Pubblicato su Politica Domani Num 44 - Febbraio 2005

Così va l'Italia
Premierato e Costituzione
Il governo va deciso verso la riscrittura del sistema politico italiano. Premier forte e pochi controlli

 

Il progetto di legge costituzionale numero 2544 porta la firma di Berlusconi, Fini, Bossi, Buttiglione, Pisanu e La Loggia. Tutti i vertici dei partiti di centro-destra al potere, tanto per dare la giusta autorevolezza. Sembra che per il primo ministro la riforma della Costituzione sia vitale: nei suoi piani è infatti la via maestra a quella rivoluzione epocale che - come dice sempre - è alla base del programma della casa delle libertà: la ricetta neoliberista. Ma egli sa che per poter, finalmente, applicare la ricetta neocon in Italia deve avere strettamente le redini del potere in mano, nelle sue mani; deve poter diventare Premier Assoluto. Naturalmente per via "democratica" e "costituzionale"; magari con una elezione diretta; possibilmente con un plebiscito.
Ci sono però degli ostacoli che vanno rimossi. Primo ostacolo, la costituzione vigente; ecco quindi che nasce la necessità di una radicale riforma costituzionale: maggiori poteri al primo ministro, riduzione del potere di controllo degli altri organi, in primis della Presidenza della Repubblica e della magistratura.
Quali saranno i poteri chiari e forti e le prerogative del Premier, se la riforma costituzionale dovesse essere approvata definitivamente?
- Il Premier viene eletto direttamente (suffragio popolare)
- ha il potere di nomina e revoca dei ministri (che oggi spetta al Presidente della Repubblica)
- determina la politica generale del governo e dirige i ministri (oggi ha solo il compito di coordinamento, mentre la politica di governo è espressione del Consiglio dei Ministri)
- può chiedere (ed ottenere) lo scioglimento della Camera dei deputati

Il governo fa derivare tali poteri - sul piano teorico - dal modello inglese, senza, però, ereditare il rigido sistema di controllo tipico del sistema anglosassone. Certo è che il futuro Premier italiano avrà un potere quasi senza confini e, soprattutto, senza controlli. Un Premierato assoluto al quale si affianca una riforma della Giustizia che riduce l'autonomia dei giudici abbassandoli al livello di funzionri scelti dal governo, una riforma della Corte Costituzionale la vede assoggettata al potere politico, ed una figura di Presidente della Repubblica che perde i suoi poteri di vigilanza fondamentali.
Particolarmente significativa è la riforma della Corte Costituzionale che ha il potere di vigilare sull'applicazione della carta fondamentale. Secondo l'ipotesi di riforma alcuni dei suoi membri verranno nominati dal Senato Federale, espressione delle Regioni, un organo cioé prettamente politico.
La riforma costituzionale che è stata proposta dalla destra non tiene in alcun conto la Costituzione europea, che l'Italia sta per ratificare. Entra nei delicati meccanismi dell'equilibrio dei poteri, ignora le opinioni e i dibattiti di gran parte dei costituzionalisti italiani, decisamente contrari all'accentramento di potere che è stato proposto.
La riforma costituzionale - attualmente in discussione nelle diverse commissioni competenti - attacca la funzione principale delle Costituzioni liberal-democratiche, "che è quella di porre una serie di limiti all'esercizio del potere, individuando i diritti fondamentali e intangibili dei cittadini", ricorda il Senatore Passigli dei DS. "Tale risultato viene perseguito attraverso la ricerca di un equilibrio fra i poteri, equilibrio che potrebbe essere verificato, dunque, per giudicare valido o meno il disegno di riforma dell'ordinamento". Insomma l'Italia si ritroverebbe con una costituzione incapace di svolgere il ruolo di regolatrice dell'equilibrio tra i poteri dello Stato.
Esiste poi il problema (non trascurabile) del metodo che si sta utilizzando per imporre questi cambiamenti: a colpi di maggioranza, pochissima informazione (quanti di noi hanno letto la proposta di riforma?), che, al momento dell'eventuale referundum confermativo, si trasformerà immediatamente in propaganda elettorale pro o contro Berlusconi (come al solito, come è stata - volutamente - ridotta ogni competizione elettorale, ogni scelta politica). Lo stesso ricorso alla procedura di modifica costituzionale prevista dall'articolo 138 viene contestato alla maggioranza: "Anche durante la prima lettura del progetto di riforma avevamo contestato la legittimità di un procedimento di revisione che abusa della norma dell'articolo 138 della Costituzione, prevista per modifiche correttive e di aggiornamento del testo fondamentale e non per una vera e propria revisione", sottolinea la Senatrice dei Verdi de Petris. La via corretta sarebbe stata quella di una costituente. Ma chi governa ha fretta, non può aspettare, non può rischiare di perdere il treno della sua "rivoluzione epocale", quella autoritaria.

 

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