Pubblicato su Politica Domani Num 44 - Febbraio 2005

La corruzione distrugge lo stato liberale

 

Antonio Di Pietro, deputato Europeo, è stato per anni simbolo della lotta alla corruzione e al degrado della politica italiana. Ex magistrato, oggi è presidente dell'Italia dei Valori, partito che mantiene una propria autonomia all'interno del centrosinistra.
PD: Onorevole Di Pietro, Velletri si è svegliata la mattina del 25 gennaio scorso con la sensazione di essere tornata indietro nel tempo, agli anni di Mani Pulite. Secondo la sua esperienza, qual è l'impatto della corruzione sul sistema economico e sociale di una città?
Antonio Di Pietro: Senza legalità è lo stesso Stato liberale, riferimento politico europeo dopo la caduta del muro di Berlino, ad essere sconfitto.
E' sconfitto sul piano democratico, perché la corruzione attacca il principio cardine dello stato liberale, e cioè la libera elezione dei rappresentanti. La corruzione, infatti, fornisce capacità economiche illecite ad alcune forze politiche per la campagna elettorale, che ne esce, così, falsata.
E' sconfitto sul piano economico, perché viene intaccato il principio del libero mercato.
PD: La corruzione incide anche sull'economia, quindi…
Antonio Di Pietro: Un'impresa onesta si vede scavalcata da un'altra impresa non perché migliore, ma solo grazie alla corruzione. Non è l'impresa migliore che va avanti. Nel contempo vi è un danno per la collettività, visto che il prezzo che viene stabilito per l'opera pubblica non è il più conveniente per la società, ma il più alto.
La corruzione rappresenta, infine, la sconfitta del rigore dei conti pubblici. Con questa infiltrazione la spesa pubblica è fuori controllo. Dobbiamo ricordarci che la corruzione avviene sulla pelle della collettività.

 

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