Pubblicato su Politica Domani Num 39/40 - Set/Ott 2004

Atene 2004
Intervista a Francesco Dell'Uomo

di Marta De Stasio e Ilenia Dell'Uomo

Come è nata la tua passione per i tuffi?
All'età di 5 anni (1991), nella piscina di Cori, Gigi Albonico, un grande allenatore di tuffi, tra una miriade di bambini ne selezionò una decina, tra cui anche me. Mi tenevo a malapena a galla e iniziai a tuffarmi dal trampolino di un metro con i braccioli. Era il primo anno della scuola tuffi e non avevamo dei modelli; iniziammo osservando e "studiando" le registrazioni degli allenamenti di giovani tuffatori cinesi. È così che è nata la mia passione per i tuffi.

Come sei arrivato alle Olimpiadi?
Partecipare ai Giochi Olimpici era il mio obiettivo, ma soprattutto ero determinato a partecipare a quelli di Atene per concorrere da diciassettenne. Per riuscirci, oltre ad intensificare gli allenamenti, mi sono classificato 9° alla Coppa del Mondo, ultima gara valida per la qualificazione olimpica, guadagnandomi così la "Carta Olimpica". È stata una bella e dura contesa con uno dei miei rivali italiani, Michele Benedetti.

Che tipo di atmosfera hai trovato ad Atene?
Almeno per i primi giorni c'era un'atmosfera tranquilla, sembrava quasi una vacanza per tutti, si pensava soprattutto a fare conoscenza, ridere e scherzare… poi però man mano che si avvicinavano i giorni della competizione vera e propria l'atmosfera è diventata sempre più fredda e tesa.

Come trascorrevi le tue giornate?
Sveglia alle 10, allenamento mattutino dalle 11 alle 13, pausa pranzo e svago fino alle 17, allenamento pomeridiano dalle 17 alle 20, cena ore 20.30, uscita serale in giro per il villaggio, coprifuoco ore 23. Questo era il programma solito, ma per un paio di volte abbiamo avuto una mezza giornata di piena libertà.

Che sensazioni hai provato e cosa ti aspettavi quando sei partito?
Emozione ed adrenalina al massimo per la prima serie di tuffi, poi pian piano sono riuscito a contenerle e a concentrarmi solo sui tuffi. Sinceramente la finale faceva solo parte di un sogno, la mia massima aspirazione era di entrare nella semifinale (dal 12° al 18° posto).

Com'è stato il rientro?
Fantastico! Amici, parenti, l'amministrazione comunale ed il sindaco di Lariano hanno organizzato un pullman per venire a prendere me e la mia famiglia all'aeroporto, abbiamo fatto il giro dei castelli e una volta a Lariano mi hanno fatto scendere in piazza dove sono stato accolto con un grande applauso. Poi, la sera a casa i miei nonni, gli zii, gli amici, i vicini, avevano organizzato la festa di bentornato con tanto di megatorta e fuochi d'artificio, e durante quel bellissimo quarto d'ora di fuochi mi sono commosso.

Cosa ti aspetti per il tuo futuro?
Una vita agonistica lunga e ricca di successi. E una volta terminata la carriera di atleta spero di intraprendere quella dell'allenatore o comunque di rimanere nell'ambiente tuffistico come membro della federazione.

Come sei riuscito a portare avanti studio e sport?
Con tanta, ma tanta tanta, buona volontà e sacrificio. Ho sacrificato soprattutto le amicizie e il divertimento e, una volta iniziato il liceo, ho sacrificato anche la famiglia. Già proprio così… da Velletri mi sono trasferito a Roma, per dedicare allo studio il tempo risparmiato nei viaggi. Quest'anno però, al terzo anno di liceo scientifico e lottando per la qualificazione olimpica, è stato durissimo.

Ce l'hai la ragazza? Pensi sia possibile conciliare amore e passione sportiva?
Al momento ne sto frequentando una… Penso di si. L'importante è trovare una ragazza che sappia rispettare la mia passione per i tuffi e che comprenda le mie assenze.

Hai qualche rimpianto? Saresti disposto a rifare tutto o cambieresti qualcosa?
Non penso mai a quello che avrei potuto fare. Però spesso mi fermo a pensare che forse c'è Qualcuno da qualche parte che ha già assegnato a ciascuno il tipo di vita che deve fare… e che se in quel lontano 1991 la piscina di Velletri non fosse stata piena, non sarei mai andato a Cori e non avrei mai incontrato sulla mia strada quella persona che è stata molto importante per me e che mi ha scelto tra tanti bambini! Non ho nessun rimpianto e non penso cambierei qualcosa della mia vita. In questi 12 anni solamente una volta ho pensato di smetterla con i tuffi: è stato quando la piscina di Cori è stata chiusa e il mio allenatore mi ha lasciato in altre mani…. Ma questa voglia di smettere è durata solo per qualche giorno; la nostalgia del volo e dell'acqua era esorbitante e così mi sono trasferito a Roma e non ho più avuto ripensamenti!

 

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