Pubblicato su Politica Domani Num 44 - Febbraio 2005

Baseball a Cuba
Poi è arrivata la rivoluzione. Anche nello sport
Con quasi un secolo e mezzo di successi, Cuba contende agli USA la palma del migliore nel gioco più amato negli States

di Mauro Lodadio

Siamo nel 27 dicembre del 1874. Il terreno verde del Palmar de Junco vede affrontarsi la squadra di casa, Matanzas, e quella ospite, La Habana. Una vittoria schiacciante da parte di quest'ultima, per 51 fuori campo a 9. Seguirono grandi festeggiamenti per quella che tutti ricordano la prima partita ufficiale di baseball a Cuba. "I cronisti dell'epoca scrissero che le due squadre erano formate soprattutto da giovani che studiavano in scuole nordamericane, tra i quali Ernesto Guillot ed Esteban Bellán - racconta Martin Hacthoun nel sito del quotidiano dell'isola, "Granma"-. Il gioco era seguito da un folto pubblico pieno di curiosità e si concluse alle 17,35 per l'oscurità; lo vinse il lanciatore Ricardo Mora che inoltre realizzò un quadrangolare. Esteban Bellán fu il primo non statunitense che giocò a baseball come professionista nelle Grandi Leghe e mise a segno tre fuori campo, divenendo il primo su scala mondiale, come indicano i cronisti dell'epoca. In quella partita parteciparono altri giocatori che vinsero in un altro campo cambiando la mazza con il machete perchè andarono a combattere nella manigua per l'indipendenza di Cuba dal colonialismo spagnolo. Il baseball però era arrivato nell'Isola, anche se ci vollero dieci anni dopo quel 27 dicembre del 1874 per far svolgere un processo sul quale ci sono due versioni storiche e persino una terza che le concilia tutte." Un paradosso, se si considera che l'isola approda al baseball come secondo cliente. Proprio dopo quegli Stati Uniti che nelle ultime olimpiadi soltanto una volta si sono laureati campioni del mondo, a scapito, ironia della sorte, degli uomini di Fidel.
Il rapporto dell'isola con lo sport ha un'origine lontana. Una filosofia che ha avuto inizio con il trionfo della Rivoluzione. Prima di allora, nelle scuole pubbliche solo il 2% degli alunni frequentava lezioni di educazione fisica. Il Paese aveva 800 insegnanti di questa materia e la maggior parte era disoccupata. Qualcuno ha voluto sintetizzare così il quadro: "A Cuba c'erano gli sportivi, ma mancavano gli sport."
Poi è arrivata la rivoluzione, appunto. Anche nello sport. È stato subito abolito il professionismo. La nazione si è riempita di atleti. In seguito è nato e si è rafforzato anche il blocco economico. Non solo l'economia ne ha risentito. Anche lo sport ha incontrato notevoli difficoltà. Lo Stato non può più finanziare lo sport. È del 1991 una strategia per l'autofinanziamento. I principali introiti per mantenere questa attività provengono dai contratti di tecnici sportivi cubani che operano in altri paesi - oltre 500 in 33 nazioni -, dai premi che ricevono gli atleti nelle competizioni internazionali, dal noleggio di attrezzature, dalle sponsorizzazioni e da altre fonti.
A Palmas de Junco, un terreno che esiste ancora e che si usa, si svolse anche la prima partita internazionale nel 1877, quando il Club Matanzas BBC affrontò una squadra nordamericana che era venuta a Cuba per giocare delle amichevoli. Un anno dopo nacque la Lega Cubana di Baseball. I nomi importanti nella storia del baseball cubano sono molti. Tra questi Martin, l'immortale Dihigo, il solo "pelotero" che figura nei Quattro Saloni dalla Fama; Adolfo Luque, il primo latino che giocò in una serie mondiale delle Grandi Leghe con records ancora vigenti.
Il campionato nazionale di "pelota" (il vero nome del baseball a Cuba), inizia a Novembre. Questo sport è riassunto nella dichiarazione del direttore della squadra degli "Industriales", Ray Vicente Anglada, campioni uscenti, difensori del titolo. "La vittoria ad Atene della medaglia d'oro è senza dubbio uno stimolo, non solo per la soddisfazione data al popolo, ma anche per l'impegno di tutti, giocatori e direttori, che siamo già impegnati a difenderlo nei Giochi di Pechino 2008, in un mondo sportivo sempre più caratterizzato dal professionismo, che conduce a pratiche nocive come il furto di talenti."
Da come è partito, il campionato di quest'anno si preannuncia ricco di sorprese e sfide al vertice. Si può apprezzare una migliore preparazione delle squadre e una maggiore motivazione negli spogliatoi. Industriales, Matanzas, Guantanamo e Santiago di Cuba i principali pretendenti al titolo.
Nella loro ricca storia le squadre di Cuba nel baseball dilettante hanno ottenuto una serie di vittorie nelle coppe del mondo, praticamente ineguagliabili, ed hanno vinto 24 campionati del mondo in 27 partecipazioni partendo dal 1938. "Il nostro è il miglior baseball del mondo - conclude Anglada -. I risultati lo dimostrano. Abbiamo vinto internazionalmente in tutte le categorie; non esiste paese che possa dire lo stesso nè in questa nè, credo, in nessun'altra disciplina sportiva."

 

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