Pubblicato su Politica Domani Num 42 - Dicembre 2004

Biodiversità nel Lazio
Ricchezza (e fastidio) di specie esclusive
Animali e vegetali domestici ed esotici tipici della regione. Difendere e proteggere anche con un marchio di qualità le qualità pregiate. Combattere, ma la battaglia è difficile, quelle dannose, tutte di importazione

di M.L.

Biodiversità autoctona ...
Nel Lazio le specie animali domestiche sono oggetto, già da tempo, di attenzione per ciò che riguarda la salvaguardia di razze autoctone che in alcuni casi rischiano l'estinzione. Tradizionalmente, da secoli, nel Lazio vengono allevati bovini, ovini ed equini. Diverse razze sono attualmente inserite nel progetto regionale di salvaguardia e valorizzazione che prevede la promozione e l'incentivazione di aziende che le allevano.
Il cavallo tolfetano e il pony d'Esperia (nella provincia di Frosinone), per esempio, sono originari del Lazio. Quest'ultimo, detto "il pony ciociaro", viene allevato allo stato brado soprattutto nei Monti Ausoni, nei Monti Lepini e nel massiccio del Monte Cairo. È capace di adattarsi ad ambienti aridi e scoscesi, di sopportare la carenza di acqua e di nutrirsi di arbusti e di cardi, oltrechè della pochissima erba a disposizione. Importante, tra le razze bovine, è la Maremmana; viene allevata allo stato brado nelle province di Viterbo, Roma e Latina.
Nella nostra regione esistono numerose e pregiate varietà di ortaggi, frutta e legno che sono, in molti casi, il risultato di anni di selezione per ottimizzarne la qualità rispetto alle particolari condizioni locali del clima e del suolo. Alcune sono il risultato del recupero di cultivar originari del Lazio o, comunque, presenti da moltissimi anni nella regione; altre ancora sono il prodotto di selezioni recenti.
La varietà di nocciole "Tonda Gentile Romana" coltivata nel Viterbese e l'oliva "Strana" (detta di Gaeta), adatta sia alla produzione di olio che al consumo alimentare diretto, ne sono classici esempi.
Il castagno da frutto nel Lazio, in generale, rappresenta un ragguardevole patrimonio da valorizzare per le sue potenzialità economiche, ambientali e paesaggistiche. Ben noti sono i "Marroni di Antrodoco" (o Marroni di Borgo Velino) e la "Castagna Rossa del Cicolano".
Tra le varietà di legumi molto apprezzate vanno ricordate le famose lenticchie di Ventotene e quelle di Onano (nel Viterbese).
L'importanza e la valorizzazione di prodotti tipici di una Regione è, anche in ambito europeo, sempre più sentita. Cresce, quindi, l'esigenza di un riconoscimento con un marchio di qualità del prodotto (DOP, Denominazione d'Origine Protetta; IGP, Indicazione Geografica Protetta) che l'olio d'oliva "Canino" e "Sabina", per esempio, hanno già ottenuto.

... e di "importazione"
Le specie esotiche entrate a far parte della flora e della fauna del Lazio sono ormai numerose. Tra le piante si contano, secondo Anzalone1, oltre sessanta specie che, introdotte accidentalmente, vivono naturalizzate nel Lazio. E tra gli animali? Difficile dare un numero. Complicato, anche, tenere sotto controllo il problema. Negli ultimi anni il fenomeno delle "invasioni" è così aumentato e, in certi casi, diventato preoccupante da richiedere urgenti discipline legislative e monitoraggi. Uno dei veicoli più frequenti sono le piante coltivate che, importate per scopi ornamentali o colturali, facilitano l'ingresso ed il successo di nuovi ospiti fitofagi. Un esempio su tutti: riuscite ancora a coltivare senza problemi i gerani sui vostri balconi? Se la risposta è no, la colpa è di una piccola farfalla, Cacyreus marshalli, che dal sud Africa, su geraniacee di serra, è apparsa a Roma nel 1996 e si sta rapidamente diffondendo nel Lazio. Come dimenticare, poi, la "zanzara tigre" (specie asiatica), un nuovo ed indesiderato arrivo nel Lazio con cui tutti stiamo facendo i conti. Tra le varie cause che favoriscono l'ingresso delle specie esotiche in Italia bisogna ricordare il riscaldamento globale del clima, che promuove la immigrazione e l'insediamento di specie tropicali. Il "monarca" africano, ad esempio, è una farfalla già più volte segnalata sulle nostre isole ed in Puglia e ora anche a Roma.
(fonte: Fao Staff Coop)

1 Bruno Anzalone è considerato il maggior esperto della flora del territorio laziale. Il suo erbario contiene circa 31.000 esemplari ed è parte del Museo Erbario dell'Università "La Sapienza" di Roma (oltre un milione di esemplari).

 

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