Pubblicato su Politica Domani Num 41 - Novembre 2004

USA Cartoons
Ridere amaro con i Simpson
Il cartone animato non è solo svago ed evasione. Può essere anche, specie se ben fatto, un modo particolarmente efficace di comunicazione e di denuncia

di Alessandro Lovato

L'enorme successo ottenuto dalla "famiglia più gialla d'America" è dovuto sicuramente ad una molteplicità di fattori. Alcuni sostengono che l'atteggiamento infantile di molti personaggi, Homer e Bart su tutti, riesca a rivelare il bambino che c'è in ogni adulto. Altri hanno suggerito diversi paragoni come Fantozzi, o Paperino, nelle cui sfortunate vicende tutti si possono immedesimare. A differenza di Fantozzi però Homer non è del tutto sfortunato. Del resto, come egli stesso ammette in più episodi, solo in America una persona può dirigere un reparto della centrale nucleare senza avere nessuna competenza al riguardo.
La caratteristica principale dei Simpson, ed anche il merito più grande, è ritrarre gli aspetti peggiori della società americana degli anni '90. La città di Springfield con i suoi abitanti corrotti e sfortunati è l'esatto contrario del "sogno americano": l'importante è apparire e non essere e la crudeltà è ammessa, se utile a perseguire i propri scopi. L'individuo più meschino e corrotto di tutta la città è il sindaco, egli riassume in sé tutte le caratteristiche che un politico non dovrebbe avere. Mr. Burns, l'imprenditore più in vista della città, corrompe regolarmente gli ispettori federali per coprire la totale mancanza di sicurezza della sua centrale nucleare.
I Simpson non sono una sterile invettiva contro tutto il sistema americano, piuttosto una satira contro gli stereotipi e le ingiustizie che esso comporta. L'umorismo di Matt Groening è analogo al pirandelliano "sentimento del contrario": un mezzo comunicativo di denuncia decisamente più efficace della polemica aperta.
Ad un fan accanito dei Simpson, come l'autore di questo articolo, viene subito in mente un episodio. Homer, sdraiato sul letto, dice alla figlia Lisa: "Lisa, sono proprio un buon padre, ti faccio tutte le promesse che vuoi". Lisa allora gli risponde: "Papà, se tu fossi un buon padre manterresti le promesse". Homer infine: "Ti sbagli, se mantenessi le promesse sarei un ottimo padre". All'avvertimento del contrario subentra subito il "sentimento del contrario" di cui è sintomo una risata amara. Tipicamente pirandelliano è anche il continuo cambiamento dei punti di vista. Le situazioni familiari, le beghe con il vicino, sono per Homer momenti fondamentali della sua esistenza mentre Lisa, con le sue battute cariche di sarcasmo, ironizza sulla loro bassezza. Lisa non è compresa però da chi la circonda e i suoi consigli cadono nel vuoto. Le sue aspirazioni, i suoi sogni sono spenti dalle parole pragmatiche di Marge che non riesce mai a capire veramente la figlia e dai continui dispetti del fratello Bart. A Lisa non rimane allora che rifugiarsi nella musica del suo sassofono. Ed è proprio la musica un altro dei temi comunicativi fondamentali di questa serie televisiva: in ogni puntata è presente una canzone diversa, un tema musicale per ogni particolare situazione. Nella sigla stessa la canzone interpretata da Lisa fuori dal coro cambia ogni volta.
A giudizio unanime della critica i Simpson non sono diseducativi, anzi è vero il contrario. Matt Groening riesce a far vedere il mondo come forse realmente è, o probabilmente come non dovrebbe essere. I personaggi non sono belli, non sono ottimisti, non anelano ad un mondo migliore. Sono invece brutti, incapaci di migliorare la società in cui vivono e spesso, non si rendono neanche conto di ciò.
In tempi di "Grande Fratello", "Isola dei famosi" e simili è utile porsi una domanda. Chi è veramente un "reality show": la gialla famiglia di Springfield o un gruppo di persone spiate dalle telecamere?
Qualsiasi risposta diversa da "nessuno dei due" sarebbe amara e dovrebbe farci riflettere.

 

Una famiglia strampalata

I Simpson sono una famiglia composta dal padre Homer, dalla madre Marge, dai tre figli Bart (10 anni), Lisa (8 anni) e Maggie, una neonata.
Attorno alla strampalata famiglia gravitano una serie di personaggi tipici di una cittadina media americana, Springfield. C'è Flanders, il vicino rompiscatole e perfetto con l'erba che è sempre più verde di quella dei Simpson, le zie antipatiche e zitelle, l'amichetto di scuola Milaus, il preside cattivo...
Homer lavora alla centrale nucleare del paese, è un amante della birra "Duff" che beve spesso al bar "da Boe" in compagnia dei suoi amici ubriaconi. Quando torna a casa ama passare ore davanti alla Tv. Guardano molto la Tv anche Bart e Lisa, che amano in particolare il cartone animato Grattachecca e Fighetto. Si tratta di una trasposizione violenta di Tom e Jerry in cui ogni puntata termina con la morte truculenta del gatto Grattachecca
Marge è una casalinga, va al supermercato che è gestito da una coppia di indiani, bada alla casa, ai suoi tre figli e spesso anche ad Homer.
Bart è un teppistello, il fratello che nessuno vorrebbe mai avere. È il classico combinaguai, timoroso dei bulli e cattivo con chi è meno bullo di lui.

 

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Num 41 Novembre 2004 | politicadomani.it