Pubblicato su Politica Domani Num 43 - Gennaio 2005

Reddito minimo di inserimento, anche il Censis approva

 

Il panorama della situazione povertà al 2003 in Italia mostra come il numero complessivo dei "poveri relativi", che l'Istat stima in 2 milioni 360 mila famiglie (10,6% sul totale italiano) vada stabilizzandosi. Se quindi non muta il volume della povertà in Italia, si cristallizza però su alcune categorie a rischio, gli anziani (13,9% sul totale delle famiglie con almeno un anziano) e le famiglie monogenitoriali (11,4% sul totale della stessa tipologia), che affiancano le famiglie numerose storicamente al centro del problema.
Nessuna delle misure che fanno parte dell'universo del welfare, infatti, taglia trasversalmente e supera le categorizzazioni (anziani, invalidi ecc.), se non il neo istituito dispositivo del Reddito di ultima istanza (Lgs.350/2003 art.3 com.101) la cui attivazione però tarda ad andare a regime.
La mancata implementazione della misura rischia peraltro di compromettere un'esperienza, quale quella del Reddito minimo di inserimento, che sebbene abbia prodotto esiti difficilmente quantificabili, parziali, diseguali territorialmente, ha rappresentato l'introduzione, per la prima volta in Italia, di uno strumento di contrasto generale della povertà.
Non sono quindi da sottovalutare i diversi ed interessanti effetti collaterali positivi che la sperimentazione ha fatto emergere nei diversi contesti locali e che hanno interessato sia gli Uffici comunali, con l'innovazione (o in qualche caso la creazione ex novo di un nucleo di servizio sociale) della metodologia di lavoro, che l'utenza con la costituzione di un rapporto fiduciario che ha prodotto un miglioramento verso l'alto nell'interazione tra cittadinanza e servizio sociale.

[Fonte: Censis, "38° Rapporto annuale sulla situazione sociale del paese"]  

 

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Num 43 Gennaio 2005 | politicadomani.it