Pubblicato su Politica Domani Num 44 - Febbraio 2005

Notizie dal mondo delle comunicazioni

 

Privatizzare la Rai
Sono pronti. La prima trance di privatizzazione della Rai è del 30%. Lo ha deciso il Governo che si appresta alla sua totale privatizzazione (o, meglio, liquidazione). La povera Rai è già ridotta a ben poca cosa - e in questo la responsabilità maggiore è dei passati governi più che di quello attuale -, ma è pur sempre servizio pubblico. "Questa Rai, brutta e lottizzata, non ci piace, ma crediamo che la sua riqualificazione come strumento fondamentale per la crescita culturale del paese e per il ripristino di una informazione corretta si debba basare sul mantenimento della sua caratteristica di servizio pubblico e non sulla sua privatizzazione, cioè sul passaggio del controllo a grandi gruppi finanziari o editoriali e non a una massa di piccoli azionisti come vogliono far credere." Si legge nell'appello di Megachip ad una mobilitazione generale a difesa del servizio pubblico.
Lo Stato contro le Tv di strada
Contro la prepotenza e l'appiattimento culturale delle televisioni commerciali e della Tv di Stato, sono sorte moltissime realtà locali: piccole televisioni fatte in casa e che trasmettono localmente. Ora Pisapia, ministro degli Interni, nella sua relazione al Parlamento, ha inserito le Tv di strada e di quartiere nel capitolo "eversione e terrorismo". Queste "emittenti non autorizzate sono spesso vicine all'area dei centri sociali e irradiano programmi alternativi con l'obiettivo di creare un Global network che dia ai movimenti antagonisti canali comunicativi indipendenti", si legge nella relazione. Il Ministro sa bene che le Tv del Presidente del Consiglio sono nate come Tv locali e sono diventate nazionali trasmettendo alla stessa ora in posti diversi il medesimo programma. Una strategia che è meglio cercare di troncare sul nascere. Il Grande Fratello continua a mietere vittime.

 

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