Pubblicato su Politica Domani Num 39/40 - Set/Ott 2004

Venezuela
Lo strano caso del referendum revocatorio
Il 15 agosto si è svolto un referendum per rimuovere Chávez dal suo incarico. Il Presidente è stato invece riconfermato con il 58% dei voti

di Fabio Antonilli

Scrive in una lettera aperta Eduardo Galeano, scrittore uruguayano, qualche giorno dopo il referendum in Venezuela: "Strano dittatore questo Hugo Chávez. Masochista e suicida: ha creato una Costituzione che permette al popolo di cacciarlo, e ha rischiato che ciò accadesse con un referendum revocatorio che il Venezuela ha realizzato per la prima volta nella storia mondiale. (...) Questo referendum ha inaugurato una forma inedita di democrazia diretta. Quanti Presidenti, di qualsiasi Paese del mondo, sarebbero favorevoli a un referendum simile?".
Effettivamente è difficile trovare qualcosa di simile ad un referendum revocatorio su un Presidente in carica democraticamente eletto. Ci sono consultazioni popolari sulla forma istituzionale (del tipo "monarchia o repubblica?"), referendum abrogativi di leggi, referendum diretti all'approvazione di leggi costituzionali non ancora entrate in vigore, ma mai nessun popolo prima del 15 agosto era stato chiamato a giudicare l'operato del suo Presidente attraverso un referendum.
Nel caso di Chávez il referendum deve essere contestualizzato, considerato cioè anche alla luce della sua particolare gestione del potere. Una gestione, secondo autorevoli osservatori, molto simile alle classiche forme di populismo di cui è piena la storia sudamericana tra gli anni '30 e '50 del secolo scorso. Gli elementi ci sono tutti: crisi dei partiti tradizionali, slancio riformatore, coinvolgimento di ampi ed eterogenei settori sociali i cui rapporti oscillano sempre tra lo scontro e l'intesa, politicizzazione dei conflitti sociali, e, soprattutto, la presenza di un capo carismatico che fa della comunicazione politica uno strumento di potere.
La vittoria di Chávez al referendum ha una duplice valenza politica: ne escono fortemente rafforzati sia il suo potere sia la sua linea riformistica. Certamente Chávez non mancherà di usare il suo successo elettorale come un'arma contro chiunque ponga ostacoli sul suo cammino.
L'unico precedente che in qualche modo si può accostare al caso venezuelano è il referendum indetto nel 1988 da Pinochet con il quale il presidente del Cile chiedeva ai cileni di confermare la sua permanenza alla Moneda. In questo caso però c'era un dittatore sanguinario in declino, salito al potere con un colpo di Stato, che, con un referendum da lui stesso indetto - e che intendeva controllare -, cercava una qualche forma di legittimazione e di consenso. Pinochet sperava in un plebiscito, il risultato fu invece che il 55% dei cileni votarono contro di lui (percentuale peraltro messa in discussione a causa clima intimidatorio in cui si era svolta la consultazione). Un risultato che Pinochet decise di accettare solo due anni più tardi.
In Venezuela il referendum era previsto nella Costituzione ed è stato indetto con una raccolta di firme (sulla cui validità è stato sollevato più di qualche dubbio) dall'opposizione, convinta di poter mandare a casa Chávez. Infatti la coalizione dei 13 partiti di opposizione, che aveva promosso il referendum abrogativo (Coordinadora Democratica) era sostenuta da ambienti molto vicini agli Stati Uniti i quali si oppongono a Chávez per la sua vicinanza a Castro e le sue simpatie per l'ideologia comunista.
Il Governo di Washington però non si è schierato ufficialmente. Oltre al fatto che i sondaggi davano Chávez vincente, il Presidente venezuelano prima del voto ha rassicurato, a suo modo, gli USA: parlando a centinaia di migliaia di suoi sostenitori ha detto: "Immaginatevi che il Venezuela entri in una situazione di ingovernabilità; il barile di petrolio potrebbe schizzare a 50, 60 e perfino 100 dollari. Gli USA - ha ricordato - importano quasi la metà del petrolio venezuelano ed io sono l'unico che può garantire stabilità, ordine e soprattutto un flusso continuo di petrolio agli Stati Uniti". L'ammonimento sembra aver funzionato, per ora.

 

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