Pubblicato su Politica Domani Num 44 - Febbraio 2005

Notizie

 

Quei 70 milioni di euro per l'Asia
19 gennaio 2005, il Parlamento approva, zitto zitto, un decreto legge sul finanziamento agli interventi umanitari per le popolazioni dell'Asia colpite dal maremoto (Decreto-Legge 19 Gennaio 2005, n.2 - Art.1, "Interventi di cooperazione allo sviluppo").
Si tratta di quei famosi 70 milioni di euro destinati non si sa ancora come e a chi. Saranno prelevati dal "Fondo Speciale", recita il decreto. In realtà, accusa Pax Christi, "si riferiscono in gran parte a fondi virtuali (quali quelli della cosiddetta 'riconversione del debito') e a fondi destinati all'Unione Europea e ad altri organismi multilaterali, mentre le risorse direttamente utilizzabili dall'Italia non superano i 4 milioni di euro."
Anche i 180 milioni di euro promessi come contributo dall'Italia per la lotta all'AIDS, alla tubercolosi e alla malaria saranno reperiti dallo stesso Fondo. Da lì, sempre dal Fondo Speciale, verranno i 451,6 milioni di euro previsti per la ricostituzione dei fondi internazionali (International Development Association, IDA).
Il Fondo Speciale non è un pozzo senza fondo. È solo un paniere da cui lo Stato attinge per finanziare situazioni di difficoltà e di emergenza, interne e internazionali. In caso di eventi gravi e imprevisti il Fondo Speciale andrebbe aumentato.
Inevitabile, in un paese dove si fanno i conti con i centesimi per le spese sociali (e si largheggia in megaprogetti e promozione d'immagine), che non ci sia spazio per l'aumento del Fondo. I soldi in più, quelli appunto per gli eventi catastrofici imprevisti, sono reperiti togliendoli qua e là a chi già operava proprio con i finanziamenti provenienti dal Fondo. Come quei 30 milioni di euro in meno per la cooperazione in Iraq, parte di quei 250 tolti alla cooperazione internazionale nella Finanziaria 2005.

 

Acqua
Il 13 gennaio una delegazione di appartenenti ai centri sociali della Campania ha occupato la sede dell' ATO2, ente che si occupa della gestione di servizi idrici, nato in seguito alla legge Galli.
Causa della protesta è stato il bando di privatizzazione degli acquedotti di 138 comuni della regione. Scadenza del bando è il prossimo 7 febbraio. In altre regioni la privatizzazione dell'acqua è andata di pari passo con la diminuzione delle garanzie sanitarie e con un più difficile accesso al servizio.
Il problema riguarda tutta l'Italia e ha indotto i Social Forum toscani ad indire il "Forum Sociale dell'Acqua", che si è svolto tra il 21 e il 23 gennaio a Firenze. La Toscana è la regione con il maggior numero di privatizzazioni nel settore ed è stata sede del primo Forum Sociale Mondiale sull'Acqua nel 2003.

 

Lavoro intermittente
È uno dei 40 tipi di contratto previsti dalla legge 30/2003.
Il compenso dipende dalle ore e dai giorni di lavoro effettivo. C'è una indennità (di disponibilità): il lavoratore è a disposizione del datore di lavoro, che può chiamarlo quando vuole. Il rifiuto ingiustificato di rispondere alla chiamata prevede la risoluzione del contratto, la restituzione dell'indennità di disponibilità percepita dal giorno del rifiuto e il risarcimento del danno.
Per malattia o indisponibilità non si ha indennità. Essa è inoltre sospesa per 15 giorni se il datore non è avvertito tempestivamente.
I diritti del lavoratore intermittente sono uguali a quelli del lavoratore subordinato, ma solo nei periodi di lavoro effettivo.
Il lavoro intermittente è ammesso nel caso di disoccupati più giovani di 25 anni, o con più di 45 anni che abbiano perso il lavoro, o che siano iscritti alle liste di mobilità e collocamento. Esso è vietato per sostituire lavoratori in sciopero; se ci sono stati, nei 6 mesi precedenti, dei licenziamenti collettivi; se sia stato sospeso o ridotto l'orario di lavoro di persone che svolgono le stesse mansioni richieste per il contratto intermittente.

 

Oppio
Quello che doveva essere alla fine, è invece cresciuto proporzionalmente all'invasione americana. Parliamo del mercato criminale delle droghe. Malgrado la caduta del regime dei Talebani e la fine della guerra, dall'Afghanistan arriva sempre più eroina.
La capacità di reazione delle Nazioni Unite e degli antiproibizionisti sembra limitata al prenderne atto: i primi propongono un'allerta overdose, i secondi la somministrazione controllata di eroina. Allertare e limitare il più possibile i morti senza cercare di risolvere il problema alla base, questa la ricetta.
Scarsa informazione, burocrazia, mancanza di finanziamenti e soprattutto incapacità d'operare in modo costruttivo non aiutano. Ancora una volta preferiamo nasconderci sotto una maschera di buone intenzioni piuttosto che tentare di eliminare una delle più letali piaghe della nostra società. Ancora una volta preferiamo restare a guardare.
Alcuni dati (fonte: UNODC).
L'Afghanistan produce i tre quarti dell'oppio mondiale. I due terzi dei consumatori di oppio fa uso di droga proveniente dall'Afghanistan. I produttori Afghani di oppio e i trafficanti si portano a casa circa 2.3 miliardi di dollari, pari a circa la metà del prodotto interno lordo legittimo nel 2003.

 

Al Manar
Il primo ministro francese, Jean Pierre Raffarin, su proposta del CSA (Conseil Superieur de l'Audiovisuel) ha ordinato l'oscuramento della TV del partito sciita libanese Hezbollah, Al Manar, il primo dicembre 2004. L' emittente libanese trasmetteva in Francia dal 2000. Il suo direttore ha condannato il provvedimento come un attacco alla libertà d'espressione. Il governo libanese annuncia l'oscuramento di alcuni canali francesi. Il CSA accusa Al Manar di diffondere programmi apertamente razzisti, violenti e antisemiti. L'accusa si riferisce soprattutto ad una telenovela siriana.
Raffarin ha proposto leggi più severe che permettano di sospendere emittenti che attentino all'ordine pubblico con incitamenti all'odio razziale. Ogni trasgressione dei valori della Repubblica, dice il primo ministro, deve essere sanzionata fermamente.

 

Un suicidio "comodo"
Giornalismo e potere. Scenario inquietante
Si è suicidato. È la versione ufficiale. Gary Webb, giornalista investigativo, due volte premio Pulitzer, è stato trovato morto nella sua casa. Due pallottole.
Gary Webb era un giornalista scomodo. Le sue inchieste, pubblicate sul San Jose Mercury News, hanno fatto tremare l'America che conta. Gli intrecci fra CIA, droga e guerra in Nicaragu - che egli ha verificato con informazioni precise - gli sono costati il bando dalle testate più importanti (New York Times, Washington Post, Los Angeles Times). Depressione, difficoltà finanziarie, una vita personale sottosopra (Webb si era da poco separato dalla moglie), all'origine del suicidio, dicono.
Rimane il fatto che la sua inchiesta ha messo a nudo comportamenti (della CIA, di Reagan e di Bush) inaccettabili e in totale contraddizione con i valori affermati nella costituzione americana. Gli americani non lo sanno, ma la CIA finanziava la guerriglia dei Contras in Nicaragua e dei talebani in Afghanistan con la cocaina che a tonnellate riversava negli Stati Uniti. Mercato principale, Los Angeles. La storia, le prove, le testimonianze, ricchissime e inoppugnabili, sono materia del libro "The Dark Alliance" che gli è valso il premio Pulitzer, e gli è costato la vita.

 

Amnesty denuncia
Brasile - Rapporto 2004
Violenze, minacce, intimidazioni e vessazioni politiche degli attivisti rurali hanno continuato ad essere endemiche. Secondo la Commissione per le terre da pascolo, tra gennaio e settembre sono stati uccisi 53 attivisti rurali. A fronte di un totale di 976 omicidi analoghi commessi tra il 1985 e il 1996 sono in carcere solo cinque persone. Ancora una volta, una delle zone più incandescenti del conflitto rurale è stato il sud dello Stato del Pará, una regione dal lavoro in schiavitù, disboscamenti illegali, traffico di droga e dispute sulla terra. A settembre, nello Stato erano stati registrati 31 omicidi, in maggioranza avvenuti nel sud.
*Il 12 settembre, sette braccianti e un coltivatore sono stati uccisi da uomini armati a São Felix do Xingu, il giorno dopo essere stati minacciati dalle guardie giurate di un proprietario terriero locale, col quale avevano in corso una disputa.
*Il 4 agosto, nello Stato del Paraná, Francisco Nascimento de Souza, esponente dell'MST (Movimento dei lavoratori agricoli senza terra), è stato trovato morto, ucciso a colpi d'arma da fuoco a Mariluz. Francisco Nascimento era uno di sette dirigenti del MST i cui nomi sarebbero stati inseriti in una "lista della morte" in circolazione nello Stato.
(...) I difensori dei diritti umani nel Nord-Est hanno riferito che anche 8 lavoratori agricoli detenuti nello Stato di Paraíba erano stati fermati in base ad accuse apparse politicamente motivate, e torturati durante la detenzione.
(...) Una vittoria importante nella lotta all'impunità.
Il 25 maggio, nello Stato del Pará, Vantuir Gonçalves de Paula e Adilson Carvalho Laranjeira, ex sindaco, sono stati condannati a 19 anni e 10 mesi per aver ordinato l'uccisione del sindacalista João Canuto, avvenuta a Rio Maria nel 1985. A Maranhão, il proprietario terriero Osmar Teodoro da Silva è stato condannato a 19 anni di carcere quale mandante dell'omicidio del collaboratore della Commissione per le terre da pascolo e di un sacerdote, padre Josimo Moraes Tavares, ucciso da un sicario nel 1986.

A.I.

 

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