Pubblicato su Politica Domani Num 45 - Marzo 2005

Dipartimento di Stato Americano
La Road Map
Un progetto di creazione di due stati permanenti come soluzione al conflitto Israelo-Palestinese fondato su un percorso da realizzare a tappe successive

 

La Road Map, delineata dalla prima amministrazione Bush, prevede la costituzione di uno Stato Palestinese autonomo e indipendente in tre tappe successive, entro il 2005. La morte di Arafat, l'elezione del moderato Abu Mazen, l'elezione di Bush ad un secondo mandato potrebbero in qualche modo favorire l'attuazione del programma (il condizionale è rigorosamente d'obbligo). Anche se i tempi previsti sono ampiamente superati, ci sono nelle sei paginette del documento importanti affermazioni che il decisionismo di Bush e della Rice, il nuovo Segretario di Stato, potrebbero trasformare in realtà. (Il documento è stato rilasciato il 30 Aprile 2003)

Fase I - Fine del terrorismo e delle violenze, normalizzazione della vita palestinese, e costruzione delle istituzioni palestinesi
(fino al Maggio 2003)
La sicurezza
Da parte palestinese, oltre alla consueta "dichiarazione inequivocabile della fine delle violenze e del terrorismo, e l'impegno concreto e visibile a fermare gli attacchi contro gli israeliani", si raccomandano altre misure più generali: la formazione e l'addestramento di forze di sicurezza, la confisca delle armi e l'allontanamento di esponenti corrotti o legati al terrorismo.
Da parte israeliana, "non si dovranno più intraprendere azioni quali le deportazioni, gli attacchi ai civili, la confisca o la demolizione di case e proprietà dei Palestinesi come misure punitive o per facilitare costruzioni ebraiche; la distruzione di istituzioni e infrastrutture palestinesi."
Al Quartetto spetta il compito di favorire e monitorare il processo di interruzione delle ostilità (con USA, Egitto e Giordania come osservatori esterni).
Alle generiche raccomandazioni di collaborazione fra forze di sicurezza israeliane e palestinesi e della tenuta di incontri al vertice si uniscono indicazioni più specifiche: tagliare il flusso di denaro diretto ai terroristi: "Gli stati Arabi taglino i contributi pubblici e privati e tutte le altre forme di sostegno ai gruppi coinvolti nel terrorismo"; "Tutti i donatori che si impegnano a sostenere finanziariamente i Palestinesi incanalino i loro fondi in un unico conto del Ministero delle Finanze e del Tesoro".
Le forze di difesa israeliane (IDF) dovranno ritirarsi progressivamente dalle aree occupate e saranno sostituite da forze di sicurezza Palestinesi. Le due parti dovranno restaurare lo "status quo" esistente prima del 28 settembre 2000.

Le istituzioni palestinesi
Una commissione costituente Palestinese dovrà elaborare una costituzione basata su una "forte democrazia parlamentare e un consiglio dei ministri con un primo ministro dotato di ampi poteri". Le elezioni saranno organizzate da una commissione elettorale indipendente. A tal fine il governo israeliano dovrà favorire gli spostamenti della commissione elettorale e di chiunque sia impegnato nelle elezioni, incluse le ONG, e dovrà riaprire la Camera di Commercio e tutte le istituzioni Palestinesi di Gerusalemme Est che operino di comune accordo con le autorità israeliane.

Interventi umanitari
Cancellare il coprifuoco, facilitare il movimento di persone e di merci, permettere l'accesso in piena sicurezza di personale umanitario e internazionale. Queste le raccomandazioni per Israele.
All'AHLC (Ad Hoc Liason Committee) si chiede di aggiornare la situazione umanitaria e le prospettive di sviluppo economico nella West Bank e a Gaza e di promuovere una grande campagna di donazioni a favore dei palestinesi, purché ci sia chiarezza nei trasferimenti delle donazioni e trasparenza nei meccanismi di controllo.

Società civile
Si raccomanda la "continuazione e l'aumento del flusso di donazioni attraverso PVO (Private Voluntary Organization) e ONG (Organizzazioni Non Governative) per programmi rivolti alle persone, per lo sviluppo del settore privato e per iniziative della società civile."

Insediamenti
Il Governo Israeliano dovrà smantellare immediatamente gli insediamenti iniziati a partire dal Marzo 2001 e dovrà fermare tutte le attività degli insediamenti, inclusa la loro crescita.

Fase II - Transizione
(Giugno - Dicembre 2003)
(... viene confermato l'obiettivo della creazione di uno stato sovrano e indipendente Palestinese, subordinato all'elezione di un leader che combatta il terrorismo e lavori per "costruire una democrazia, basata sulla tolleranza e sulla libertà". Il progresso della fase II sarà monitorato dal Quartetto che si impegna a favorire economicamente e politicamente il futuro Stato di Palestina.)
È affidata ad una Conferenza Internazionale, da tenere dopo le elezioni Palestinesi, la rinascita dell'economia e l'inizio del processo di formazione di uno stato Palestinese indipendente con confini provvisori. Fra gli scopi della Conferenza ci sono: il raggiungimento di una pace generalizzata in Medioriente; "il ripristino dei legami fra Israele e gli stati Arabi esistenti prima dell'intifada (uffici di commercio, etc.); la ripresa delle consultazioni multilaterali su temi riguardanti le risorse d'acqua della regione, l'ambiente, lo sviluppo economico, i rifugiati e il controllo delle armi".
Una nuova costituzione sarà definita e approvata dalle istituzioni palestinesi competenti. Dopo l'approvazione, se necessario, ci saranno nuove elezioni.
Sono previste riforme amministrative, la continuazione del processo di costruzione della sicurezza, e la creazione di confini provvisori per il nuovo stato Palestinese che "favoriscano il massimo della continuità territoriale" ed azioni di intervento sugli insediamenti israeliani posti lungo i confini palestinesi.
Il Quartetto favorirà il ruolo internazionale di controllo della transizione e promuoverà il riconoscimento internazionale dello Stato della Palestina, inclusa la sua partecipazione all'ONU come stato membro.

Fase III - Accordo permanente fra gli Stati e fine del conflitto Israelo-Palestinese
(2004-2005)
La ratifica dell'accordo per la creazione di uno stato indipendente palestinese con confini provvisori è prevista per l'inizio del 2004, in una seconda Conferenza Internazionale. Inizierà formalmente allora il processo che porterà nel 2005 alla risoluzione definitiva della situazione, inclusi i confini, la città di Gerusalemme, i rifugiati, gli insediamenti;
[... seguono raccomandazioni per una pace generalizzata fra Israele, Libano e Siria]
L'accordo raggiunto fra le parti, ampio, permanente e definitivo, porrà termine al conflitto Israelo-Palestinese nel 2005. Basato sulle risoluzioni 242, 338 e 1397 dell'UNSCR, dovrà porre termine all'occupazione iniziata nel 1967, e includerà "una soluzione concordata, giusta, onesta e realistica sul problema dei rifugiati, e una risoluzione negoziata sullo stato di Gerusalemme che tenga conto delle preoccupazioni politiche e religiose di ambedue le parti, e che protegga gli interessi religiosi di Ebrei, Cristiani e Musulmani di tutto il mondo."
L'intero processo dovrà concludersi con "l'accettazione da parte dello Stato Arabo di piene e normali relazioni con Israele e la sicurezza per tutti gli Stati della regione nel contesto di una pace generalizzata fra i paesi Arabi e lo Stato di Israele."

 

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