Pubblicato su Politica Domani Num 45 - Marzo 2005

Cinema "povero"
Chi è Cirino?
Cortometraggio esistenziale di un gruppo di sconosciuti di provincia

di Fausto Marrone

Ho visto "Cirino Ossino" e "Il Urlo". Due cortometraggi realizzati, in assoluta povertà produttiva, da un gruppo di giovani veliterni tra Agosto e Settembre 2004. Sono lavori amatoriali, fatti in casa con mezzi di fortuna, ma ciò che conta è lo spirito con cui sono stati realizzati.
Entrambi sono incentrati sulla figura di Cirino, assoluto protagonista di questo dittico, e sulle sue disavventure esistenzial-sentimentali.
Non parlerò dei due film, preferisco aspettare le nuove prove del giovane regista (di cui non ricordo il nome) per giudicare meglio, ma proverò a raccontarvi le riflessioni e le emozioni che ho provato osservando le peripezie di questo curioso personaggio.
Cirino è un ragazzo normale. Ride, piange, parla, urla, si sfoga, come tutti. Cirino viene travolto dalle sue emozioni,viene sopraffatto dagli eventi senza capirli. Vive intensamente la sua storia, eppure resta fuori dalla Storia. Nei confronti della Vita, intesa pirandellianamente come flusso caotico che scorre come magma e passa indenne attraverso i secoli, Cirino si pone come spettatore, tutt'altro che protagonista. E' un outsider dei sentimenti, sempre un po' in ritardo rispetto alle occasioni che gli si presentano, sempre un gradino sotto la soglia di consapevolezza di sé che gli permetterebbe di essere sereno, tranquillo. E' un sottoproletario dell'anima, una moderna versione di Accattone, simile agli antieroi pasoliniani perché condannato ad essere infelice dalla sua colpevole innocenza. I suoi sentimenti sono puri, cristallini, di una semplicità disarmante, spiazzanti per ingenuità e quasi imbarazzanti per prevedibilità.
Cirino vive nel suo mondo e dal suo mondo si nasconde, nella sua sfera di cristallo soffoca e si dibatte per uscire, imprigionato nella sua visione romantica e atemporale dei rapporti amorosi soffre dei limiti e degli impedimenti che lui stesso ha costruito attorno a sé.
È l'esatto contrario di un eroe senza macchia e senza paura, è bugiardo, vigliacco e pavido. È il mulino a vento contro cui combatte, è l'ombra di Peter Pan, è la Salamoia che lui stesso, cartone animato, teme perché mortale.
Cirino non è stupido, anzi vive di cultura: cerca nei libri, nei film, nella musica ciò che non trova dentro di sé; ma quando deve confrontarsi col mondo è in effetti quanto di più lontano da come ci si immagina sia un intellettuale, distaccato e cerebrale. Quando si tratta di rapporti umani Cirino-Cirano è impulsivo e viscerale, lunatico, scostante e avventato. È accecato dal suo istinto, e riesce sempre a fare la mossa sbagliata nel momento sbagliato. È guidato da una forza misteriosa a fare sempre l'esatto contrario di ciò che sarebbe "la cosa giusta", è intrinsecamente votato al fallimento e inspiegabilmente portato all'autodistruzione. Lontano dai laceranti rovelli esistenziali dei poeti maledetti, Cirino va incontro alla rovina credendo di fare la cosa giusta. È un perdente che smania per apparire vincente, un nobile decaduto che ostenta fasti lontani, un albatro zoppo che pretende ancora di volare.
Cirino non esiste. È un topos metafisico, è un'astrazione mentale. È la summa delle mediocrità e delle scoperte debolezze di tutti i Cirini che avete incontrato. È uno stereotipo culturale,una cartina al tornasole del vostro lato oscuro. È talmente vero da risultare inverosimile, talmente normale da sembrare grottesco, talmente realistico che sembra una macchietta.
Vi costringe a guardarvi dentro, e chi è senza Cirino scagli la prima pietra.

Il Credo di Fausto Marrone
Il cinema è verità. Non credete a chi vi racconta che il cinema è finzione. Diffidate da chi vi dice "tanto è solo un film…". Solo?
Tenetevi lontani da chi non ha il coraggio di credere a ciò che vede sul grande schermo, da chi crede di sapere cosa è vero e cosa no, ed ha paura di condividere le proprie emozioni con gli sconosciuti che dividono la sala con lui.
Non credete ai critici. Tutti possono essere critici cinematografici. Gli unici requisiti indispensabili sono l'umiltà, la sincerità, la disponibilità ad emozionarsi. Chiunque giudichi un film col cuore, e non col cervello, è un buon critico. Se un film vi ha emozionato, vuol dire che è bello.
Se un film vi ha toccato il cuore, di ciò che dicono i mille Fausto Marrone pronti a sparare sentenze non dovrebbe interessarvi nulla.

 

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