare il tema del carcere come strumento quasi unico di pena. Il carcere ben raramente crea riabilitazione e rinnovamento della persona. In molti casi diventa addirittura scuola di delinquenza. Vi sono invece molte possibilità di pene alternative che evitando il carcere provvedono a responsabilizzare la persona, renderla cosciente del male fatto e desiderosa di riparare nella misura del possibile, magari anche con servizi socialmente utili.
In ogni caso occorre anche che il carcere, là dove non è almeno al momento superabile, provveda con scuola e possibilità di lavoro a un cammino di rieducazione e di acquisto di capacità nuove, così che la persona prenda coscienza del suo valore e desideri servire al meglio la società e la propria famiglia.
Ciò che ho detto fin qui riguarda ogni cittadino o cittadina che ha a cuore le sorti della società. Il cristiano poi ha nella parola di Gesù "Ero in carcere e mi avete visitato" una motivazione profonda e consolante per ogni suo gesto di amore, di rispetto e di benevolenza.
Carissimi amici: mi auguro davvero che ritornando da Gerusalemme, città dove tanto si soffre e dove vengono al pettine tanti nodi dell'umanità, possa vedere che "Volare" vola davvero alto e aiuta molti a guardare al futuro con maggiore speranza.

Vostro aff.mo
Carlo Maria Card. Martini S.I.

 

Homepage

 

   
Num 45 Marzo 2005 | politicadomani.it