Pubblicato su Politica Domani Num 44 - Febbraio 2005

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L'Iraq secondo la CIA
Il sito ufficiale dell'intelligence americana tiene sotto controllo ed aggiorna costantemente i dati relativi ai diversi paesi del mondo. La scheda dell'Iraq è stata aggiornata il 27 gennaio scorso

 

La storia
Inizialmente parte dell'Impero Ottomano, l'Iraq fu occupato dalla Gran Bretagna durante la seconda guerra mondiale; nel 1920 divenne una Lega di Nazioni. A tappe successive, nei dodici anni seguenti, l'Iraq divenne un regno indipendente (1932). Nel 1958 fu proclamata la "repubblica", ma in realtà fu governato da una serie di forti capi militari l'ultimo dei quali è stato Saddam Hussein. Conflitti territoriali con l'Iran portarono ad una guerra costosa e inconcludente durata otto anni (1980-88). Nell'agosto del 1990 l'Iraq invase il Kwait, ma ne fu cacciato da una forza di coalizione dell'ONU, guidata dagli Stati Uniti (Guerra del Golfo, gennaio-febbraio 1991). In seguito alla liberazione del Kwait il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (UNSC) chiese all'Iraq di distruggere tutte le armi di distruzione di massa e i missili a lunga gittata, e di consentire ispezioni di controllori ONU. Le continue inadempienze delle risoluzioni dell'UNSC, per un periodo di 12 anni, hanno portato ad una invasione dell'Iraq guidata dagli Stati Uniti nel marzo 2003 e alla caduta del regime di Saddam Hussein. Le forze di coalizione rimangono in Iraq, per aiutare a ricostruire le infrastrutture distrutte e facilitare l'insediamento di un governo liberamente eletto; intanto, sono impegnate a fronteggiare una decisa insurrezione. Il 28 giugno 2004 l'Autorità Provvisoria della Coalizione ha trasferito la sovranità al Governo Iracheno ad Interim.

La situazione politica
Ci sono in Iraq oltre 300 partiti politici di nuova costituzione. I più grandi e meglio organizzati sono: il Consiglio Supremo per la Rivoluzione Islamica in Iraq (SCIRI); il partito Da'wa; l'Unione Patriottica del Kurdistan (PUK); il Partito democratico del Kurdistan (KDP); e il Partito Islamico Iracheno (IIP).
C'è una insurrezione contro il Governo ad Interim Iracheno e le forze di Coalizione. Essa si concentra soprattutto a Baghdad e nelle aree ad ovest e a nord della capitale; l'insurrezione, di vario tipo e che coinvolge molteplici gruppi, è guidata principalmente dagli Arabi Sunniti il cui solo comune denominatore è il desiderio di far cadere la Coalizione e di porre fine all'influenza degli Stati Uniti in Iraq.

La situazione economica
Nell'economia Irachena il petrolio ha tradizionalmente costituito circa il 95% degli introiti del commercio con l'estero. Negli anni '80 i problemi economici dovuti alle spese militari della guerra con l'Iran e i danni subiti dalle infrastrutture, hanno costretto il governo a porre in atto misure di austerità, a chiedere pesanti prestiti internazionali, e a rivedere il piano di restituzione dei debiti. Con la guerra l'economia irachena ha perduto circa 100 miliardi di dollari. Dopo la fine delle ostilità (1988), con la costruzione di nuovi oleodotti e la ricostruzione dei servizi danneggiati l'esportazione di petrolio è gradualmente aumentata. L'invasione del Kwait (agosto 1990), le successive sanzioni economiche internazionali e i danni subiti per l'azione militare (inizio gennaio 1991) hanno drasticamente ridotto la attività economica del paese. Nonostante le politiche del governo volte a sostenere l'esercito e le forze di sicurezza interna e a destinare risorse ai sostenitori del regime abbiano danneggiato l'economia, il programma "oil for food" delle Nazioni Unite (dicembre 1996) ha contribuito a migliorare le condizioni del cittadino medio iracheno. L'Iraq fu allora autorizzato ad esportare limitate quantità di petrolio in cambio di cibo, medicine e alcune parti necessarie a ricostruire le infrastrutture. Nel dicembre 1999 il Consiglio di Sicurezza dell'ONU ha autorizzato l'Iraq ad esportare tutto il petrolio necessario a sostenere le emergenze umanitarie. L'importazione di cibo e di medicine aumentò significativamente e migliorarono stabilmente i servizi sanitari. La vittoria militare della coalizione a guida USA (marzo-aprile 2003) ha determinato la chiusura completa di gran parte della struttura economico-amministrativa centrale; tuttavia la perdita di fabbriche importanti è stata, in paragone, relativamente ridotta. La ricostruzione per la produzione di petrolio, elettricità, ed altro sta progredendo decisamente con il supporto straniero sin dall'inizio del 2004, nonostante il perdurare di violente contestazioni interne. Un rapporto congiunto (UN e World Bank, autunno 2003) calcola che la ricostruzione dei servizi essenziali in Iraq costerà 55 miliardi di dollari fino al 2007 a cui vanno aggiunti altri 33 miliardi di dollari chiesti dai donatori internazionali.

[fonte CIA - The Worldfactbook]

 

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