Pubblicato su Politica Domani Num 43 - Gennaio 2005

Le nuove figure, i nuovi contratti
Mondo del lavoro: il bilancio di dodici mesi
Nei rapporti di fine anno, quello prestigioso del Censis illustra una situazione lavoro stanca e stagnante

di Mauro Lodadio

Ci avevano provato con l'articolo 18. Si sono trovati di fronte tre milioni di persone. Ora il nostro Governo ce l'ha fatta. Il mondo del lavoro è cambiato. E si compiace per la nuova riforma. Quella Legge 30 sinonimo di precariato e caporalato1.
Questa volta è il rapporto Censis a sopperire a qualsiasi manifestazione e discesa in piazza. "Il 2004 - si legge - è stato segnato da una significativa settentrionalizzazzione della crescita occupazionale: nel Mezzogiorno, infatti, sia le forze di lavoro, sia gli occupati, anche con riferimento particolare alle donne, hanno segnato una flessione sensibile rispetto alle regioni del Nord e del Centro. Inoltre, il tasso di occupazione, e quello di disoccupazione hanno risentito di un effetto demografico in atto, ossia dell'asciugamento della schiera di individui che si affaccia sul mercato del lavoro, il che spiega anche il peso degli ultra 50enni occupati, soprattutto nella componente femminile."
Giudizi severi anche sul piano qualitativo. "Il mercato del lavoro è stato caratterizzato più da elementi di sospensione che da concrete spinte in avanti: è sospesa la valutazione sulla riforma Biagi, poiché fino al prossimo anno non sarà possibile misurare l'impatto che ha avuto nel mercato del lavoro; è sospeso il sistema di relazioni industriali, che sta arrancando dietro alle modifiche normative e non produce comportamenti contrattuali complementari né di implementazione; è sospeso il protagonismo delle rappresentanze di impresa, che pure ha segnato una delle novità più interessanti dell'anno, per la difficoltà di trovare convergenze interne ed esterne alle singole organizzazioni."
La Legge 30 prevede circa 40 contratti di lavoro. La scelta è vasta e si va dai contratti "a lavoro intermittente", a quello di "inserimento", passando per il "lavoro condiviso", per il "contratto a progetto" e quello a "chiamata". Ci troviamo di fronte a meno tutele e senza un reale diritto alla retribuzione in caso di malattia e infortunio. La tredicesima è stata cancellata, ad esempio, per chi ha stipulato un contratto di collaborazione a progetto (quello che è andato a sostituire il cacofonico Co.Co.Co.). Il rapporto di lavoro si è trasformato in un rapporto meramente commerciale, dove il lavoratore e il datore sono dotati di eguale potere e possono quindi "liberamente" accordarsi tra loro, senza una cornice di tutele collettive come i contratti nazionali. Di avvisaglie, del resto, ce ne erano state. Anche la lotta intrapresa dal Governo contro l'Articolo 18 era volta alla progressiva cancellazione dei Sindacati. Tanti soggetti privati potranno ora fare affari facendo intermediazione di manodopera: agenzie private, Camere di commercio, Comuni, scuole e università pubbliche e private, organizzazioni sociali, associazioni, Consiglio dei consulenti del lavoro, enti bilaterali.
Eppure i dati del Ministero del Lavoro sono brillanti.
L'occupazione è in aumento. È ancora il Censis a rispondere. "Sullo sfondo di questi fenomeni e guardando all'andamento degli accessi nel mercato del lavoro, il 66% dei quali è avvenuto sulla base di formule contrattuali flessibili, si ha la sensazione che dietro alla crescita occupazionale, si celi una netta situazione di ristagno sociale, per cui il 35,2% degli italiani ritiene di non essere cresciuto rispetto alla famiglia di origine sul versante economico, come confermano anche i tassi di permanenza delle famiglie all'interno delle stesse fasce di reddito."

1 Legge 14 febbraio 2003, n. 30, "Delega al governo in materia di occupazione e mercato del lavoro", G.U. n. 47 del 26 Febbraio 2003.
DLgs 10 settembre 2003, n. 276, "Attuazione delle deleghe in materia di occupazione e mercato del lavoro, di cui alla legge 14 febbraio 2003, n. 30", G.U. n. 235 del 9 ottobre 2003 - Supplemento Ordinario n. 159.

 

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