Pubblicato su Politica Domani Num 42 - Dicembre 2004

Significati

 

I Plasmidi
I plasmidi sono molecole di DNA circolare extracromosomico presenti naturalmente nei batteri che li replicano. I plasmidi non sono tuttavia strettamente necessari ai batteri, ma apportano loro dei vantaggi codificando particolari proteine che, ad esempio, conferiscono resistenza ad antibiotici, capacità di metabolizzare in nutrienti sostanze insolite... Sono trasmissibili sia verticalmente da un batterio alla progenie, che orizzontalmente da batterio a batterio.

Dna ricombinante
La tecnologia del Dna ricombinante si articola fondamentalmente in due passi. Il primo consiste nell'individuare e nell'isolare il gene che identifica la proteina a cui si è interessati dalla cellula donatrice. Successivamente occorrerà inserire questo "transgene" nella cellula ospite. Le cellule ospiti più utilizzate sono i batteri ed i lieviti, poiché essi si duplicano molto velocemente: si pensi che in 12 ore di coltura un batterio dà origine a circa svariati miliardi di batteri (per esempio, per un tempo medio di duplicazione di 20 minuti, quale è quello dell'Escheridiia Coli, in 12 ore, cioé 720 min, i batteri fanno 36 duplicazioni, e quindi, il numero finale è 34,359,738,368)
Il procedimento avviene, molto schematicamente, nella seguente maniera. Dapprima si "taglia" la parte di DNA della cellula donatrice alla quale si è interessati tramite particolari enzima detti "endonucleasi di restrizione". Questi eseguono un taglio "sfasato", in modo che ai due lati del frammento sporgano delle zone più o meno lunghe a singolo filamento, le cosiddette "estremità appiccicose" (sticky ends), oppure un taglio netto ("blunt ends"). Uno dei classici enzimi di restrizione è Eco-RI del batterio Escherichia Coli. Le estremità del frammento di DNA della cellula donatrice devono combaciare con quella del DNA della cellula ospite. Nella stragrande maggioranza dei casi quest'ultimo è il PLASMIDIO batterico. Tramite l'enzima Dna ligasi si saldano poi i due filamenti.

I Geni Marker
Al fine di distinguere le cellule trasformate dalle altre si usa inserire nel plasmide batterico dei geni, detti appunto "geni marker", che esprimono una caratteristica facilmente identificabile. I geni marker si dividono in due categorie. Nella prima ci sono quelli che inducono resistenza ad una sostanza specifica, solitamente un antibiotico. Esempi sono il gene NPT2 per la resistenza alla kanamicina, il gene Amp per la resistenza all'ampicillina. Fanno parte della seconda, invece, quelli che determinano l'espressione di sostanze che sono facilmente identificabili attraverso un saggio specifico. Esempi di ciò sono il gene della luciferasi, che causa bioluminescenza nelle cellule che la esprimono, della beta-galattosidasi di E.coli, un enzima che, modificando chimicamente il galattosio, rende le cellule di colore blu.

 

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