Pubblicato su Politica Domani Num 45 - Marzo 2005

Notizie

 

Pezzi di storia
Se ne sono andati due pezzi della nostra storia recente: un testimone e un protagonista.
Il testimone. È morto il poeta Mario Luzi. Nominato senatore a vita "per i suoi altissimi meriti in campo letterario e artistico", Luzi era "più impegnato a lavorare con le parole che con la politica" (Repubblica). Eppure le sue parole hanno avuto un profondo senso politico se, come è accaduto, hanno suscitato il risentimento di Governo e maggioranza quando ha levato limpida la sua voce contro la brutalità della guerra e a difesa della democrazia e della libertà. Un grande poeta libero e credente.
Il protagonista. È morto don Luigi Giussani. Don Giuss, come lo chiamavano i suoi ragazzi. Negli anni '50 aveva fondato "Gioventù studentesca", con gli alunni del liceo Berchet di Milano, da cui è poi nata "Comunione e liberazione", un grande movimento di giovani cattolici impegnati in politica.

Fallimenti
Anni fa Palermo era tappezzata di lenzuola bianche. Ogni drappo era una pubblica denuncia contro la mafia. "Io non ci sto" c'era scritto a lettere bianche. Anni fa a Palermo la gente dimostrava per le strade contro la mafia che, sentendosi braccata, aveva osato spezzare le vite di Falcone e Borsellino. Anni fa.
Oggi i lenzuoli sono stati ritirati e la gente non dimostra più per le strade. Neanche parla più. Oggi si chiude il telefono antiracket. Era stato avviato un anno fa dalla Confcommercio di Palermo. C'è stata una sola telefonata. Non ha chiamato nessuno. Nessuno parla più. Non ci sono più denunce. Quel telefono è inutile.
Una grande vittoria o una grande sconfitta? Chi crede che la mafia non esista più, che, magari, non sia mai esistita, oppure che sia stata definitivamente debellata, parla di vittoria. Chi pensa che la mafia ci sia ancora, sa che si tratta di una cocente sconfitta.
"Un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità" era scritto su centinaia di volantini affissi di notte al centro di Palermo su pali della luce, saracinesche e vetrine. Li avevano messi qualche mese fa dei giovani volontari di Palermo per attirare l'attenzione su questo problema. Che fine ha fatto la dignità di Palermo?

Rivoluzioni
È Tabarè Vazquez, medico oncologo di 64 anni il nuovo Presidente dell'Uruguay, il primo socialista a guidare l'Uruguay in oltre 170 anni. Vazquez ha ottenuto la maggioranza assoluta sia alla Camera che al Senato. Ci sono grandi cambiamenti per il Paese: l'Istituto nazionale di alimentazione (Inda) è stato affidato a Padre Uberfil Monzon, sacerdote vicino ai poveri, che fu sequestrato e torturato negli anni '70; Presidente della Camera e dell'Assemblea Generale è Nora Castro, ex maestra guerrigliera del "Movimiento de Liberación Nacional Tupamaros", e prima donna in assoluto a ricoprire tale carica. Un altro guerrigliero, Josè "Pepe" Mujica, leader dei Tupamaros, è a capo del Ministero dell'agricoltura e della pesca, fondamentale per l'economia del paese. In politica estera Tabaré Vazquez ha promesso un radicale cambiamento di rotta: strette relazioni con il Mercosur e avvicinamento ai Paesi che ne fanno parte, specie Brasile e Argentina e ripresa delle relazioni diplomatiche con Cuba. Le buone relazioni con gli USA saranno mantenute, nonostante la critica verso la politica estera statunitense. In politica economica le cose continueranno come prima: i parametri e le linee guida delle organizzazioni internazionali finanziarie non consentono di attuare riforme radicali.

Sovietizzazione
Piombino. Il gruppo Lucchini, produzione di acciaio e siderurgia, ha ceduto il 62% delle sua azioni alla russa Sevestral (130.000 dipendenti e 30 impianti in Russia e negli Stati Uniti). Il CdA Lucchini ritiene che sia stato un buon investimento: utile a diminuire il debito del gruppo italiano da 1,8 miliardi di euri a 1,18 miliardi nel 2004. Fra i dipendenti Lucchini c'è della tensione. Il cambio di proprietà preoccupa specialmente i lavoratori cinquantenni. Le notizie che arrivano da Terni non sono rassicuranti. "Ad oggi non ci sono pregiudiziali verso la nuova proprietà. Il problema è quello della qualità di questa operazione, vogliamo conoscere il piano di sviluppo industriale, le garanzie per l'occupazione e per l'ambiente. In questo senso le richieste avanzate dal sindaco Anselmi e dallo stesso sindacato sono anche le nostre", dichiara il Presidente della regione Toscana, Claudio Martini.

 

Il prezzo della libertà
Una guerra maledetta che continua a far vittime
È stata liberata Giuliana Sgrena, la giornalista del Manifesto rapita in Iraq. Avevano chiesto la sua liberazione tutte le forze sociali e politiche, i movimenti per la pace, le donne musulmane, le comunità islamiche in Italia e anche i capi religiosi in Iraq. Giuliana Sgrena e Francois Aubenas lavorano per due giornali schierati da sempre contro la guerra, a favore della popolazione irachena e contro l'occupazione americana. Un lavoro pericoloso che le ha portate sul fronte di una guerra che conta fra le sue vittime anche molti giornalisti. Doppiamente pericoloso perché con le loro inchieste libere e coraggiose ("not embedded", non protette cioè dai militari americani) sono scese in mezzo alla gente irachena per raccogliere dalla loro voce racconti e testimonianze. Quando sono state rapite ambedue stavano raccogliendo testimonianze su Falluja, la città presa d'assedio e poi conquistata dall'esercito USA. A Falluja era stato anche Enzo Baldoni, poi rapito e ucciso.
La macchina che portava in salvo Giuliana Sgrena è stata attaccata ad un posto di blocco americano. I soldati hanno sparato ed hanno ucciso Nicola Calipari, l'agente del Sismi che aveva liberato la giornalista. Altri due agenti del Sismi sono rimasti feriti. Nella sparatoria Nicola Calipari ha protetto la donna con il suo corpo. L'agente del Sismi aveva preso contatti anche con i rapitori delle due Simone. Alla sua memoria il Presidente della Repubblica consegnerà alla moglie una medaglia d'oro al valore civile.
Incidente o agguato? Guerra.

 

Suora uccisa in Brasile
Brasile, Stato del Parà. È il 14 febbraio e l'agenzia Misna batte una notizia flash: Irma Dorothy Stang, 73 anni, missionaria, è stata uccisa sabato 12 febbraio da due sicari che le hanno sparato a sangue freddo nella cittadina di Anapù. Suor Dorothy faceva parte della Commissione Pastorale della Terra (Cpt), schierata da sempre con i più deboli, i contadini "senza terra", contro le prevaricazioni dei latifondisti e dei commercianti di legname del Parà.
Due settimane dopo "Vita" pubblica una lista agghiacciante di cui è venuta in possesso: ci sono i nomi di 35 persone minacciate di morte, il loro ruolo nella società civile e la zona dove operano. Nella lista c'è anche suor Dorothy.
Misna rivela che sono già 11 le persone "giustiziate" negli ultimi 12 mesi nel Parà. Le vittime sono 212 in tutto negli ultimi anni, dice Jacques Pinto Bira, giornalista e sociologo, coordinatore della Cpt nel Parà.
Perché tanto accanimento? Il Parà è un'enorme regione pre-Amazzonica, ricchissima di legno pregiato, di cui fanno scempio i latifondisti e i mercanti di legname. È contro le violenze di questi che suor Dorothy aveva puntato l'indice. Nel sottosuolo del Parà ci sono, però, anche immense ricchezze minerarie: nichel, ferro bauxite, oro e nobio. Il nobio è un ottimo superconduttore, che resiste a temperature altissime: di una lega di nobio-titanio sono fatti i circuiti elettrici che la Nasa e l'Ente Spaziale Europeo usano per i veicoli spaziali. A queste ricchezze sono interessate due grandi multinazionali minerarie: la Companhia Vale do Rio Doce (Cvrd, con un fatturato pari al 10% del PIL dello Stato del Parà) e la Onça-Puma (canadese leader nella estrazione del nichel).
Una regione ricca di minerali pregiati e coperta di legname pregiato, contadini ridotti alla disperazione, una Cpt e un movimento sindacale attivo nella difesa dei più deboli: i contrasti sono inevitabili, ma le liste di persone da eliminare sono pura barbarie.

 

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