Pubblicato su Politica Domani Num 42 - Dicembre 2004

I problemi cronologici della Natività di Cristo
Quando è Natale?
Le diverse collocazioni spaziali e temporali della nascita di Gesù

di Alberto Foresi

Fra pochi giorni, il 25 dicembre, la comunità cristiana festeggerà la ricorrenza della Natività di Cristo. Tuttavia, sebbene sin dall'infanzia ogni cristiano associ tradizionalmente tale data all'evento fondante della sua stessa fede, la realtà storica presenta non poche incertezze al riguardo. Se, dai documenti in nostro possesso, possiamo essere sicuri della nascita di un profeta, Gesù, dichiaratosi e riconosciuto da parte del suo popolo quale Messia, meno certi sono i dati cronologici e spaziali.
Dubbio, in primo luogo, l'anno in cui Gesù nacque. La data corrente della sua nascita fu stabilita dal monaco scita Dionigi il Piccolo, vissuto a Roma nel VI secolo, il quale, si basava su quanto riportato nel Vangelo di Luca, ove il suo battesimo è posto durante il 16° anno del regno di Tiberio; pertanto Gesù, allora trentenne, sarebbe nato nell'anno 754 dalla fondazione di Roma. Il computo di Dionigi, tuttavia, non tiene conto di altri dati discordanti contenuti nel Vangelo di Matteo e in un altro passo di quello di Luca. Il primo testo afferma che Gesù nacque ai tempi del re Erode il Grande, morto nell'anno di Roma 750: la nascita verrebbe così anticipata di quattro anni. Luca, inoltre, narra che Maria, ai tempi del parto, fu costretta a recarsi a Betlemme per adempiere al censimento imperiale tenutosi ai tempi in cui era governatore della Siria il romano Quirino, il quale ricoprì tale carica a partire dall'anno 760; se così fosse, la nascita sarebbe posticipata di sei anni. Pertanto, la natività di Cristo verrebbe a porsi cronologicamente in uno spazio di tempo compreso tra il 750 e il 760, corrispondenti, secondo il nostro computo, al 4 a. C. e al 6 d. C.
Altrettanto oscuro rimane il luogo della nascita. L'identificazione con Betlemme data da Luca e Matteo appare dovuta al tentativo apologetico di accreditare la discendenza davidica di Gesù. Betlemme era detta infatti città di Davide e, secondo un testo profetico (Michea, IV, 1), il Messia, oltre che discendente di David, sarebbe dovuto nascere proprio nella città di Davide. Tuttavia, la natività a Betlemme non è attestata né da Marco né da Giovanni. Appare invece più verosimile identificare il luogo della nascita in Nazaret, da cui l'appellativo di Nazareno dato a Gesù.
Ancor più controversa, sin dall'età tardo-antica e medievale, è la determinazione del giorno in cui nacque Cristo. Secondo Clemente Alessandrino, vissuto tra il II e il III secolo, in Oriente, basandosi su diversi computi, essa era fissata il 20 maggio, 20 aprile, il 17 novembre, mentre in Occidente la si poneva al 28 marzo, giorno anniversario della creazione del Sole da parte di Dio. Tale divergenza di date sembra indicare che, per i primi secoli della fede cristiana, la celebrazione del Natale non fosse particolarmente diffusa, forse anche poiché si tendeva ad associare la festività con l'Epifania, celebrante il Battesimo di Cristo e, perciò, la sua manifestazione a tutti gli uomini.
La celebrazione della Natività il 25 dicembre comincia a diffondersi solo a partire dalla metà del IV secolo. Nel Calendario Romano essa appare così stabilita a partire dal 354, mentre a Costantinopoli è attestata a partire dai tempi di Gregorio Nazianzeno, intorno al 380-381. Nella prima metà del V secolo tale data appare ormai accettata anche in Siria ed in Palestina. È comunque degno di nota il fatto che la collocazione del giorno natale di Gesù al 25 dicembre è completamente estranea a motivi derivanti dai computi resi possibili dai racconti evangelici: essa trae origine dal fatto che in tal giorno si celebrava, nei culti mitraici allora diffusi nell'Impero romano, il giorno dedicato al Sol invictus, ovvero Mitra stesso, al quale veniva così associata, lungo una linea ideale di continuità religiosa, l'immagine di Cristo, il Sol iustitiae profetizzato da Malachia.

 

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