Pubblicato su Politica Domani Num 39/40 - Set/Ott 2004

L'infanzia negata della riforma Moratti
Cari bambini
La nuova scuola italiana raccontata ai bambini. Meno sogni, tanta confusione, poche speranze

di Andrea Palladino

Cari bambini, questo articolo è dedicato a voi. A voi che avete creduto alle magie di Harry Potter, alle antiche fiabe cariche di ancestrali sogni e paure, a voi che vedete nel maestro o nella maestra la possibilità di una vita straordinariamente bella e intensa. Harry Potter non è mai esistito, è solo un business, le antiche fiabe sono piene d'orchi e, noi adulti, non ne possiamo più di raccontarvele. Bambini d'Italia, il vostro futuro si chiama lavoro, mercato, flessibilità, frustrazione, delusione, competitività, soldi, e carriera. Figli del terzo millennio del paese antico, che mandava un proprio poeta agli Inferi, per uscirne con lo sguardo trasognante dopo aver percorso il più bel viaggio del mondo, sappiate che Leopardi era un po' stupido, e che a scuola avrebbe fatto meglio a frequentare qualche bel corso regionale, per magari fare l'idraulico, visto che il paese ne ha bisogno.
La scuola che quest'anno vi ospita non è più quella dei vostri fratelli, dove tutti dovevano conoscere la storia, la cultura antica, la matematica e la fisica poetica di Einstein. Ognuno di voi avrà il suo percorso didattico personalizzato, che tradotto nel linguaggio pratico del marketing significa che la didattica diverrà 'Customer Care', cura del cliente, dove i clienti hanno bisogni - e portafogli - diversi.
C'è una super-maestra in Italia, una specie di capessa generale delle scuole, che da oggi vi renderà la scuola una vera e propria palestra di vita. La Storia, ad esempio, vi servirà per sentirvi italiani e europei e per capire che questi tipi strani che siedono di fianco a voi non hanno quella grande civiltà che tanto bene ha fatto. Eppoi vi divertirete un sacco, farete recite, canzoncine, e un po' d'inglese per tutti (senza esagerare, non vi preoccupate)... Avrete tanti compagni di classe in più, anzi, tanti compagni di scuola, perché, vedete, le classi non ci saranno più, o almeno non saranno più come prima. Entrerete alla prima ora in 3 A, poi andrete in 4 B, poi, se siete un po' birbantelli, ve ne state buoni buoni in biblioteca, con un bel libro di informatica. Si sentite confusi? Ed è per questo che la super-maestra, la capessa delle capesse, ha pensato a chi si occuperà di voi, e del vostro futuro, un signore che noi, patria del latino, chiamiamo 'Tutor'. Ci penserà lui a dirvi quale sarà il vostro futuro. Beh, se vuole potrà usare anche la palla di cristallo, e vedervi come superdirigentegrancapodeicapi, oppure come spazzino, che - come per gli idraulici - c'è ne tanto bisogno... E mamma e papà? Loro possono finalmente dedicarsi alle 18 ore quotidiane di lavoro, essere un po' più flessibili che ai figli, come si dice, "ghe pensi mi".
Non vi piace questa scuola? Vi rivelo un segreto: avete presente il famoso binario 9 e 3/4 da dove parte il treno per Hogwarts, la magnifica scuola di Harry Potter? Non volete avere un vita da 'babbani'? Volete un bel maestro come Silente? Chiedetelo a mamma e papà: loro lavoreranno un pochino di più, 28 ore al giorno invece che 18, e vi regaleranno il biglietto per Hogwarts. Qui da noi ha altri nomi, ma qualcuno tra voi potrà scoprire le meraviglie delle scuole 'parificate' (le chiamano così per non rivelare il segreto a quella massa di babbani che affolla i banchi delle scuole pubbliche...). Lì scoprirete i segreti che finalmente abbiamo riservato solo a voi!
Se siete dei semplici mortali, senza grandi portafogli, non vi preoccupate. Senza sforzo, studiando pochino pochino, e solo quello che il Tutor vi dice (guai, però, se vi azzardate a studiare altre cose!), potrete sostituire il vostro papà, nelle sue 18 ore di lavoro quotidiano, così lo aiutate a sbarcare il lunario, perché con pochi spiccioli di pensione avrà senza meno tanta fame.
Bambini, questa è la vostra scuola da oggi. Un po' triste? Come darvi torto... Noi adulti non sempre ci ricordiamo di quelle che erano le nostre speranze, le nostre ansie, i nostri sogni di bambini. A noi adulti non piacciono le fiabe, tanto da negarle anche a voi nella scuola che vi offriamo.
Cari bambini, questo articolo, questa lettera è forse triste. Ma starà a voi perseverare nell'essere bambini, ad ogni costo. Leggete le fiabe, bambini, siate irriverenti con la cultura che vi vogliono propinare, non abbiate paura degli Orchi che oggi vogliono mettere le mani sulla vostra cosa più preziosa, sul vostro futuro, sulla vostra capacità di sognare. E se vi vogliono insegnare come amare (con la loro "educazione all'affettività"), spiegate, con un sorriso, che come ama un bambino nessun adulto potrà mai capirlo e che un Uomo 'giusto' diceva, tanto tempo fa, "Chi avrà dato scandalo ad uno di questi piccoli, è meglio che gli sia appesa al collo una grossa pietra e sia gettato in mare".

 

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