Pubblicato su Politica Domani Num 45 - Marzo 2005

La risposta di Tremonti
Donazioni al non-profit
Mentre l'iter per l'approvazione della proposta va avanti (faticosamente), l'ex ministro replica alle richieste del terzo settore con una contro-proposta che sa di propaganda elettorale

di F.A. e M.M.

È davvero strana la storia del disegno di legge 3459. Si tratta di uno dei rarissimi casi in cui due schieramenti politici opposti riescono a raggiungere un accordo su un tema molto delicato come quello che riguarda il terzo settore, il mondo cioè non solo dell'associazionismo benefico e solidale ma anche quello con interessi verso la ricerca scientifica.
La proposta era stata inizialmente sottoscritta da 100.000 persone, il settimanale Vita ha chiamato il disegno di legge con un nome di immediata comprensione: "+ Dai - Versi", e su questa tematica ha condotto (e conduce tuttora) un'appassionata e dura battaglia. In Parlamento la proposta aveva avuto il sostegno di oltre 200 deputati, tutti quelli che formano l'Intergruppo Parlamentare per la Sussidiarietà. Soprattutto fra i firmatari del disegno di legge ci sono due deputati di due partiti tradizionalmente in contrapposizione che per l'occasione avevano costituito un fronte comune: l'onorevole Giorgio Benvenuto (DS) e il collega Giorgio Jannone (Forza Italia). Il lungo iter parlamentare non era stato senza difficoltà. Alla fine però la proposta era stata approvata sia in commissione Finanze e, poi, in commissione Bilancio alla Camera lo scorso autunno. Tutto però è andato in fumo quando il Governo, alla disperata ricerca di risorse per una finanziaria che non ha soddisfatto nessuno e non ha risolto nessuno dei problemi che da anni attendono di essere risolti, ha richiamato all'ordine la sua maggioranza precisando che le priorità erano "altre".
Immediatamente dopo la bocciatura dell'aula di Montecitorio, l'on. Benvenuto, irritato, ha commentato "Eppure nel maxi-emendamento c'è un milione e mezzo per il calcio femminile, viene data attenzione a quelli che raccolgono tartufi. Ci hanno preso la copertura finanziaria, ed è la quinta volta che succede". La proposta di consentire deduzioni fiscali per le donazioni alle associazioni non profit non è nuova: sono anni che si cerca di far passare il disegno di legge, senza alcun risultato.
L'ex ministro dell'economia Giulio Tremonti l'ha cassata più volte, e lo scorso dicembre l'attuale responsabile del dicastero economico, Domenico Siniscalco, ha fatto lo stesso.
Ora Tremonti (ministro fino al luglio scorso e attualmente vice-presidente di Forza Italia) propone di introdurre nelle scelte dell'8 per mille non solo le chiese ma anche le associazioni non profit e la ricerca. Quello dell'8 per mille, in verità, era un vecchio pallino di Tremonti. La proposta però, che ha riscosso peraltro ampi consensi presso gli operatori del terzo settore, giunge a pochi mesi da una lunga campagna elettorale (regionali ad aprile e politiche fra un anno) e ha tutto il sapore di propaganda elettorale volta ad accaparrarsi i voti dell'elettorato non profit.
Intanto però il lavoro di Vita e di tutte le associazioni che sostengono la "+ Dai -Versi" sta avendo i suoi frutti: Forza Italia l'ha inserita nei tredici articoli delle sue proposte per rilanciare la competitività, e la sostiene anche l'UDC. Nella proposta di FI si stabilisce che le "liberalità erogate" siano deducibili "dal reddito complessivo del soggetto erogatore nel limite del 10 per cento del reddito complessivo dichiarato, e comunque nella misura massima di 70.000 euro annui". Il disegno di legge precedente, quello bocciato nella Finanziaria stabiliva un tetto di 100.000 euro annui.
Rimane, a questo punto, il problema dell´approvazione del provvedimento. "Ci vorrà ancora del tempo - scrive Repubblica - anche perché non è per nulla scontato che un decreto omnibus (si va dall´abolizione dell´Ici sui capannoni alla riforma del diritto fallimentare) possa superare indenne il passaggio del Quirinale. Incerto, per quanto decisivo, resta anche l´ammontare delle risorse disponibili: dai 300 milioni di euro ipotizzati dal ministro delle Attività Produttive, Antonio Marzano, ormai diversi mesi fa, si è arrivati a sfiorare il miliardo. Ma di sicuro non c´è ancora nulla. E questo non fa che peggiorare il clima dei rapporti tra il governo, da una parte, e sindacati e Confindustria, dall´altra." Si aggiunga poi che i consumatori sono sul piede di guerra ed hanno già scritto alle più alte cariche dello stato per cercare di bloccarlo (le scelte del governo infatti, in materia di competitività, porterebbero ad aumenti di oltre il 30% delle bollette elettriche delle famiglie), e il quadro è completo.
"Di buone intenzioni è lastricato l'inferno." Speriamo che questa volta il detto popolare possa essere smentito.

 

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