Pubblicato su Politica Domani Num 43 - Gennaio 2005

Povertà relativa

di m.m.

Esistono indicatori standard di povertà che funzionano in questo modo:
- viene stabilito un livello di riferimento, una percentuale del reddito medio come è l'indicatore europeo, oppure un determinato livello di consumi, come è l'indicatore italiano.
- il livello di riferimento viene poi modificato a seconda della composizione del gruppo famigliare (numero delle persone, età delle persone, presenza o meno di situazioni speciali, p.e. persone con handicap) e della appartenenza geografica.
La modifica del livello di riferimento dà origine determinate scale di equivalenza che tengono conto di una o più variabili.

Indicatore italiano
La soglia di povertà è definita, ponendola pari alla spesa media pro-capite per consumi della popolazione. Nel 2002 la spesa media procapite in Italia, utilizzata quale linea di povertà ISPL (International Standard of Poverty Line), è risultata pari a 869,50 euro mensili (era di 823,45 euro nel 2002, 814,55 euro nel 2001, 810,21 euro nel 2000, 770,55 euro nel 1999 e 762,29 euro nel 1998).
Si costruisce poi una "scala di equivalenza" che tiene conto anche di altri fattori. Se, per esempio si tiene conto solo del numero di componenti ("scala Carbonaro") la soglia dovrà essere moltiplicata per opportuni coefficienti.

Indicatore europeo
La soglia di povertà è calcolata al il 60% del reddito netto medio della popolazione. Anche qui si costruiscono delle scale di equivalenza con dei "pesi" correttivi pari a 1,0 al primo adulto, 0,5 alle altre persone con 14 o più anni che vivono in famiglia, 0,3 alle persone con meno di 14 anni ("scala OECD modificata").

Povertà assoluta
La soglia di povertà "assoluta" è basata sul valore monetario di un paniere di beni e servizi essenziali aggiornato ogni anno tenendo conto della variazione dei prezzi al consumo.
Per il 2003, per una famiglia di due componenti, l'Istat ha fissato la soglia di povertà assoluta a 573,63 euro al mese (14,00 euro in più rispetto al 2002).
Utilizzando i dati sui consumi delle famiglie, l'incidenza della povertà è calcolata sulla base del numero di famiglie (e relativi componenti) che consumano, in media, meno di quanto previsto dalla soglia scelta.

I vari gradi di povertà
La linea di povertà divide nettamente in due la popolazione povera da quella non povera. Questa divisione non è corretta; si usa quindi articolare la classificazione, calcolando ulteriori linee di povertà pari all´80% ed al 120% di quella standard (corrispondenti rispettivamente, nel 2002, a 658,76 euro e 988,14 euro per una famiglia di due persone). Si individuano così quattro specifiche categorie: le famiglie sicuramente povere (con consumi inferiori all´80% della linea di povertà), quelle appena povere (tra l´80% della soglia e la soglia stessa), quelle a rischio di povertà (con consumi superiori alla linea di non oltre il 20%) e quelle sicuramente non povere, con livelli di consumo più elevati. Nel 2002 in Italia quasi la metà delle famiglie povere (circa 1 milione 137 mila pari al 5,1% di quelle residenti) risultano sicuramente povere, con evidenti differenze territoriali a sfavore del Mezzogiorno.

 

Scala di equivalenza e linee di povertà relativa per ampiezza della famiglia
Anno 2003, euro per mese

Ampiezza della famiglia

Coefficienti

Linea di povertà

1

0,60

521.70

2

1,00

869.50

3

1,33

1,156.44

4

1,63

1,417.29

5

1,90

1,652.05

6

2,16

1,878.12

7 o più

2,40

2,086.80

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