Pubblicato su Politica Domani Num 45 - Marzo 2005

Traghettatori
"Grissino di ferro" un segretario di punta
Con l'80% dei voti riconfermato Piero Fassino alla segreteria dei DS. Per l'ultima volta (forse)

di Mauro Lodadio

"Bravo, bene." Si legge nel labiale del Presidente. Le braccia del compagno Massimo si allargano per accogliere un saluto fraterno. Un'ora e mezzo passando in rassegna l'Italia. A braccio. Si hanno pochi rivali quando si è a proprio agio. Programma elettorale, lavoro, sanità e il dilagante malessere italiano. Un sorso d'acqua, uno sguardo alla platea e un arrivederci alla prossima. Saranno i primi, emozionanti istanti dopo l'attesa chiosa finale. L'Internazionale precede Rino Gaetano. E lui, "Grissino di Ferro", si commuove. Un po' per la tensione accumulata. In parte per qualche probabile, seppur lontana visione.
Il ruolo di leader non gli si addice. Troppo fuori dalla norma. Alto, secco, capelli spettinati e tanto sudore. Quello che ci è voluto lungo tutti questi anni per raccogliere l'unità tanto sperata. Il ruolo di Piero Fassino sta tutto nel simbolo dell'Unione. Un apostrofo rosso tra due lettere. Trade d'union tra il centro e la sinistra più radicale. Una mediazione che si fa viva, pulsante. Che spinge l'Italia al cambiamento.
"Ricominciamo dal nord." Furono queste le prime parole del Piero riformista. Bruciante la sconfitta, eppure già così lontana. Da allora il nord ha cominciato a viaggiare in piena sintonia con le idee del traghettatore. Su tutti la Provincia e il collegio del centro storico di Milano. Una fiducia che il popolo della sinistra italiana gli ha sempre concessa. Nel 1969 si iscrive al Partito Comunista Italiano. Nell'83-87 è segretario della Federazione torinese. Entra in quegli anni nella segreteria nazionale. Gestisce come responsabile organizzativo la trasformazione del partito in Pds. Diventa sottosegretario agli Esteri nel governo Prodi, ministro del Commercio estero nel governo D'Alema e ministro della Giustizia nel governo Amato. Sarà quando da vicepremier incassa la sconfitta nel 2001, che Piero Fassino decide di rimboccarsi le maniche.
"O si cambia o si muore". Lo slogan del congresso di Pesaro si legge in ogni delegato Ds. È negli occhi impauriti dei compagni che Piero Fassino trova slancio per rintuzzare la rotta, raccogliere i detriti. Lo disegnavano freddo e senza carisma. Ma nella riflessione, nella comunicazione e nel linguaggio, ha saputo costruire l'alternativa. Quello strappo riformista gli ha addossato l'onere della guida, della leadership. Lui ci si ritrova. Ed ora è l'unico in grado di riportare sulla retta via il partito.
Lo hanno capito circa l'80% dei tesserati Ds. Tanti quanto sono stati i consensi per la sua rielezione al ruolo di segretario. Un passo alla volta ed ecco prendere forma la Federazione. "Un punto d'arrivo. Ma, al contempo, un punto di partenza.", dice. Un Presidente, Romano Prodi; un ufficio di presidenza di quindici membri, tra cui anche Fassino; un consiglio federale, composto da cento membri. Una cessione da parte dei partiti fondatori su tre materie: politica estera, istituzioni ed Europa. A questi tre capitoli potrebbero presto aggiungersi Finanziaria ed Economia. "La prima forza del paese", si esalta Fassino.
Sarà davvero questo il futuro del centro-sinistra in Italia? Ci sono davvero i presupposti per una grande ala riformista? Prodi vuole una federazione aperta ai movimenti e alla società civile. Un avvicinamento sempre maggiore alla sinistra più radicale. I Ds vorrebbero un soggetto riformista e socialista. Veltroni già lo vede un "partito". Parole che hanno scatenato ovazioni ed applausi dal palco del Palasport. La Margherita vorrebbe un nome più "democratico", più "americano". Ogni giorno aumentano gli interrogativi.
La Federazione nel frattempo è nata. Si riparte da quel 31% di "Uniti nell'Ulivo". Il nome è cambiato, il simbolo appare più colorato, con i colori della pace e una sola parola: "L'Unione". Circola un'ipotesi tra gli addetti ai lavori: la doppia tessera. Un'iscrizione diretta, cioè, alla Federazione e anche - volendo - ad un singolo partito. La confusione sarà presto spazzata via. Decisivo sarà il risultato delle elezioni regionali. Un miglioramento, qualche punto decimale in più e il partito di Prodi cambierà faccia. In meglio.
Pensava questo Piero Fassino quando ha cominciato a commuoversi. Quello di Roma potrebbe essere stato l'ultimo congresso Ds. E lui, "Grissino di Ferro", potrebbe essere il primo segretario di un partito socialista riformista che spazzi via l'illusione. Che guidi l'Italia nell'immediato futuro e che la ricominci a far sognare.


Iniziativa popolare

C’è una campagna per una legge di iniziativa popolare sul “ Diritto dei bambini e delle bambine all’educazione e all’istruzione dalla nascita fino a sei anni”.

Dall’art. 2 del progetto di legge:
“I nidi d'infanzia, i servizi integrativi, le scuole dell'infanzia e i servizi innovativi e sperimentali costituiscono, nella loro autonomia e specificità, la sede primaria dei processi di educazione e istruzione [...]
Il sistema integrato per l'infanzia comprende azioni di sostegno alla genitorialità, per agevolare la funzione educativa delle famiglie, e favorisce la conciliazione fra i tempi e le tipologie di lavoro dei genitori e le loro funzioni di cura e di educazione.”
La raccolta firme va fino al 20 maggio.

Approfondimenti e informazioni su: www.dsonline.it

 

Homepage

 

   
Num 45 Marzo 2005 | politicadomani.it