Pubblicato su Politica Domani Num 43 - Gennaio 2005

Frei Betto
Un domenicano al governo per aiutare il Brasile a risolvere il problema della fame. Ancora una volta ha vinto però il FMI. E Lula piange la perdita di Betto

 

Carlo Alberto Libânio Christo, Frei Betto, è una delle personalità di primo piano della chiesa latino americana.
Nato a Belo Horizonte in Brasile nel '44, è stato uno dei leader del movimento studentesco JEC (Gioventù studentesca cattolica). Arrestato nel '64 per attività sovversiva, ha studiato teologia e filosofia. È entrato nell'ordine domenicano. Nel '69 è stato incarcerato per resistenza al regime militare brasiliano. Ha svolto attività di giornalista ad altissimo livello.
Teologo della liberazione, ha animato l'attività delle comunità di base e la pastorale operaia a San Paolo. Vicino al PT dalla sua fondazione e amico personale di Lula, è stato coordinatore della Mobilitazione Sociale del Progetto "Fame Zero". È responsabile della pastorale operaia nel centro metallurgico di São Bernardo do Campo e direttore della rivista brasiliana Americana Libre.
A genitori ed educatori Frei Betto parla così dell'idea di "successo" quale unico valore da perseguire: "Famiglie e scuole dovrebbero aiutare gli alunni ad apprendere come fare i conti con le sconfitte. Non sono solo le persone a morire, ma anche sogni, progetti, opportunità. È compito dei media mettere in luce le persone altruiste. Come sperare altrimenti che si possa prestare attenzione alla solidarietà in un mondo diretto dalla competitività? Che ne è della modestia in epoca di esibizionismo? Come si valorizza la condivisione quando tutto gira intorno alla logica dell'accumulazione? Le droghe [...] rappresentano un effimero salvagente in una società che relativizza qualsiasi valore e trasforma la tragedia umana in carnevale. Non si tratta di colpevolizzarsi come genitore o insegnante rispetto ai propri errori, ma di interrogarsi sui valori della società in cui viviamo. In che misura tali valori, una volta che sono stati invertiti e pervertiti ci avvelenano l'anima? Inutile chiudersi nel nostro piccolo mondo domestico e considerarsi al sicuro, novelli Robinson Crusoé sull'isola: siamo una tela di relazioni".
Frei Betto è entrato nel governo Lula come suo consigliere e responsabile del programma "Fame zero". Ne è uscito alla fine di novembre 2004, "per motivi personali". Ma da tempo era in disaccordo con Lula e con la sua politica di "obbedienza" alle richieste del FMI (sono stati tagliati dal Governo i fondi necessari per il programma contro la fame).

Fra le sue opere:
Fidel Castro: la mia fede, Ediz. Paoline, Milano, 1986. Intervista al leader maximo cubano sul problema religioso.
Battesimo di sangue, Ediz. Emi, Bologna, 1983. Un'inchiesta sull'assassinio di Carlos Marighella, il capo rivoluzionario brasiliano.
Mistica e spiritualità, Cittadella editrice, Città di castello, 1995, scritto con L. Boff, teologo della liberazione.
Uomo tra gli uomini, Ediz. Sperling & Kupfer, Milano, 1998.
Molti suoi articoli (in lingua portoghese) sono sul sito di "America Latina en movimiento" (http://alainet.org).

 

Costituzione Brasiliana
I diritti costituzionali degli indios sono espressi in un capitolo specifico della Carta del 1988 (Titolo VIII, "Sull'ordinamento sociale", capitolo VIII, "Sugli indios"), anche se altre norme si trovano all'interno di tutto il testo costituzionale e in un articolo delle Disposizioni transitorie.
Si tratta di diritti che segnano per lo meno due novità concettuali importanti rispetto alle costituzioni precedenti e al cosiddetto Statuto degli Indios. La prima novità riguarda l'abbandono di una prospettiva assimilazionista, secondo la quale gli indios erano considerati come una categoria sociale transitoria, destinata a scomparire. La seconda novità è che i diritti degli indios sulle loro terre sono riconosciuti come diritti originari, e cioè, precedenti alla creazione dello Stato stesso. Questo implica il riconoscimento del fatto storico che gli indios furono le prime popolazioni ad occupare il Brasile.
La nuova costituzione stabilisce, in questo modo, nuove distinzioni all'interno dello Stato, una società brasiliana e i popoli indigeni.
In particolare, si riconoscono agli indios il diritto alla diversità e il diritto alla terra.
"Sono riconosciuti agli indios la loro organizzazione sociale, i costumi, le lingue, gli usi e le tradizioni, il loro diritto originario sulle terre che occupano tradizionalmente, ed è compito dell'Unione di demarcarle, proteggerle e far rispettare tutti i loro beni."

 

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