Pubblicato su Politica Domani Num 37/38 - Giu/Lug 2004

Elezioni Europee
Vince l'astensionismo
E con l'astensione avanzano i partiti antieuropeisti (che sono però sempre una piccola minoranza rispetto ai partiti sostenitori dell'integrazione europea)

di m.m.

Non sono teneri, alla Fondazione Schuman, nel giudizio sui risultati delle elezioni del Parlamento europeo. Astensione, uso del voto in modo sanzionatorio e confusione sono i motivi della sonora "bocciatura". Non si tratta ovviamente della bocciatura dell'istituzione Parlamento, visto anche da dove viene l'analisi, ma piuttosto di un'amara riflessione di quanto poco è stato fatto e di quanto ancora rimane da fare, se si vuole realizzare l'Europa che avevano in mente i padri fondatori.
352 milioni di elettori e meno della metà ha partecipato al voto. È stata del 44,03% la media europea, inferiore di 6 punti rispetto alle elezioni del 1999: 47,55% nei quindici paesi già membri dell'Unione e 26,34% nei dieci nuovi paesi membri. Differenze ancora più marcate si incontrano nel confronto fra i singoli paesi per varie ragioni: a causa della obbligatorietà o meno del voto (il voto è obbligatorio in Lussemburgo, Belgio, Cipro e Grecia), o perché le votazioni per il Parlamento europeo sono state accorpate a consultazioni locali o a referendum (come in Italia e in Irlanda, le uniche fra i paesi dove il voto non è obbligatorio, ad avere superato la soglia del 50%), o perché si trattava delle prime elezioni europee (Malta con l'82%). Tutti gli altri stati sono stati sono sotto il 50%.
Il risultato più fallimentare è venuto dai nuovi paesi membri dove la palma dell'astensione spetta alla Slovacchia, con il 16,96% di partecipazione al voto. In Polonia, che pure è presente nel Parlamento dell'Unione con 54 seggi, ha votato il 20,76% degli aventi diritto; una débâcle che conferma l'astensionismo dei Polacchi al referendum per l'adesione all'UE, quando Polonia, Slovacchia, Slovenia e Ungheria si sono collocate agli ultimi posti nella classifica della partecipazione.
I risultati relativi all'astensionismo mettono in luce un altro aspetto (preoccupante): là dove l'astensionismo è stato maggiore (Slovacchia, Polonia, Repubblica Ceca, Svezia, Paesi Bassi, Regno Unito e Austria) i migliori risultati sono stati ottenuti dalle liste nazionaliste e populiste antieuropee.

 

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