Pubblicato su Politica Domani Num 45 - Marzo 2005

Avio, Carlyle e Scip

di G.V.

La Fiat Avio si estende, a Colleferro, su un'area molto vasta, circa 1.000 ettari. Tale estensione è in parte necessaria a causa delle distanze di sicurezza richieste dalla lavorazione di esplosivi che vi si conducono e, in parte residua, perché ancora occupata da lavorazioni precedenti, ora dismesse. L'Avio di Colleferro impiega circa 700 persone. Si occupa prevalentemente di attività per lo spazio; opera nella progettazione, nella realizzazione di componenti e nell'assemblaggio finale di motori a propellente solido e liquido per vettori di lancio e per satelliti; si occupa di sistemi di guida, elettronici e satellitari e, in misura minore, di missilistica. Per quest'ultimo aspetto della sua produzione, la società si affida alla sua maggiore consociata la Rimmel Difesa. Questa impiega circa 100 dipendenti e si occupa di caricamento e assemblaggio di munizionamento convenzionale.
In seguito a un vertice con Confindustria, la Fiat Avio è stata ceduta al fondo americano Carlyle. Alla cessione ha dato il suo benestare anche Umberto Agnelli. Il Carlyle Group non è un "fondo" qualsiasi, ma una vera e propria macchina da soldi made in USA, i cui investimenti sono fatti in operazioni mirate con il beneplacito di personaggi ad altissimo livello che proprio per essere tali sono entrati a far parte della direzione e del consiglio di amministrazione del gruppo: ex ministri, ex presidenti e loro famigliari e amici, fra i quali Frank Carlucci, James Baker III, John Major, George Bush padre, George Bush junior, l'attuale Prsidente degli Stati Uniti.
In Italia il gruppo Carlyle, oltre alla Fiat Avio, ha già ingurgitato immobili per 290.000 metri quadrati, per i quali ha pagato 230 milioni di dollari. Una parte rilevante del bottino - che diventerà ancora più ricco nei prossimi mesi - è costituita dagli immobili pubblici messi all'asta dal governo (che li ha fatti figurare come attivo di bilancio prima ancora della vendita, nel cosiddetto processo di "cartolarizzazione"), tramite una società appositamente costituita e dal nome programmatico: Scip. In queste dismissioni ci sono anche gli appartamenti non acquistati dagli inquilini degli enti (come Inpdap e Inail), gli immobili di tipo e destinazione commerciale e quelli destinati ai servizi, ospedali compresi.

 

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