Pubblicato su Politica Domani Num 43 - Gennaio 2005

Bilancio dello Stato 2005
Una finanziaria "epocale"
La legge è stata votata da una maggioranza "compatta". Per la prima volta "meno tasse" per gli italiani

 

Quando un bambino piange, gli adulti per consolarlo gli dicono sorridenti che va tutto bene e che la vita non potrebbe essere più bella. Di solito funziona e il bimbo smette di piangere. C'è da chiedersi se questo sistema potrà funzionare anche con gli italiani, dopo che avranno "digerito" una legge finanziaria che il capo del nostro Governo ha definito con ineffabile entusiasmo "epocale". Un po' di retorica non guasta e, dopo tutto, non si può pretendere di meglio in un paese che della retorica si è sempre servito come di un'arma vincente. Allora, finalmente, abbiamo imboccato la via virtuosa della diminuzione delle tanto odiate tasse e potremo ricominciare a spendere i tanti soldini che avremo in tasca, magari per tante cose inutili, magari divertendoci a giocare a lotto, superenalotto, totip, lotterie, bingo, o anche andando a fare qualche puntata al casinò sotto casa, quando finalmente ce ne sarà uno in ogni quartiere. E così, grazie a questi tanti soldini che torneranno in circolazione l'economia riprenderà a girare e diventeremo tutti più ricchi. Peccato però che intanto quegli "scriteriati" dei sindaci e dei presidenti di Regione e Provincia abbiano deciso di tagliare i servizi e aumentare le tariffe di acqua, Ici, trasporti, e quant'altro serve - dicono loro - a coprire le spese che lo Stato centrale, uno "Stato snello" che non peserà più di tanto sui suoi cittadini, ha deciso di eliminare. Tanto peggio poi per quelle Regioni che non sapranno organizzarsi e coprire i costi con entrate proprie.
Privatizzare e delegare al locale tutto ciò che una volta era compito e responsabilità dello Stato centrale. Allo Stato centrale rimane il compito della politica internazionale, di andare in guerra (che male c'è se è ormai statisticamente provato che ad ogni guerra corrisponde una forte crescita dell'economia?), e di fare le leggi. Possibilmente con un Parlamento anch'esso "leggero"; meglio ancora se evanescente. Non credo di avere falsato di molto il disegno a cui sta lavorando il capo dell'attuale Governo.
La situazione italiana è però molto diversa. Le pagine precedenti e i dati delle tabelle riportate su questa pagina parlano di una realtà e di un mondo lontano mille miglia da quello rosato a cui ci viene chiesto di credere. Cominciamo con il dire che le tasse - poche per noi che non abbiamo un reddito poi così alto - saranno assorbite da una miriade di piccole imposte e di impercettibili (impercettibili?) aumenti che, messi insieme, verranno a pesare quanto e più delle tasse risparmiate. Solo un esempio, piccolo, ma significativo di questa "svolta epocale". Ad anno abbondantemente iniziato, alcune scuole di Velletri, cittadina a sud di Roma (ma quante come queste in tutto il Paese?) hanno ricevuto una breve comunicazione dal Ministero della istruzione pubblica: la somma che fino allo scorso anno serviva a pagare i revisori dei conti ed era coperta dal Ministero quest'anno dovrà essere presa dal bilancio della scuola. Sono poche migliaia di euro che dovranno essere in qualche modo recuperate. Difficile pensare al recupero mediante risparmio sulle spese, già così ridotte da far gridare di rabbia. Più semplice e più praticabile aumentare le tasse scolastiche, magari di cinque o sei euro ad alunno. Un'altra piccola spesa aggiuntiva che si aggiunge al mucchio.
Siamo seri. Quanti riescono ancora a mettere via qualche spicciolo alla fine del mese? Eppure gli italiani non fanno parte della categoria delle cicale, sono piuttosto un sano e onesto popolo di formiche, che con i sacrifici e i risparmi ha costruito il suo futuro, magari lontano da casa, magari fuori del proprio Paese. Un popolo generoso, che guarda avanti e che è stato felice di versare anche la tassa sull'Europa, quella decisa da Prodi, che ha permesso all'Italia di essere in linea con i parametri di Maastricht e di entrare in Europa. Una tassa, appunto, in cambio della sicurezza e della stabilità economica che continuavano a sfuggire. Una stabilità che protegge soprattutto i più deboli e i piccoli e gli imprenditori che hanno veramente a cuore la crescita del paese, ma che non piace agli avventurieri.

 

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