Pubblicato su Politica Domani Num 37/38 - Giu/Lug 2004

Europa sociale
I diritti sindacali nella Costituzione Europea
Le istanze dei lavoratori e il riconoscimento del ruolo dei sindacati entrano nel Trattato come elementi essenziali per la costruzione di una Unione solidale e rispettosa dei diritti umani

di Giacomo Virgilio

Piena occupazione, lotta contro l'esclusione sociale, giustizia sociale, parità uomini-donne, sono questi i principali valori presenti nel Trattato di Costituzione Europea . Alla nuova Europa quindi - Consiglio, Commissione e Parlamento - spetta un grande compito: realizzare il nuovo assetto istituzionale dell'UE, come prevede il Trattato appena approvato. La riforma costituzionale non si limita all'aspetto tecnico-giuridico: nella nuova Europa contano non solo gli equilibri e le esigenze degli Stati, ma anche le istanze dei lavoratori, i cui diritti sono accolti nella nuova Costituzione.
Il sindacato, in Italia e negli altri paesi europei, ha sempre sostenuto la necessità di costruire un'Europa solidale: il che significa una crescita sostenibile rispettosa delle regole sociali ed ambientali, e, sul piano economico, di quelle produttive. Coesione sociale e produttività sono il risultato di un modello di società equilibrato, capace di conciliare benessere economico e solidarietà. Il benessere infatti, inteso in termini attuali, dipende dall'equilibrio tra crescita, giustizia sociale e difesa dell'ambiente. Prioritario, in questo quadro, è il dialogo sociale. Occorre realizzare un sistema europeo di relazioni di lavoro, dove al sindacato (il cui intervento è essenziale) spetta promuovere l'esercizio dell'autonomia contrattuale attraverso la contrattazione diretta tra le parti sociali, a livello confederale e settoriale, e il compito di strutturare in modo più chiaro l'azione contrattuale.
Una discussione sull'Europa sociale non era espressamente prevista; ci si è arrivati solo grazie all'iniziativa di un gruppo di membri della Convenzione, per lo più di estrazione socialista e verde, che si sono fatti promotori, con un'apposita mozione, di una richiesta ripetutamente espressa dal CESE (Comitato Economico e Sociale Europeo). Anche se i risultati non rispondono appieno alle attese ed alle rivendicazioni del movimento sindacale, è pur necessario riconoscere che essi costituiscono un nuovo passo verso la realizzazione dell'Europa sociale e quindi anche un successo del lavoro e della mobilitazione del CESE.
Le novità più importanti sono contenute nella I e II parte del Trattato.
Nell'articolo due della I Parte tra i valori di riferimento dell'Unione ci sono anche l'uguaglianza e la solidarietà che non figuravano nei trattati precedenti; all'articolo tre, tra gli obiettivi dell'Unione, compaiono per la prima volta concetti quali lo sviluppo sostenibile, l'economia sociale di mercato, la piena occupazione, la promozione della giustizia sociale e dell'uguaglianza di genere. Nel Titolo VI, dedicato alla vita democratica dell'Unione, accanto alla democrazia rappresentativa è evocata anche la democrazia partecipativa, e nell'art. 47 c'è una disposizione specifica riferita alle parti sociali: "L'Unione europea riconosce e promuove il ruolo delle parti sociali [...]; facilita il dialogo tra tali parti, nel rispetto della loro autonomia [...]". Certo non si può parlare di una novità assoluta, visto che nel Trattato e nella prassi Comunitaria il ruolo delle parti e del dialogo sociale è riconosciuto ed è andato progressivamente affermandosi nell'arco di un ventennio; tuttavia va riconosciuto il cambiamento qualitativo rappresentato da un riconoscimento esplicito, di rango costituzionale, di questa realtà che rappresenta uno dei tratti essenziali e tipici del modello sociale europeo. Non solo si esclude ogni ipotesi regressiva, si apre, anzi, la strada alla possibilità di ulteriori sviluppi.
L'integrazione nel Trattato della Carta Dei Diritti Fondamentali, è inoltre uno dei risultati più importanti della Convenzione Europea. Chiunque abbia seguito le vicende della Carta e in particolare le difficoltà incontrate per includervi i diritti sociali e sindacali - la Carta venne approvata dal Consiglio Europeo di Nizza come semplice dichiarazione politica senza un carattere vincolante -, è in grado di apprezzare i risultati raggiunti. Oggi la Carta costituisce la II Parte del Trattato Costituzionale: in questo modo i diritti dei cittadini, compresi quelli sociali, sono riconosciuti e protetti, anche se la necessità di arrivare ad un generale consenso sulla Convenzione ha imposto l'introduzione di clausole interpretative che possono condizionare in senso limitativo l'esigibilità del diritto enunciato.
Il fatto, tuttavia, che la Carta figuri nel Trattato significa che i principi e i diritti che essa contiene acquistano non solo rilevanza politica ma anche giuridica, e che quindi la loro eventuale violazione potrà essere sottoposta alla Corte di Giustizia.

ì Il Trattato di Costituzione è stato approvato in via definitiva dai 25 paesi membri dell'UE nella conferenza intergovernativa del 18 giugno 2004.
i Il Trattato di Costituzione, che sarà firmato nel prossimo novembre a Roma, dovrà poi essere ratificato dai Parlamenti dei singoli Stati europei, alcuni dei quali hanno scelto di sottoporlo anche a referendum popolare. Solo allora si potrà parlare propriamente di Costituzione Europea.

 

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