Pubblicato su Politica Domani Num 41 - Novembre 2004

Costituzione USA
Come vengono attribuiti i grandi elettori

 

Il meccanismo di attribuzione del numero di grandi elettori è deciso dalla Carta Costituzionale.
Per quanto riguarda i membri del Collegio presidenziale, "Ogni Stato nominerà, nel modo che verrà stabilito dai suoi organi legislativi, un numero di elettori (delegati) pari al numero complessivo dei senatori e dei rappresentanti che lo Stato ha diritto di mandare al Congresso".
Considerando che, approssimativamente, si ha diritto a un rappresentante ogni 475.000 abitanti e che i membri della Camera sono ora 435, i voti elettorali del Collegio presidenziale risultano dalla somma di 100 elettori corrispondenti ai senatori, 435 elettori corrispondenti ai rappresentanti e 3 elettori per il Distretto Federale di Washington: 538 grandi elettori. Questo significa che per essere eletti presidenti si devono controllare almeno 270 voti.
Con questo sistema gli stati più piccoli sono "favoriti" rispetto a quelli più popolosi: il Vermont, infatti, che conta 600 mila abitanti, ha tre grandi elettori (detti anche "voti elettorali") contro i 55 voti elettorali della California che conta 35 milioni di abitanti.
Ma è negli stati più popolosi che si gioca la vera partita perché con il sistema squisitamente maggioritario vigente negli USA, chi vince piglia tutto. È quindi assai più utile, per i candidati, cercare di vincere negli Stati più popolosi piuttosto che aggiudicarsi i pochi voti elettorali degli altri Stati.
Esempio. Un candidato si aggiudica la maggioranza dei voti popolari in California (55 delegati) per mille voti popolari in più; saranno suoi tutti i voti elettorali della California. Il suo avversario si aggiudica per diecimila voti popolari in più lo Stato del Nord Dakota (3 delegati). Nel computo complessivo, il secondo candidato ha novemila voti popolari in più ma solo 3 delegati contro i 55 dell'altro.

 

I grandi elettori

Il numero magico è 270, la metà più uno dei grandi elettori (538). Saranno loro, i grandi elettori ad eleggere il prossimo 13 dicembre il Presidente degli Stati Uniti. Già, perché lo scorso 2 Novembre negli USA gli elettori (quelli che sono andati a deporre la scheda per Bush o per Kerry, il "voto popolare") non hanno votato per il Presidente, ma con la loro preferenza hanno deciso a chi dovessero andare tutti i grandi elettori dello Stato in cui stavano votando.
L'idea che il presidente degli Stati Uniti sia l'espressione "diretta" della volontà del popolo è completamente sbagliata né è mai stata l'idea dei padri costituenti. Infatti, nella costituzione americana in ogni momento - a partire dalle primarie per arrivare alla votazione di novembre - chi vota è chiamato ad eleggere dei delegati. Questi poi, a loro volta, riunendosi successivamente, votano per il candidato nazionale che rappresentavano a livello locale, in occasione delle primarie e dei caucus, e, alla fine, altri delegati, i grandi elettori appunto, votano per il presidente.

Sulla scheda elettorale compare il nome del candidato presidente, ma quel nome è associato ad una lista di grandi elettori (che in alcuni Stati compare anche sulla scheda elettorale) ed è per quella lista completa, che i cittadini stanno votando. Poi, a dicembre, saranno le persone di quella lista a votare veramente per il Presidente.
È mai accaduto che un grande elettore voti poi per l'altro candidato? No. Ma, teoricamente, esiste questa possibilità. Andrew Jackson riportò nelle elezioni del 1824 più voti popolari e più voti elettorali di John Quincy Adams senza raggiungere però la prescritta maggioranza assoluta dei delegati. La Camera dei Rappresentanti, chiamata a pronunciarsi, gli preferì il rivale .
Il sistema elettorale americano è tale che chi vince in uno Stato, sia pure per un unico voto, conquista tutti per sé i grandi elettori, come se tutti nello Stato avessero votato per lui. Una concezione della democrazia molto aristocratica, frutto della visione che di essa avevano i padri costituenti del '700.
Anche il meccanismo di attribuzione del numero di grandi elettori è deciso dalla Carta Costituzionale. Per quanto riguarda i membri del Collegio presidenziale, "Ogni Stato nominerà, nel modo che verrà stabilito dai suoi organi legislativi, un numero di elettori (delegati) pari al numero complessivo dei senatori e dei rappresentanti che lo Stato ha diritto di mandare al Congresso".

i Jackson fu poi rieletto presidente nel 1828 e nel 1832

 

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