Pubblicato su Politica Domani Num 4 - Aprile 2001

Il potere dei media
TELEVISIONE: TRA FARSA E REALTÀ
Uno strumento di grande efficacia, utilizzato male

 

La comparsa e la diffusione del mezzo televisivo nel nostro secolo hanno dato l'avvio a tutta quella serie di mutamenti, nel costume, nel linguaggio e nei rapporti sociali in genere, ai quali si de-ve il superamento di un'epoca e l'ingresso in un nuovo periodo storico-culturale.
In primo luogo la televisione è stata ed è uno strumento politico di grande rilievo, essa ha fornito ai maggiori uomini politici la chiave per entrare nelle case dei cittadini e far breccia in loro non più solo attraverso espressioni vocali, come accadeva prima con la radio o nei comizi di piaz-za, bensì anche con la gestualità e con l'esteriorità (l'immagine). Con la televisione la cultura dell'apparire ha conosciuto - e continua purtroppo a conoscere - una grande diffusione. È noto a tutti infatti, facendo sempre riferimento alla politica, come i leader dei vari schieramenti cerchino costantemente di accaparrarsi i consensi del pubblico anche mediante una buona e rassicurante im-pressione. La televisione ha inoltre il potere di accentuare o nascondere, far cadere nell'oblio o far riaf-fiorare alla memoria qualsiasi cosa; motivo per cui essa, strumento disponibile, diventa strumento insidioso il cui uso scorretto può risolversi in costi altissimi per la nostra autonomia di pensiero e la nostra originalità. Non a caso la televisione è detta mezzo di comunicazione di massa, intendendo per 'cultura di massa' gli innumerevoli messaggi e immagini costruiti per essere propinati ad un va-sto numero di telespettatori che si suppone siano recettori quasi sempre passivi. I danni maggiori che questo mezzo produce sono verificabili soprattutto - ma non solo - nei giova-nissimi: essi, ancora facilmente plasmabili, spesso scelgono le figure proposte proprio dalla televi-sione come modelli da imitare, accolgono acriticamente i messaggi da questa filtrati e faticano a di-stinguere tra finzione e realtà. È fin troppo evidente per tutti la cattiva influenza della TV nei nume-rosi casi di anoressia e nei comportamenti distruttivi e violenti di molti bambini e ragazzi. Altra critica: la scelta dei programmi in onda nelle varie fasce orarie. Si guarda all'audience, ma la TV pubblica è servizio pubblico e non credo che si possa condividere la scelta di far scivolare in seconda o terza serata (quando va bene) i programmi culturali di maggiore interesse lasciando in prima serata e nel tardo pomeriggio programmi decisamente banali, spesso uguali da canale a ca-nale, che dispensano milioni a decine e centinaia in giochi e giochini di quiz e indovinelli. La televisione è un'importante finestra sul mondo. Fatta da persone competenti e sensibili per persone intelligenti e capaci di giudizio, diventa uno strumento indispensabile per la conoscenza e l'informazione. L'era di Internet è arrivata e lo strumento offre una vastità di informazione e co-noscenze con cui la televisione non può competere. Ma la televisione ha un valore aggiunto fonda-mentale: può offrire sintesi efficaci, può fare scelte opportune, può offrire spazi di analisi e con-fronti di opinioni. Per questo il suo peso rimane invariato, nonostante la concorrenza di Internet, ma proprio per questo, se non vuole soccombere alla rete, va condotta con grande abilità e vista con senso critico.

Fiammetta Rossetti

 

Homepage

 

   
Num 4 Aprile 2001 | politicadomani.it