Pubblicato su Politica Domani Num 39/40 - Set/Ott 2004

Riforma Moratti
Nuovi percorsi didattici
I docenti della scuola elementare di Lanuvio raccontano le novità della riforma. No al tutor, preoccupazione per i programmi personalizzati

di Mattia Artibani

In questi giorni c'è un grande fermento nelle scuole elementari poiché è entrata in vigore la nuova Riforma Moratti. Molto si discute sui problemi legati alla sua applicazione e in molte scuole la situazione non è ancora chiara, si nota disorientamento e si attendono ulteriori disposizioni ministeriali per risolvere i problemi creatisi.
Proprio per renderci conto della situazione siamo andati in una scuola della provincia di Roma per osservare da vicino come sta andando questo inizio di anno scolastico. Abbiamo scelto la scuola comprensiva (elementare e media) di Lanuvio, una scuola grande e moderna nelle strutture che comprende un totale di circa 600 alunni.
Il prof. Roberto Previtali, che dall'anno scorso è il dirigente scolastico della scuola, ha spiegato come l'applicazione della riforma Moratti ha creato non pochi problemi, che tuttavia sono stati in qualche modo risolti grazie all'ampia collaborazione degli insegnanti e delle famiglie. Una delle importanti novità della legge, come sappiamo, è la possibilità di anticipare a 5 anni e mezzo l'ingresso alla scuola primaria, e questo è uno dei punti sulla cui validità ci sono dubbi e contestazioni che riguardano l'opportunità o meno di avere in una stessa classe bambini tra i cinque anni e mezzo ed i sette. A Lanuvio tuttavia questo non sembra essere un problema, poichè comunque i bambini che hanno usufruito di tale possibilità sono molto pochi e si prevede che la loro integrazione insieme a quelli più grandi non costituirà un problema.
Una questione delicata invece è quella relativa all'insegnante tutor, che da quest'anno sarà investito di responsabilità particolari nell'ambito del consiglio di classe. I problemi nello specifico sono legati ai criteri di assegnazione di tale funzione agli insegnanti. A Lanuvio si è scelto, per non creare ingiustizie e disparità tra i maestri, di non nominare nessun tutor. Il collegio docenti ha rilevato che, in mancanza di direttive precise ministeriali riguardo ai criteri di attribuzione di tale competenza, non è disponibile a fornire indicazioni sulla scelta al dirigente scolastico, il quale pertanto ha deciso di soprassedere alla nomina stessa in attesa di chiarimenti. Tale posizione contiene senza dubbio un elemento critico nei confronti della riforma stessa: infatti, data l'importanza che dovrebbe avere la figura del tutor e il suo peso maggiore nei confronti degli altri insegnanti, non si possono dare delle nomine utilizzando opinabili e poco chiari criteri di merito e di competenze, col rischio che si producano fratture e rivalità tra i maestri, dal momento che da ciò dipenderà l'attribuzione delle varie mansioni all'interno di un consiglio di classe.
La decisione della scuola è indice, quindi, di grande responsabilità da parte del corpo docente e del dirigente nei confronti degli alunni e delle famiglie stesse, di fronte alla delicatezza della questione.
Un problema invece è quello dell'inserimento degli alunni extracomunitari (circa il 10% e provenienti per lo più dai paesi dell'Est, soprattutto Romania) che si cercherà di inserire e di fare ambientare all'interno della scuola nel migliore dei modi, anche se la riforma potrebbe complicare i processi di integrazione in quanto prevede programmi differenziati e potrebbe contribuire a dividere gli alunni in più o meno bravi. Infatti, se da una parte può essere positivo che ragazzi più deboli didatticamente o di diversa nazionalità abbiano dei curricola leggermente differenziati rispetto agli altri bambini, ciò non deve significare una loro emarginazione dal resto della classe. Sappiamo quanto può essere difficile per un bambino straniero ambientarsi in una nuova realtà, tuttavia è proprio grazie al contatto frequente e al lavoro di gruppo che questi bambini possono interagire con gli altri ed anzi contribuire con il loro bagaglio di esperienze e con la loro diversa cultura ad un arricchimento comune.
In relazione a ciò bisogna ricordare che comunque il clima generale della scuola di Lanuvio appare aperto ai problemi dell'integrazione e della solidarietà. Infatti per il primo giorno di scuola sono stati invitati i bambini a portare festoni e piante per ricordare i bambini dell'Ossezia vittime recentemente di un attentato terroristico. Questo perché una cultura della condivisione si sviluppi fin dall'infanzia e non lasci posto a chiusure ed individualismi. E a proposito di questo la scuola già da tempo ha in atto esperimenti di classi aperte che lavorano su obiettivi specifici e con lavori di gruppo e laboratori destinati a favorire lo stare insieme e l'apprendimento vivo.

 

Percorsi e progetti educativi
Le proposte del CESVI

Cesvi nel 1985, nell'anno della sua fondazione, pubblica "La storia nel cassetto" un libro-fiaba contro l'apartheid in Sudafrica.
Negli anni '90, due campagne televisive "Le culture degli altri" e "Siamo tutti sulla stessa terra" comunicano al grande pubblico le linee guida dell'attività educativa del Cesvi, il rispetto delle culture diverse e la solidarietà internazionale. Da queste istanze pedagogiche hanno origine decine di progetti di portata nazionale ed europea e la specializzazione del Cesvi nella produzione di materiale didattico multimediale.
Molte delle iniziative di educazione allo sviluppo del Cesvi sono rivolte a insegnanti e pedagogisti. Altre sono destinate all'intera comunità, bambini, genitori, studenti, operatori del commercio equo e solidale, ma anche consumatori e lettori che attraverso libri, video, cd-rom e testimonianze, possono interrogarsi e prendere coscienza dei grandi problemi dell'umanità.
Il CESVI - che significa Cooperazione e sviluppo - è un'organizzazione umanitaria indipendente, fondata nel 1985 a Bergamo, dove ha la sede centrale.
Opera in tutti i continenti per affrontare ogni tipo di emergenza e ricostruire la società civile dopo guerre e calamità. Il CESVI interviene con progetti di lotta alla povertà: non elemosine, ma iniziative di sviluppo sostenibile, che fanno leva sulle risorse locali e sulla mobilitazione delle popolazioni beneficiarie.

Tutte le informazioni sul sito: http://www.cesvi.org/educazione/

 

Homepage

 

   
Num 39/40 Sett/Ott 2004 | politicadomani.it