Pubblicato su Politica Domani Num 45 - Marzo 2005

Il trionfo del più forte
La strategia della paura
La lotta al terrorismo è solo un pretesto per combattere guerre illecite, non dichiarate, in cui circolano fiumi di denaro

 

Iran, Russia e nucleare
27 febbraio 2005. La Russia di Putin e l'Iran hanno firmato un accordo nucleare: sarà inviato in Russia il combustibile nucleare esausto della centrale nucleare della città di Bushehr la quale riceverà da Mosca il combustibile nucleare necessario per la sua centrale. La centrale di Bushehr comincerà a funzionare (sperimentalmente) fra 16 mesi. La strategia dell'attacco preventivo di Bush ha subito una sonora battuta d'arresto. Allineandosi con Francia, Germania e Gran Bretagna, che stanno cercando di convincere l'Iran a non usare il nucleare per produrre l'atomica, anche gli USA sono orientati a promettere aiuti in cambio di una tale rinuncia.
È difficile prevedere la fine di questa storia. Certo è, però, che, con l'esaurimento del petrolio (l'estrazione sarà in fase discendente entro il 2010), con le difficoltà che trovano le energie alternative, solare ed eolica (per la mancanza di adeguati finanziamenti alle ricerche), e con la necessità di garantire lo sviluppo del paese (impossibile senza un'adeguata disponibilità di energia), l'Iran, come ogni altro paese, ha bisogno del nucleare. Si aggiunga poi che possedere il nucleare è una garanzia contro qualsiasi minaccia esterna e la teoria della guerra preventiva, cara a tanti neocon del nuovo continente, sta diventando, nel caso dell'Iran, di sempre più difficile applicazione.
Il trattato di non proliferazione
Mitico 1968. È stato allora che è stato firmato il Trattato di Non Proliferazione (TNP). 187 Paesi fra i quali anche le cinque potenze nucleari (Usa, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna) lo hanno firmato e ratificato. Due i principi alla base del Trattato. Primo, gli armamenti non sono la causa, ma piuttosto l'effetto delle tensioni internazionali. Secondo, la crescita incontrollata di armi può far degenerare le crisi in conflitti internazionali; è quindi necessario controllare la crescita delle armi per mantenere le crisi sotto la soglia di pericolo.
Le recenti prese di posizioni degli Stati Uniti contro gli Stati del cosiddetto "Asse del Male" e la dottrina delle guerre preventive stanno vanificando gli sforzi fatti dalla comunità internazionale per rendere efficace ed operativo il TNP. La corsa agli armamenti nucleari è in piena ripresa.
Paesi a capacità nucleari secondo l'ONU (quelli con l'asterisco hanno ricevuto la tecnologia, direttamente o indirettamente, dagli USA):
Algeria*, Argentina*, Australia*, Austria*, Bangladesh*, Belgio*, Brasile*, Bulgaria, Canada*, Cile*, Cina*, Colombia*, Corea del Nord, Corea del Sud*, Egitto*, Finlandia*, Francia*, Gran Bretagna*, Germania*, Giappone*, India*, Indonesia*, Iran*, Israele*, Italia*, Messico*, Norvegia*, Olanda*, Pakistan*, Peru*, Polonia, Repubblica del Congo*, Romania, Russia, Slovacchia, Spagna*, Stati Uniti*, Sud Africa*, Svezia*, Svizzera*, Turchia*, Ucraina, Ungheria, Vietnam.

[input: Peacelink]

I nuovi mercenari
La nuova frontiera del terziario, nel nuovo millennio, sono le Private military firm o Pmf.
Un mondo dove gli interessi commerciali si intrecciano strettamente a quelli politici e personali. Emblematico il caso della Halliburton, legata al vice presidente Usa Dick Cheney: "Per mezzo di numerose sue controllate interviene sul mercato mondiale, anche di natura civile, delle costruzioni, delle infrastrutture aeree e delle installazioni petrolifere, e non a caso è tra i protagonisti della prima ora negli appalti per la ricostruzione dell'Iraq appena occupato".

[Francesco Vignarca]

L'articolo 47 del Protocollo addizionale alle Convenzioni di Ginevra stabilisce che un mercenario è colui che:
- è specificamente reclutato, localmente o all'estero, per combattere un conflitto armato;
- prende parte diretta alle ostilità;
- la sua motivazione al combattimento consiste solo in un possibile ricavo di profitto personale;
- non è cittadino né residente di una delle comunità territoriali parte del conflitto;
- non è membro di forze armate regolari impegnate nei combattimenti;
- non ha l'avallo ufficiale di nessuno Stato per partecipare al conflitto.
Il problema però sta nel fatto che per essere individuati come mercenari occorre possedere tutte le caratteristiche sopra citate.
Contemporaneamente. Ma la natura stessa delle Pmf, per la complessità della loro struttura, permette di trovare sempre un modo di far cadere una delle condizioni necessarie espresse nell'articolo 47.

[input: Altreconomia]

 

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