Pubblicato su Politica Domani Num 42 - Dicembre 2004

Orto biologico a scuola
Un'iniziativa di educazione alla biodiversità per le scuole dei Castelli Romani e della Regione Lazio

di M.L.

Interrogarsi su come sia possibile che l'agricoltura - frutto dell'ingegno dell'uomo nell'addomesticare la natura - si trasformi in un pericoloso attentato alla stessa, permette di analizzare le relazioni esistenti tra i cicli naturali, il mondo scientifico e tecnologico, l'interazione dell'uomo con l'ambiente, la società stessa. È da questa premessa da cui ha preso il via il World Food Day. Quasi cancellata dall'agenda mass-mediologica internazionale, la giornata mondiale promossa dalla Fao contro la fame nel mondo il 15 Ottobre, quest'anno è stata avanzata la proposta di istituire nelle scuole dei Castelli Romani e di tutta la Regione Lazio, un orto biologico.
Una sorta di task force sulla biodiversità composta da giovani studenti che avranno il compito di supervisionare il territorio ed individuare e far conoscere flora e fauna rara ed in via di estinzione. Nella ricerca andranno inseriti anche particolari prodotti del lavoro dell'uomo nel campo dell'alimentazione.
Vediamo più da vicino il progetto.
Si tratta di costituire nei cortili delle scuole o su piccoli terreni messi a disposizione dei Comuni, degli Orti didattici-biologici permanenti dove possano nascere dei piccoli ecosistemi naturali. I giovani potranno utilizzare questi micro-ecosistemi per lo studio delle biodiversità. La Fao Staff Coop premierà ogni anno, nel giorno del World Food Day, il migliore Orto biologico per l'impegno e la continuità del percorso didattico e di sperimentazione.
Lo scopo è l'individuazione di un percorso di conoscenza che porti alla realizzazione di un orto biologico permanente all'interno della scuola.
Le ragioni di questo progetto sono efficacemente riassunte in una dichiarazione di un'esponente della Fao Staff Coop: "La realizzazione di un microambiente permette di scoprire le regole e i ritmi naturali. La continuità dell'intervento negli anni, anche da parte di classi diverse, permette una continuità nel percorso degli insegnanti. In questo modo il lavoro delle classi, invece che ripartire ogni anno da zero, facilita l'instaurarsi di equilibri adatti ad un orto che non mira alla produzione fine a se stessa ma ad una produzione inserita e in equilibrio con l'ambiente. Suggerisco di partire dall'analisi del problema: la classe può uscire nel territorio ed osservarlo attraverso due chiavi di lettura: il funzionamento degli ecosistemi naturali (il ciclo della sostanza organica, le relazioni alimentari, l'equilibrio, la stabilità e l'evoluzione degli ecosistemi, la biodiversità) e il comportamento umano (l'agro-ecosistema convenzionale e biologico, l'impatto della produzione agricola sugli ecosistemi, la percezione del paesaggio). La conoscenza del territorio avviene attraverso lo studio dell'interazione e dell'integrazione tra uomo e natura."
È proprio all'affinamento della metodologia di lavoro individuale che punta questo progetto. "L'insegnante - spiega l'esperto - può attivarsi al ritorno a scuola, per coinvolgere la classe in una discussione partecipata; può utilizzare le diverse conoscenze frammentarie che fuoriescono dalla condivisione delle opinioni per ricostruire un quadro organico dei comportamenti umani e della loro interazione con l'ambiente. Questa fase preliminare è propedeutica alla ricerca di un'azione concreta che tenga conto delle potenzialità e dei limiti presenti, ricercando, attraverso il lavoro, un'incidenza su base locale. Insieme agli alunni e alle alunne si percorrono, quindi, tutte le fasi di realizzazione di un lavoro: visione, acquisizione di competenze, progettazione, realizzazione, verifica del lavoro, comunicazione dell'esperienza. La metodologia suggerita è quella della progettazione partecipata non solo alla realizzazione del lavoro nello specifico ma soprattutto nell'adozione del problema: un orto biologico realizzato come esperienza didattica una-tantum realizza sì un lavoro ma non presenta continuità e non permette un'incidenza attiva."

È possibile avere maggiori informazioni sulla rete nazionale degli orti scolastici biologici sul sito www.scuolacreativa.it/ortidipace, oppure scrivendo alla FAO:
FAO-STAFF-COOP@fao.org.

 

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