Pubblicato su Politica Domani Num 41 - Novembre 2004

Contrasti

 

Simbolo di pace
L'olivo è simbolo di luce divina, di sapienza, di vita, di rigenerazione, di castità, di prosperità e di pace nelle tradizioni ebree, cristiane e musulmane.
Dopo il diluvio universale, una candida colomba mandata in esplorazione, tornò da Noè ad annunciare la fine della grande pioggia. Nel cielo terso solcato da un arcobaleno l'animale tornò verso l'arca portando nel becco un ramoscello di olivo: era il segno che la vita stava ritornando ad animare la terra e che Dio si era riappacificato con gli uomini.
La scelta dell'olivo come simbolo non era casuale, l'olio utilizzato dagli ebrei come alimento di base e come combustibile per le lampade, evocava la luce divina e la pace interiore. Veniva usato nelle cerimonie di "unzione" di Re e Sacerdoti.
La stessa simbologia si ritrova nel Cristianesimo ove le parole "Messia" e "Cristo" derivano rispettivamente dall'ebraico “mashiah” e dal greco “christòs” che significano "unto".
Nel Corano si legge: "Dio è la luce dei cieli e della terra." "La sua luce è come quella di una lampada… accesa grazie ad un albero benedetto, un olivo… che non sta né ad oriente né ad occidente". Secondo il simbolismo, l'olivo coranico situato al centro del cosmo, esprime un punto fisso di sostegno, di collegamento fra cielo, terra ed inferi.

Motivo di guerra
Da sempre simbolo di pace e della Terra Santa, l'albero d'olivo da qualche anno è diventato motivo di ulteriori scontri tra israeliani e palestinesi.
Anche quest'anno infatti dai primi di ottobre l'inizio del periodo di raccolta delle olive in numerosi villaggi della Cisgiordania è coinciso con il ripetersi di gravi incidenti tra coloni ebrei e contadini palestinesi e sono in molti ad attendersi scontri ancora più gravi.
È accaduto che un gruppo di coloni dell'insediamento israeliano di Yitzhar, nei pressi di Nablus, hanno intimato ad alcuni contadini palestinesi intenti a lavorare nel loro uliveto di allontanarsi immediatamente. Ne è seguito un battibecco degenerato in rissa; e uno degli agricoltori è rimasto ferito da colpi d'arma da fuoco. I coloni israeliani affermano di non volere i palestinesi a pochi metri dalle loro case, perché tra i contadini potrebbero esserci militanti dell'Intifada intenzionati a compiere attentati.
In questi ultimi anni la raccolta delle olive si è trasformata in una battaglia: a causa della loro espansione le colonie sono giunte, in qualche caso, a ridosso dei centri abitati arabi; ma anche la trasformazione della forza-lavoro palestinese contribuisce alle tensioni. Nel 2001, all'inizio della nuova Intifada, l'agricoltura rappresentava solo il 7% del Pil palestinese, contro il 37% della fine degli anni Sessanta. Ora, con la chiusura di Israele, per motivi di sicurezza, decine di migliaia di manovali palestinesi disoccupati sono andati a lavorare nelle campagne invertendo così la tendenza precedente.
La raccolta delle olive e la produzione di olio rappresentano una delle voci più importanti della disastrata economia palestinese ed è uno dei pochi settori che ha dato una occupazione, sia pure stagionale, a migliaia di disoccupati.

Da San Cirillo d'Alessandria (370-444)
sappiamo che un esercito che voleva la pace dopo una battaglia,
la chiedeva tramite un araldo che doveva presentare al nemico
un recipiente pieno d'olio d'oliva.
Riusciranno Israeliani e Palestinesi a scambiarsi un giorno
un recipiente pieno d'olio di oliva?

Olivo malato
È emergenza per l'olivo più vecchio d'Europa. L'imponente albero, che si trova da 1500 anni in una frazione di Fara Sabina (Rieti), è in pericolo: il vento e le piogge hanno provocato il distacco di un ramo massiccio. A chiedere aiuto per la sopravvivenza del più antico e più visitato olivo produttivo in Europa è il proprietario, pensionato di 66 anni. L'olivo ha un diametro di 6,1 metri, è alto 14 metri e produce circa 12 quintali di olive l'anno.

Olivi rubati
La Puglia è la regione italiana dove c'è quasi la metà del patrimonio nazionale di alberi di olivo (stimato in cento milioni di piante). Proprio qui, in Puglia, l'ultimo racket è il furto dell'olivo. Meglio se grande, secolare, carico di nervature. I giganti verdi vengono caricati e nascosti sui camion diretti al Nord, per essere trapiantati nelle grandi ville. Destinazioni preferite la Lombardia e il Veneto.
Davanti a un ghiotto mercato disposto a sborsare fino a 5.000 euro per un olivo d'epoca, alcuni vivaisti si sono subito attrezzati: raccolgono le ordinazioni e poi commissionano i furti a ladruncoli locali. Per i clienti più esigenti sono disponibili anche le foto.
Poco tempo fa in una sola notte, nei dintorni di Fasano, sono stati sradicati ben trenta olivi, con un'escavatrice e perfino una gru. Poi un'analoga operazione si è compiuta a Bitonto e a Triggiano. Possibile che nessuno abbia visto e sentito nulla?

 

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