Pubblicato su Politica Domani Num 43 - Gennaio 2005

Una finanziaria per la povertà
Il paese dei balocchi
Una consistente fetta di nuove entrate verrà dal gioco: lotto, superenalotto e altri giochi di azzardo

di mia

C'è un aspetto di questa legge finanziaria di cui si è parlato poco sul quale, a mio parere, vale la pena soffermarsi. Se non altro perché è un segnale inquietante, di quelli che dovrebbero far riflettere molto seriamente chi ha a cuore il futuro di questo paese.
È cosa nota che la situazione economica italiana è delle peggiori e che un po' tutti abbiamo paura del futuro. Risollevare una situazione di stagnazione e di sfiducia diffusa non sarà affatto semplice e probabilmente richiederà molto tempo. Eppure la "cura" che questo Governo è riuscito a pensare ha il sapore delle promesse dell' "Omino di burro", il celebre personaggio di "Pinocchio", che Collodi descrive così: "Aveva una fisionomia tutta latte e miele, andava di tanto in tanto con un carro a girare per il mondo: strada facendo raccoglieva con promesse e con moine tutti i ragazzi svogliati, che avevano a noia i libri e le scuole: e dopo averli caricati sul suo carro, li conduceva nel paese dei Balocchi, perché passassero tutto il loro tempo in giochi, in chiassate e in divertimenti. Quando poi quei poveri ragazzi illusi, a furia di baloccarsi sempre e di non studiare mai, diventavano tanti ciuchini, allora tutto allegro e contento s'impadroniva di loro e li portava a vendere sulle fiere e sui mercati. E così in pochi anni aveva fatto fior di quattrini ed era diventato milionario".
Ridurre le tasse a tutti: un bel po' nel 2005, ma ancora di più nel 2006. È questa l'ultima promessa del Presidente del Consiglio, che è riuscito a piegare alla sua "visione" anche gli alleati di Governo che erano maggiormente perplessi.
Si tratta comunque di un "regalo" sostenibile perché ciò che non entra da una parte non viene speso dall'altra. Le regioni e i comuni dovranno provvedere da soli a finanziare le prestazioni sociali (come sanità, scuola e assistenza), che una volta erano garantite con il contributo dello Stato, un contributo che serviva anche a mantenere un livello omogeneo di prestazioni. E per questo, loro sì, i comuni e le regioni, sono stati autorizzati ad aumentare le imposte. E allora, siccome l'algebra del più e del meno è una scienza esatta, il "buco" previsto, probabilmente, non ci sarà.
Il nostro bilancio statale soffre da tempo di un disavanzo che deve recuperare per due ragioni: una è che, altrimenti, saremmo presto ridotti più o meno nelle condizioni dell'Argentina - ma questo probabilmente importa poco a chi sulle disgrazie altrui può e ha i mezzi per speculare -; l'altra ragione è che siamo in Europa e che non possiamo permetterci comportamenti che minerebbero la stabilità economica dell'Europa.
Ma dove trovare le entrate necessarie? E qui viene fuori di nuovo la genialità dell'Omino di burro che "per un verso induce i ragazzi ad entrare in un mondo fasullo e inconsistente, per un altro egli approfitta del loro travisamento e della loro disgrazia - la perdita della natura umana - per arricchirsi". Fra tagli di spesa e dismissioni (svendite) di patrimonio pubblico il Governo ha avuto una brillante idea: puntare sulla voglia di scommettere degli italiani. Allora, ecco qui, elencati in finanziaria, tutta una serie di provvedimenti che dovrebbero portare denaro nelle casse dello Stato, prelevandolo dalle tasche degli italiani più deboli e più "travisati". Gli omini di burro della finanziaria italiana si sono inventati la terza estrazione settimanale di lotto e superenalotto, le scommesse via telefono e prepagate (un tesserino della scommessa, qualcosa di simile ad una carta telefonica). Ci sono state però anche proposte di installare slot machines nelle sale Bingo, fino ad otto per ogni sala (vietate ai minorenni, ma chi andrà a controllare l'età dei giocatori?), e di aprire nuovi casinò, almeno uno per ogni regione, con il nuovo nome di "Parchi urbani del divertimento". Le proposte sono state respinte ma rimane la tendenza inquietante di cercare di sfruttare la miseria intellettuale, l'incultura, il vizio, la sfiducia di tanti che affidano le loro speranze, anche legittime, ad una schedina o ad una giocata.
La strategia dell'Omino di burro, appunto, il venditore di illusioni dalla faccia tutta latte e miele.

 

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