Cinema indipendente
Sideways
Il piccolo film diretto da un irriducibile Alexander Payne ha inaspettatamente macinato consensi di critica e pubblico: cinque nominations agli Oscar, tra cui l'ambitissimo "Miglior Film"
Scordiamoci per un attimo l'idea di cinema che Hollywood ci ha trasmesso negli anni. Quella di spettacolo magniloquente, di straordinario e costoso giocattolone che riempie gli occhi e la fantasia di milioni di spettatori (e i conti bancari degli esercenti); quella, insomma, di "Fabbrica dei sogni".
Torniamo ad un'idea più intima, personale di cinema. Più europea, come direbbero i critici che distinguono tra cinema alto e cinema basso.
Meno costosa, direi io da profano, convinto che si possano produrre opere d'arte anche lavorando a Hollywood con budget altissimi, come Martin Scorsese, Tim Burton e Michael Mann (per dirne tre…) continuano a dimostrarci negli anni. Dicevo: un'idea di cinema più intima.
Prendiamo un film come "Sideways - In viaggio con Jack", nelle sale in questi giorni. Due attori,un'automobile, le strade della California assolata, un tema: il viaggio. Niente di più semplice (e niente di nuovo, ovvio).
Niente di costoso. Un piccolo film indipendente, diretto da un irriducibile (e neanche più giovanissimo, a 44 anni) regista indipendente, Alexander Payne. Un piccolo caso questa stagione, visto che "Sideways" ha inaspettatamente macinato consensi di critica e pubblico, e guadagnato addirittura cinque nominations agli Oscar, tra cui l'ambitissimo "Miglior Film", accanto a colossi costati cifre incomparabili.
Sia ben chiaro, non è questo il caso di scomodare la parola "capolavoro", e "Sideways" è lungi dall'essere il miglior film della stagione (di "The Aviator" abbiamo già parlato, e "Million Dollar Baby" di Clint Eastwood è intenso e sconvolgente, una meraviglia difficile e necessaria, forse il punto più alto della sua lunga carriera).
Ma "Sideways" è un piccolo miracolo di freschezza, semplicità ed equilibrio, e merita di essere visto e amato.
Perché è un film sincero, scritto e diretto senza vezzi e compiacimenti da Payne. Perché è chiaro, semplice e immediato, lontano sia dai canoni commerciali di Hollywood che dal cerebralismo del cinema d'autore più autoreferenziale.
Vedendo "Sideways" si nota il gusto del regista di raccontare una storia, con l'affetto e la partecipazione che meritano i due protagonisti Miles e Jack, splendidi "losers" in piena crisi esistenziale di mezza età.
Il tocco è leggero, frizzante, dolceamaro come ci si aspetta da una commedia; i dialoghi sono brillanti (e non mancano i momenti di divertimento puro); i due attori sono misurati, credibili, semplicemente perfetti.
Il tema centrale, come detto in precedenza, è il viaggio, nella molteplicità di letture a cui si presta un tema così aperto. Il viaggio in automobile attraverso i vigneti della California dei due amici ad una settimana dal matrimonio di Jack, il più immaturo e donnaiolo dei due, rende solo in superficie "Sideways" un road-movie, seppur atipico.
In realtà è palese la metafora di un viaggio più importante, che porterà l'eterno depresso e insoddisfatto Miles (una magnifica versione quarantenne di Cirino) a fare i conti con sé stesso. Nell'ottimo finale, perfetto esempio di sobrietà e maturità registica, Miles riesce a trovare la forza di ricominciare a lottare per le cose che valgono (l'amore di una donna sopra ogni altra cosa).
Niente cambia, in effetti, nella vita dei due amici dopo una settimana di (dis)avventure etiliche e sentimentali; ma la speranza che fa capolino nella scena conclusiva dà compiutezza a tutta l'opera.
Anche la passione per il vino, descritta senza la goliardia e i luoghi comuni sul maledettismo che spesso rendono risapute le sbronze raccontate al cinema, diventa metafora per raccontare la voglia disperata di provare emozioni sincere e l'insopprimibile urgenza di comunicare dei personaggi.
La giovinezza è una categoria dello spirito, non un fatto anagrafico.
Un film generazionale, dunque, se si accetta l'idea che i quarantenni non sono altro che dei bambini con responsabilità da quarantenni.