Pubblicato su Politica Domani Num 43 - Gennaio 2005

Scienza e disastri naturali
Il maremoto del 26 Dicembre
L'assestamento di falde al di sotto dei mari dà origine a terremoti marini la cui energia si sprigiona sotto forma di gigantesche onde anomale

di A. L.

I maremoti, in giapponese tsunami, sono onde generate da terremoti sottomarini. In particolare il 26 Dicembre la placca indiana, incuneatasi sotto quella birmana, ha causato un innalzamento rapido del fondale oceanico che ha fatto "oscillare" un'immensa massa d'acqua dell'oceano Indiano. Al largo le caratteristiche principali di questa perturbazione ondosa sono: una velocità di propagazione molto elevata (tra i 500 e i 1000 Km/h), una grande lunghezza d'onda (dell'ordine delle decine di Km) ed una bassissima altezza sul livello del mare (meno di un metro). Per via di queste caratteristiche, senza gli appositi strumenti è difficilissimo rilevare il passaggio di un'onda di maremoto lontano dalla costa. Sulla costa, prima dell'arrivo delle onde di maremoto, si assiste ad un forte reflusso d'acqua lungo la battigia. Nel frattempo la perturbazione ondosa, giunta in vista della terraferma, cambia drammaticamente aspetto. A causa della minore profondità del mare, non più di 100 metri, le onde perdono rapidamente velocità e si sovrappongono fino a diventare veri e propri muri d'acqua (gli tsunami), alti fino a 35 metri nei casi più violenti. Pensando che un metro cubo d'acqua pesa mille chili, ci si rende conto delle immani devastazioni che si osservano guardando i telegiornali.
L'unica speranza contro gli tsunami è la prevenzione. Nell'oceano Pacifico è attivo un sistema di sorveglianza molto efficace che già due minuti dopo il terremoto permette di sapere se ci sarà un'onda anomala e dove essa colpirà. A detta dei sismologi con un sistema del genere installato nell'Oceano Indiano si sarebbero potute avvertire dell'arrivo del maremoto le popolazioni della Thailandia meridionale, dell'India, dello Sri Lanka, della Malesia e delle Maldive. Se è vero che non si sarebbe potuto fare nulla per l'Indonesia, tuttavia sarebbe stato possibile mettere in salvo migliaia di vite. Alla luce della terribile sciagura il governo indiano ha deciso di posizionare un sistema di prevenzione contro gli tsunami anche a largo delle sue coste. Giappone ed Australia hanno già offerto la loro consulenza stimando in un anno il tempo necessario per la realizzazione e messa in funzione dei sistemi.
Nelle ultime ore sta emergendo un altro particolare inquietante: pur senza la presenza di un sistema di prevenzione installato nell'oceano l'onda era stata vista sul nascere dai satelliti americani in orbita. I dati raccolti non sono stati immediatamente passati ai paesi coinvolti semplicemente perché questa eventualità non era prevista dalla prassi di comunicazione internazionale.

 

L'asse terrestre

In seguito al terremoto del 26 Dicembre il centro scientifico di Geodesia di Matera ha rilevato un cambiamento dell'inclinazione dell'asse terrestre di due millesimi di secondo di arco, ovvero circa due milionesimi di grado. Sappiamo che l'asse terrestre non è perpendicolare al piano dell'orbita, ma forma con esso un angolo di circa 23 gradi che consente l'alternarsi delle stagioni. È noto anche che il nostro pianeta non è una sfera perfetta: lo schiacciamento ai poli fa somigliare la Terra ad un'enorme trottola. Per il principio di conservazione del momento angolare l'asse di tale "trottola" compie una rotazione completa attorno alla perpendicolare all'eclittica con un periodo di circa 26000 anni. Questo moto detto "precessione degli equinozi" causa un continuo e lentissimo "slittare" delle stagioni sul calendario. La domanda che ci si pone è se il terremoto abbia provocato un'inclinazione tale da poter modificare il clima. Secondo Giuseppe Bianco, direttore del centro di Geodesia di Matera, uno spostamento così piccolo dell'asse non dovrebbe avere ripercussioni sul clima, ma si limiterà a far aumentare di qualche frazione di secondo la durata del giorno. Questo sempre per il principio di conservazione del momento angolare che si verifica in assenza di forze esterne. L'enorme forza sprigionata dal terremoto è infatti interna alla Terra e dunque come tale non fa variare il momento angolare del pianeta.

 

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